Gay Erotic Stories

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Caldo Weekend, Part 3

by Marcus


Domenica.

Arrivò presto. Il campanello mi sembrava un rintocco lontanissimo di campane. Mi alzai imprecando, coprendomi alla meglio con una accapatoio di due taglie più piccolo. Me lo trovai, sorridente, davanti alla porta. Indossava un paio di calzoncini di raso e una canottiera bianca. Entrò senza che lo invitassi. Aveva portato ciambelle calde per colazione. ‹ Faccio il caffé! ‹ Disse entrando in cucina.

‹ Riccardo...‹ Farfugliai.

Mi sorrise, mettendo la miscela solubile nel cono di carta. ‹ Uova? ‹ Chiese.

‹ Riccardo... ‹ Ripetei. ‹ Che cosa ci fai qui? A quest'ora?

‹ È troppo presto? ‹ Domandò con un attimo di perplessità.

‹ No, ma credevo che non dovessimo rivederci...

Sorrise ancora una volta. ‹ Mi pareva che la questione della ragazza avesse sistemato tutto. Insomma, nessun problema. Abbiamo tempo, no?

‹ Sistemato che? ‹ Domandai faticando a mettermi in pari e mettendomi a sedere.

‹ Tutto‹ Rispose lui semplicemente. ‹ Sistemato il fatto che che facciamo quel che ci va di fare finché c'é tempo, insomma ci divertiamo un po', senza impegni... Io non sono innamorato di lei!

La cosa mi fece ridere. Soprattutto per i fatto che non aveva mai smesso di darmi del lei. Rise anche lui sedendosi affianco a me. Ora cominciavo a capire qualcosa... ‹ Questo mi conforta, ma non credo che la tua ragazza o mia moglie sarebbero troppo contente se sapessero come ci siamo divertiti finora...

‹ Oh quanto alla mia ragazza, nessun problema. Lei lo sa che una cosa è il sesso e una cosa è l'amore, io amo lei, ma mi piace fare sesso.

‹ Anche a me piace. ‹ Fui costretto ad ammettere. ‹ Mi piace un sacco.. E...

‹ E?

‹ E prima di ieri credevo che mi piacesse solo quello con le donne.

‹ Allora è tutto OK, no? Quanto zucchero?

‹ Due...

Facemmo colazione. Riccardo non riusciva a distogliere lo sguardo dal mio torace lasciato completamente in vista attraverso l'apertura spalancata dell'accapatoio troppo piccolo.

‹ Credo che tutto questo mi piaccia tanto perché lei è esattamente come vorrei essere e non sarò mai... Credo che finirò per assomigliare a mio padre invece...

‹ E che cos'ha tuo padre che non va, l'ho visto solo qualche volta, ma non mi pare affatto un brutto uomo.

‹ No, non credo che sia brutto, ma lui non ha la pelle del suo colore, è più scuro di me, è mezzo molisano... E poi è liscio.

‹ Che c'é di brutto ad essere liscio?

‹ Niente, ma a me piacerebbe non esserlo, è più virile.‹ Disse questa frase sfioradomi lo sterno con la mano aperta.

‹ Che fai? ‹ Chiesi più per prendere tempo che per necessità. Quel contatto cominciava a smuovere qualcosa, ed io ero deciso a non cedere senza combattere. Mi ritrassi chiudendo l'accapatoio.

Riccardo scrollò le spalle. ‹ Quello è il punto che preferisco di lei, il canale tra i pettorali, ma anche i capezzoli non sono male, non sono affatto male.

Mi sforzai di sorridere. ‹ I capezzoli? ‹ Domandai.

‹ I capezzoli ‹ Rispose lui. ‹ I suoi capezzoli sono molto arrapanti: larghi, gonfi, di quel colore rosato che mi fa impazzire. Anche Luigi li ha così, un invidia...

‹ Luigi?

‹ Le assomiglia, diventerà come lei, fa già i primi peli sul torace.

‹ Non mi piace questo. ‹ Dissi all'improvviso senza controllare il tono.

‹ Che ha capito? ‹ Disse lui come se avesse compreso tutto quello che non avevo detto. ‹ Non è mica Luigi il ragazzo di cui raccontavo ieri! Pensava che mi riferissi a lui quando dicevo della mia prima esperienza con gli uomini?

Aveva un modo di parlare, di mettere le cose, talmente schietto che mi imbarazzava. ‹ Ci ho pensato... ‹ Dovetti ammettere. ‹ E l'idea non mi piace.

‹ Luigi scopa con mia sorella. ‹ Informò lui.


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Web-01: vampire_2.1.0.01
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