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Casa di Correzione 4a e Ultima Parte

by Apollodoro


L’indomani Giovanni venne portato in infermeria. Pensavo che sarebbe tornato dopo poco, invece niente. Cominciai a preoccuparmi. A sera non c’era ancora, e nessuno ci disse niente su di lui. Mi coricai e sentii profondamente la sua mancanza. Dopo poco mi venne un sospetto. Mi alzai e mi diressi furtivamente verso l’infermeria. La porta era chiusa, ma si sentivano dei rumori e la luce era accesa. Guardai dal buco della serratura e vidi questa scena. Giovanni era completamente nudo e imbavagliato, legato con strisce di stoffa bianca a un lettino, e lo stava prendendo in culo dal medico, un uomo sui quaranta molto peloso. Il caporeparto era accanto, e attendeva che tornasse il suo turno. Si teneva il cazzo in mano, e guardava avidamente il culo di Giovanni. Evidentemente se lo erano fatti a turno per tutta la giornata, e non avevano ancora finito. Guardando, mi venne duro. Stavo per cominciare a toccarmelo, ma sentii un’altra mano, non la mia, che me lo prendeva. Mi voltai: Piero era dietro di me. Tenendomelo sempre stretto attraverso la stoffa delle mutande, e paralizzandomi in quella morsa di piacere, tirò giù l’elastico denundandomi il culo, appoggiò al mio buco la punta del suo cazzo eretto, e cominciò lentamente a spingere. L’idea di prendermi dentro la mazza di Piero, meravigliosa, lucida e dritta, mi fece drizzare ancor più il cazzo, e, sentendomi ormai completamente perso e asservito solo al piacere, tornai a guardare dal buco della serratura. Il medico stava estraendo il suo arnese, e prima che il caporeparto tornasse a infilare il suo potei osservare il buco del culo di Giovanni, dilatatissimo, nero e tondo, dal quale colava lentamente sperma. Venni mentre osservavo le violenta penetrazione del caporeparto (imbestialito, un vero animale da monta), e contemporaneamente Piero affondava inesorabile nel mio culo bisbigliandomi all’orecchio che ero meglio di una troia. Venni ancora, dopo poco, quando tornato in camerata vidi Alfredo e Nicola che, finalmente liberi dal controllo di Giovanni, sfogavano la loro voglia repressa (dopo la mia venuta Giovanni li aveva tenuti in astinenza) in un frenetico 69: guardando le loro bocche avide di cazzo non potei fare a meno di prendermelo in mano, e scaricai sui loro corpi muscolosi e soffici. Dopo qualche mese la Casa di Correzione fu chiusa. Giovanni era morto in seguito a un’emorragia interna, e un suo zio aveva denunciato l’accaduto alla magistratura, che aveva aperto un’inchiesta. Piero e io fummo trasferiti al sud, Alfredo e Nicola al nord. Il caporeparto venne incarcerato per quattro anni, durante i quali fu sverginato e reso avvezzo alle gioie della passività dai suoi compagni di cella, che riuscirono in tal modo ad ammorbidirne il carattere imperioso e animalesco. fine apollodoro15@hotmail.com Due to international translation technology this story may contain spelling or grammatical errors. To the best of our knowledge it meets our guidelines. If there are any concerns please e-mail us at: CustomerService@MenontheNet

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10 Gay Erotic Stories from Apollodoro

Casa di Correzione 4a e Ultima Parte

L’indomani Giovanni venne portato in infermeria. Pensavo che sarebbe tornato dopo poco, invece niente. Cominciai a preoccuparmi. A sera non c’era ancora, e nessuno ci disse niente su di lui. Mi coricai e sentii profondamente la sua mancanza. Dopo poco mi venne un sospetto. Mi alzai e mi diressi furtivamente verso l’infermeria. La porta era chiusa, ma si sentivano dei rumori e la

Casa di Correzione, Parte 1

Arrivai nella Casa di Correzione una sera tardi, trasportato da un furgoncino dei Carabinieri. Pensavo che mi avrebbero subito messo a dormire, ma mi sbagliai. Venni subito messo al corrente, in modo diretto, di come andavano le cose lì dentro. Affidato al caporeparto, questi per prima cosa mi portò in una stanza e mi fece spogliare, completamente nudo. Pensavo si trattasse di

Casa di Correzione, Parte 2

Mi svegliai perché qualcosa di turgido e liscio si stava strofinando sulle mie labbra. Aprii gli occhi e vidi che si trattava di un glande lucido e ovale, che sormontava un fallo tozzo e nodoso. Alzando la testa vidi che era il più grande dei miei compagni. Sorridendo disse: «Io sono Giovanni, e fra di noi comando io. I miei protetti sono Alfredo, Nicola e Piero» (e me li presentava

Casa di Correzione, Parte 3

Il mattino successivo notai che Alfredo e Nicola avevano delle facce contrariate, musi lunghi. Rispondevano a monosillabi qualsiasi cosa gli si chiedesse. Giovanni non sembrava dargli molto peso. Liberato dal laccio di cuoio, assaporai con più gusto il piacere della doccia, e contemplai in particolare il cazzo di Piero, che si accorse di come lo guardavo. Mentre ci recavamo

Controllo Totale

Mi aveva detto di averlo “bene addestrato”, ma non pensavo si potesse arrivare a tanto. “Senti, facciamo così.” mi aveva detto “Io te lo presto per una giornata. Ti lascio le chiavi di casa mia e ci vai da solo martedì, quando io devo andare alla riunione della ditta in Giappone. Vedrai che ti piacerà. Non ti spiego nulla perché lui è già abituato ad avere a che fare con i miei

Hotel Executive

Ero stato invitato ad un congresso di programmatori a Palo Alto. Avrei dovuto passarci tre giorni, quindi decisi di trattarmi bene e provai a cercare una stanza all’Hotel Executive, il più caro. L’atrio era estremamente lussuoso e spazioso. Numerosi camerieri stavano allineati alle pareti, impettiti nella loro divisa bordot. Il pavimento lucido come uno specchio. Alla reception un

Il cockring

Il coraggio di provare, acquistandone uno, mi venne un giorno che passeggiavo per Porta Ticinese, ma non mi sarei mai immaginato le conseguenze di questa iniziativa un po’ spavalda. Era da qualche mese che avevo notato un nuovo negozietto dall’eufemistico nome LOVE CITY. In pratica un porno shop, ma più “presentabile”, nel quale uno non dovrebbe (secondo i gestori) vergognarsi ad

Il Desiderio del Vescovo

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Web-02: vampire_2.0.3.07
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