Il mio miglior amico al liceo si chiamava Gianni, ci eravamo conosciuti il primo anno e continuammo a frequentarci. Quello che segue accadde durante l’ultimo anno. Facevamo tutto insieme, incluso giocare nella stessa squadra di calcio. Un sabato sera, dopo un doppio incontro, eravamo stanchissimi e decidemmo di utilizzare la spa che era nella casa dei suoi genitori, era tardi ed eravamo soli. Per un po’ facemmo del gossip poi, non so perchè, cominciammo a lottare. Mentre lo facevamo, mi eccitai ed avrei voluto che lui non se ne accorgesse ma lui mi prese per i fianchi e mi sollevò a metà fuori dall’acqua. Non c'era modo di poterlo nascondere, la mia erezione era troppo evidente. Ero terrorizzato, stava per tirarmi fuori completamente, ma lui si limitò a ridere e commentò che dovevo essere innamorato di lui. Ridemmo ma lui non mi lasciò andare e rimase col suo corpo bagnato pigiato contro il mio. Dopo quella che sembrò un'eternità mi guardò negli occhi, si chinò lentamente in avanti e mise la sua fronte contro la mia. Lentamente rilasciò la presa su me e mise la destra sulla mia guancia, si abbassò e mi baciò la bocca. La sua bocca era così forte, la sua lingua carezzò le mie labbra ed entrò come se lui mi avesse già baciato 100 volte precedentemente. Mentre le nostre mani esploravano ognuna il corpo bagnato dell’altro, sentii il suo uccello che spingeva contro l'interno dei suoi pantaloncini. Goffamente glieli slacciai lasciandoli scivolare nell'acqua. Gianni era coperto solo a metà dall'acqua così il suo cazzo duro era quasi al livello dei miei occhi che ero seduto nell'acqua. Anche se sapevo di essere gay, non avevo mai fatto prima niente del genere, così mi chinai lentamente in avanti ed esplorai la punta del suo pene con la lingua. Delicatamente e goffamente cominciai a portarlo nella mia bocca muovendomi su e giù. Sentii la sua respirazione diventare più affannosa ed il suo uccello irrigidirsi. Le sue mani mi carezzavano la testa mentre continuavo a tenerlo in bocca. Ricordo vagamente che lui afferrò la mia testa tirandosela più vicino e dicendo a bassa voce qualche cosa senza fiato ma, prima che io potessi rendermi conto di quello che stava dicendo, lo sentii venire nella mia bocca. Mi ero appena spostato con la bocca verso la punta del suo uccello quando lui venne, così sentii il suo caldo sperma versarsi nella mia bocca. Dapprima di sembrò di soffocare, ma una volta resomi conto di quello che era accaduto, feci del mio meglio per ingoiarne più che potevo. Sfortunatamente Gianni venne a tal punto che non potevo tenere tutto dentro di me e molto del suo succo si versò fuori e sopra il suo uccello. Il suo sperma era così caldo e salato che ingoiai rapidamente quello che mi era entrato in bocca e cominciai a leccargli il cazzo per pulirlo di quello che mi era uscito. Di nuovo cominciai a prendere tutto il pene nella mia bocca finché non potevo prenderne di più e lo estrassi. Ero seduto a vedere Gianni che prendeva il suo costume da bagno e cominciai a ridere tra di me pensando a quello che era accaduto. Gianni si sedette vicino a a me, appoggiò la testa sulla mia spalla e sorrise. Rimanemmo seduti in silenzio per alcuni minuti fino a che le luci automatiche della spa non si spendeso.
2
Dopo che le luci si furono spente, Gianni ed io rimanemmo seduti quietamente per un po’. Non so quanto rimanemmo così, con la sua testa sulla mia spalla e la mano sulla mia coscia, ma ero così felice che non mi mossi. Poi era troppo caldo stare là nell'acqua e decidemmo di entrare ed andare a dormire perché dopo poche ore avremmo avuto un’altra partita. Dopo esserci asciugati entrammo ed andammo nella sua stanza dove c’era per me un sacco a pelo sul pavimento vicino al suo letto, ma quando Gianni entrò nella stanza prima di me, lo buttò di fianco e si sedette sul bordo del suo letto. Io non sapevo cosa fare così mi avvicinai e mi sedetti di fianco a lui. Dopo pochi secondi cominciammo a cercarci l'un l'altro ed a baciarci. Era bello sentire la sua bocca contro la mia e la sua lingua scivolare nella mia bocca. Le sue mani erano così forti e delicate allo stesso tempo; avrei voluto che mi abbracciasse per sempre. Lentamente lui mi prese la testa e la spostò di lato in modo di arrivare al mio orecchio con la sua bocca. Mentre mi succhiava delicatamante il lobo e faceva correre la lingua sul retro e dentro il mio orecchio, sentii tutto il mio corpo coprirsi de pelle d’oca. Eravamo seduti sul suo letto ancora con i costumi da bagno bagnati, quando mi resi conto che non avevamo chiuso la porta della stanza. Mi alzai ed andai a chiuderla, quando mi voltai Gianni stava togliendosi i pantaloncini e si mise di schiena sul letto. Ero così nervoso che mi limitai a sorriderei timidamente e togliermi il costume. Salii sul letto, strisciai delicatamente su Gianni e mi sdraiai sopra di lui. I nostri corpi nudi davano una sensazione così eccitante mentre ci baciavamo e lasciavamo che le nostre mani esplorassero. Il mio uccello era così duro che ogni tanto dava fastidio ma Gianni si comportava in modo da farmi sentire così rilassato ed a mio agio che io non ci feci molta attenzione. Dopo alcuni minuti Gianni mi girò sulla schiena e lentamente cominciò a scendere verso il mio uccello, fermandosi ad ogni capezzolo con la sua lingua e succhiandolo lentamente fino a farlo diventare duro. Quando la sua lingua arrivò all'area tra il mio ombelico ed il mio cazzo, lui si fermò e la leccò. Era la sensazione più meravigliosa che avessi mai sperimentato. Lentamente spostò una mano alle mie palle contratte e cominciò a prendermi in bocca. Gianni era così caldo e delicato e sapeva precisamente come si succhia un uccello tanto che pensai che non sarei durato molto, ed avevo ragione. Sentii le familiari contrazioni e pulsazioni e, quando si avvicinò l’orgasmo glielo dissi, ma lui continuò a muoversi su e giù. Era così stupendo che non riuscii a trattenermi più a lungo e tra bassi lamenti e sospiri cominciai a sparare il mio carico nella sua bocca. Gianni doveva esserselo aspettato perché mantenne il ritmo senza rallentare. Mentre Gianni lasciava che il mio uccello si esaurisse nella sua bocca, lo sentivo gemere come me e compresi che ne stava godendo. Dopo che ebbi finito di sborrare, Gianni continuò a succhiarmi, finché non mi ebbe prosciugato completamente e dovetti tirarlo via perché la sensazione era troppo forte. Quando mi estrassi dalla sua bocca, lui mi guardò e sorrise avvicinandosi ancora di più a me mentre crollavamo sul letto abbracciati. Cominciammo a baciarci ed io assaggiai un po’ del mio sperma nella sua bocca, ma non me ne preoccupai. Sembrò che continuassimo a baciarci per sempre quando lui mi chiese se ero in grado di eiaculare ancora. Prima di allora non ne ero stato capace ma sentivo che con Gianni era diverso, così dissi di sì. Allora lui estrasse da sotto il letto un vaso di vasellina. Io sentii che nel mio stomaco cominciavano a formarsi delle farfalle ma sapevo che era una cosa che avevo voluto fare da molto tempo, specialmente con Gianni. Senza dire una parola Gianni cominciò a lubrificarsi il cazzo e mi disse di mettermi sulla schiena con le gambe all'aria per poter raggiungere il mio culo e lubrificarlo. Dopo avercene messa una buona quantità lanciò il vaso sul pavimento e si posizionò tra le mie gambe per poterle alzare. Io ero molto nervoso e lui lo capiva, infatti mentre alzava le le gambe verso la mia testa, promise che non mi avrebbe fatto male. Mentre un po’ della mia schiena si sollevava dal letto, posizionò il suo uccello per penetrarmi. Molto lentamente e delicatamente spinse dentro la cappella e la lasciò là per un momento là. Dapprima fu doloroso ma mentre Gianni mi parlava e mi permetteva di abituarmi ad averlo dentro, il dolore andò via ed io cominciai a sentire la familiare sensazione di andare in bagno. Gli dissi che ero OK, lentamente e fluidamente cominciò a spingere dentro di me il più profondamente possibile per poi tirarlo fuori. La sensazione di averlo dentro di me era stupenda ed immediatamente mi tornò duro. Dapprima lentamente e poi più rapidamente Gianni mi inculò per la prima volta. Non c'era più dolore, tutto il mio disagio se n’era andato e la sensazione del suo uccello dentro di me era magnifica. Quando le sue spinte divennero più frequenti, capii che stava di nuovo per eiaculare e quasi subito mi chiese dove volevo che sborrasse. A me non importava dove, era stato così bello! Mi chiese se poteva venirmi in bocca ed io accennai impazientemente di sì. Si tirò fuori da me e scivolò rapidamente sul mio torace per mettere l’uccello vicino la mia bocca. Continuò ad accarezzarsi e con l’altra mano mi tirò più vicino a se. Capii che stava per venire perché la pre eiaculazione gocciolando fuori dal suo uccello ed il suo lamentarsi tranquillo era più intenso. Poi, senza preavviso, sparò il suo carico nella mia bocca in attesa e si carezzò l’asta per assicurarsi che fosse uscito tutto. Quando mi riempì la bocca io ingoiai immediatamente ed immediatamente ricominciai a succhiarlo. Quando smise di sborrare continuai a succhiargli il cazzo finché lui non fu più in grado di sopportarlo più a lungo. Lo capii perchè rise e mi disse di smettere. Quando scese dal mio torace e si sdraiò di fianco a me, io cominciai a ridere e lui mi chiese perché. Gli dissi che aveva sparato due volte un carico di sperma nella mia bocca in una notte ed io non ne potevo più di farlo ancora. Lui rise e restammo abbracciati, nudi, coi corpi coperti di sudore. Quella fu la prima notte che Gianni ed io facemmo l’amore ma non l'ultima. La nostra relazione era cambiato dopo quella notte, ma era cambiata in meglio. Non eravamo più solo amici, noi eravamo innamorati e finché noi ci diplomammo passammo insieme ogni minuto in cui era possibile.
3
Dopo la prima notte incredibile che Gianni ed io passammo insieme, comprendemmo che avremmo dovuto essere estremamente attenti nella nostra relazione. Giocavamo a calcio ed avevamo tonnellate di amici. Fondamentalmente eravamo i tipici liceali con l'eccezione che ci piaceva fare sesso fra di noi, e molto. Circa una settimana dopo la nostra prima notte, Gianni ed io eravamo alla spiaggia, mentre eravamo sdraiati sui nostri asciugamani a prendere il sole, cominciammo a parlare dei nostri piani per la sera. Gli dissi che volevo andare da qualche parte dove stare solo con lui. Evidentemente l’idea piaceva anche a lui così lasciammo la spiaggia e tornammo a casa mia per farci una doccia. Era pomeriggio ed i miei genitori erano ancora al lavoro così chiesi a Gianni se voleva che facessimo la doccia insieme. Ero un poco nervoso perché era passata una settimana dal nostro ultimo incontro, ma Gianni mi sorrise mi prese per mano e mi condusse in bagno. Mentre aspettavamo che l'acqua si scaldasse, cominciai a slacciargli gli short da surf e sentii che la sua erezione cominciava a crescere mentre tiravo le stringhe. Quando i suoi pantaloncini precipitarono a terra cominciammo a baciarci e carezzare i nostri corpi pigiati l'uno contro l'altro. Il mio uccello era così duro che quando lo spinsi contro Gianni quasi gli fece male. Io non potevo attendere ulteriormente di tirarmi via i pantaloncini e ricominciare a baciarlo. Le nostre mani esplorarono i corpi dell’altro e sentii la mano di Gianni afferrare il mio cazzo e delicatamente cominciare a menarlo. Il bagno stava cominciando ad essere letteralmente saturo di vapore, così entrammo nella doccia e riprendemmo a fare quello che stavamo facendo. La sensazione dell’acqua calda che colpiva i nostri corpi mentre le nostre mani esploravano, era stupenda. Capii che povevo venire in qualsiasi momento, ma io volevo resistere. Lentamente cominciai ad abbassarmi, mi inginocchiai limitandomi a massaggiargli la pancia per un po’ sorridendogli. Il suo pene era così perfetto che, dopo averlo fissato per un secondo, lo presi in bocca. Immediatamente lo sentii lamentarsi; sentivo l'acqua calda cadere sulla mia testa e nella mia bocca mentre lo succhiavo lentamente. Ricordo di aver pensato che sarebbe stato un piacere scendere su di lui quanto lasciarlo scendere su di me. Dopo alcuni minuti sentii Gianni dire che presto sarebbe venuto. Gli chiesi dove voleva sparare il suo carico e lui disse sulle mie labbra. Chiaramente era magnifico per me come per lui, il suo corpo rabbrividì e le sue palle si contrassero, lasciai che lo togliesse dalla mia bocca e cominciasse a masturbarsi. Io rimasi seduto in attesa che il suo caldo sperma arrivasse sulla mia bocca. Quando i suoi lamenti aumentarono capii che stava per sborrare e chiusi gli occhi. Lo sentii appoggiare la punta dell’uccello alle mie labbra leggermente aperte e sentii il suo masturbarsi. Dopo qualche secondo ebbi la grande sensazione del suo caldo sperma che si versava sopra la mia faccia e nella mia bocca. Rapidamente ripresi in bocca il suo cazzo e lo lasciai pompare dentro e fuori finché non finì di eiaculare. Non ce n'era tanto quanto la settimana precedente ma lo sentii in fondo alla mia bocca. Quando lo estrasse cominciai a leccarlo per pulirlo da ogni avanzo. Restando in ginocchio alzai lo sguardo verso di lui chei mi sorrise carezzando delicatamente i miei capelli bagnati. Ora il mio pene era durissimo ed io volevo dannatamente sborrare, mi alzai e lui mi chiese se volevo incularlo. Chiaramente dissi di sì, lui afferrò una bottiglia di shampoo e cominciò ad insaponae il mio l’uccello ed il suo culo. Dapprima ci furono delle difficoltà a trovare una posizione comoda ma alla fine ci mettemmo con Gianni a quattro zampe ed io dietro di lui con l’acqua che mi batteva sulla schiena. Mentre mi preparavo a penetrarlo gli chiesi se era pronto e lui accennò col capo e mi sorrise. Presi con forza le sue anche con la sinistra e spinsi la cappella contro il suo buco. Dapprima pensai che non sarei riuscito ad entrare ma, quando aumentai la pressione, il suo buco cominciò ad aprirsi ed io riuscii lentamente a scivolare dentro. Lo sentii grugnire piano e gli chiesi se era tutto ok, lui accennò col capo. Molto lentamente spinsi dentro di lui il più profondamente possibile, poi estrassi lentamente. Iniziai lentamente ma dopo alcuni minuti cominciai ad aumentare spingendo sempre più velocemente e con forza. I nostri corpi schiaffeggiavano uno contro l’altro e l'acqua che scendeva amplificava il rumore. Avvicinandomi sempre più all’orgasmo gli chiesi dove voleva che eiaculassi e lui mi disse che voleva che gli sborrassi sull’uccello. Gli dissi che stavo per venire ed estrassi per permettergli di girarsi. Lui si sdraiò sulla schiena a gambe larghe per permettermi di posizionare il mio uccello sul suo. Rapidamente cominciai a masturbarmi e mi sentii pronto ad esplodere. Proprio prima di venire misi la testa del mio uccello alla base della sua asta e lasciai che il mio sperma eruttasse sul suo cazzo duro. Sembrava che non finissi mai di eiaculare e quando terminai il suo uccello era coperto della mia sborra bianca. Quando vidi il suo uccello sporco compresi che volevo qualche cosa di più, mi chinai e cominciai a succhiargli l’uccello coperto del mio sperma. Aveva un sapore diverso dal suo, pensai che era strano ma continuai a leccare e succhiare. Dopo alcuni minuti Gianni suggerì di asciugarci ed andare nella mia stanza. Di malavoglia accettai, ci asciugammo e ci incamminammo nudi verso la camera. Ci gettammo sul mio letto e cominciammo a carezzarci lentamente l'un l'altro. Ero così felice che avrei voluto rimanere così per sempre. Mentre ci coccolavamo mi chiese se la prossima volta che facevamo sesso avrei potuto sborrargli in bocca. Naturalmente dissi di sì, gli diedi un grande bacio sulla guancia e gli dissi che avrei fatto qualsiasi cosa lui volesse tentare. Gianni sorrise.
4
Nei mesi seguenti diventammo inseparabili, facevamo tutto insieme e passavamo quasi ogni giorno insieme, ricordo che ero felicissimo di stare con lui e la nostra vita sessuale era stupenda. Un giorno decidemmo di andare al casinò che distava solamente 4 ore. A quell’epoca alla nostra età non era possibile giocare d'azzardo, ma avevamo degli amici che avevamo conosciuto attraverso la squadra di calcio e li utilizzammo come scusa per andarci. Guidare di notte attraverso la pianura era piuttosto noioso ma mentre viaggiavamo nell’oscurità mi venne un’idea che sapevo sarebbe piaciuta a Gianni. “Sei un buon autista?” chiesi. “Sì, perché?” rispose dandomi un'occhiata incuriosita. Senza dire una parola slacciai la mia cintura di sicurezza, mi chinai e gli baciai la guancia, poi cominciai a far correre una mano su e giù sulla sua coscia. Gianni indossava un paio di pantaloncini da corsa ed una t-shirt; lasciai che lentamente la mia mano scivolasse sempre più su sulla sua coscia e vidi che la sua erezione cominciava a crescere. Piegandomi verso di lui gli tirai delicatamente giù i pantaloncini esponendo i suoi boxer neri ed avvicinandomi al suo bel uccello. Volendo stuzzicarlo un po' lasciai che la mia mano carezzasse delicatamente la sua virilità attraverso le mutande finché non riuscii più a resistere. Afferrai l’elastico e gli tirai lentamente giù i boxer fin oltre il cazzo ed alle ginocchia. Mi piaceva guardare il suo pene, era così perfetto. Per un secondo lo stetti a fissare impaziente, poi mi chinai e lo presi in bocca, leccando lentamente la punta e giocando col buco. Con la destra cominciai a carezzargli le palle mentre spostavo la bocca su e giù sul suo cazzo duro. Era la prima volta che lo facevo a qualcuno che stava guidando ed era magnifico. Sentivo Gianni lamentarsi piano mentre la mia bocca scivolava sulla sua asta. Volevo che godesse veramente così lo succhiai molto lentamente. Capivo che avrebbe voluto venire ma volevo che avesse il massimo godimento. Ricordo che sentivo in sottofondo la radio mentre andavo su e giù su di lui. Stavamo ascoltando un cd dei Creed e sentimmo almeno tre canzoni mentre gli succhiavo il cazzo. “Vengo!” Disse Gianni respirando affannosamente ed io continuavo a succhiare. Quando le sue anche cominciarono a muoversi più velocemente e la sua mano liberà afferrò con forza la mia testa capii che stava per sborrare. Avevo perso il conto di quante volte avevo ingoiato lo sperma di Gianni nei mesi trascorsi, ma sapevo che non me ne sarei stancato mai. Il suo succo era salato, con un sapore quasi dolce che amavo. Quando fu sul punto di eiaculare smisi di usare la mano e pompai solo con la bocca, mantenendo lo stesso ritmo lento che intenzionale avevo tenuto per tutto il tempo. Quando Gianni emise un ultimo lamento finale, il suo carico eruttò nella mia bocca. Sentii la sua calda sborra riempirmi la bocca e cominciai ad ingoiare. Mentre lasciavo che il suo sperma scivolasse giù nella mia gola mi resi conto che c’era qualche cosa di diverso. Gianni non aveva smesso di lamentarsi come faceva di solito e neanche il suo sperma si era fermato. Lo sentivo continuare a versare la sua sborra nella mia mia bocca e ce n'era a tal punto che non riuscivo a tenerla tutta dentro. Il flusso era troppo grande. Mentre continuavo ad ingoiare lo sperma cominciò a scivolare fuori dall'angolo della mia bocca e cadere sul suo uccello. Quando smise di venire tenni il suo uccello in bocca, leccando il succo rimasto sulla punta. Quando lo feci scivolare fuori mi accorsi dello sperma che non ero riuscito a contenere. Leccai delicatamente tutto quello che trovai e presi in bocca l'uccello di Gianni un'ultima volta per pulire ancora la cappella. Mentre lo aiutavo a tirar su mutande e pantaloncini, lo guardai e sorrisi. “Cosa diamine è successo?” Chiesi ridendo. “Sapevo che tu ed io ci saremmo divertiti questo fine-settimana, così non mi sono fatto seghe per tutta la settimana.” Disse sorridendo “Ho anche guardato una tonnellata di porno, solo così era possibile avere un carico simile.” Non potevo fare a meno di ridere: “Beh, ha funzionato! E’ stato il più grosso fottuto carico che tu abbia mai sparato.” “Grazie.” Disse Gianni ed ambedue cominciammo a ridere. Il resto del viaggio fu divertente e anche le cose che facemmo in albergo…..
5
Alcuni ore più tardi eravamo arrivati e stavamo cercando un albergo, il nostro budget era piuttosto ridotto e così finimmo in un piccolo motel. Dopo aver lasciato le nostre borse uscimmo a vedere i locali. Ad un tratto vedemmo due ragazzi che si tenevano per mano camminando sul marciapiede. Mentre li sorpassavamo ci guardammo e ci sorridemmo. Stavamo per andarcene quando ci sorpresero voltandosi e cominciando a parlarci. Dopo alcuni minuti ci chiesero se volevamo andare a qualche bar gay, io dissi a Gianni che non c’ero mai stato prima e così decidemmo di andarci. Quando ci inoltrammo in una piccola strada dove c'erano 3 o 4 piccoli bar cominciai a diventare un poco nervoso ma, una volta entrati nel primo tutte le paure sparirono e cominciammo a divertirci. L'unica cosa terribile della sera era che uomini anziani continuavano ad avvicinarci, per evitarlo ci tenemmo per mano per tutta la sera. Più tardi decidemmo di tornare nella nostra stanza per la notte e divertirci un po’ noi due soli. Una volta nella stanza cominciammo a prepararci per andare a letto. “Ho bisogno di una doccia per lavare via il fumo del bar dal mio corpo.” dissi sperando che Gianni suggerisse qualche cosa. “Anch’io. Vuoi compagnia?” Disse con un sorriso tentatore. “Cosa ne pensi?” Chiesi tirandolo a me e baciandolo. Dopo esserci baciati per alcuni minuti andai ad aprire la doccia. Mentre l'acqua si scaldava, cominciammo a spogliarci. Gianni indossava ancora i boxer neri che erano così sexy su di lui. Quando fu solo con le mutande vidi il suo uccello semiduro che pigiava contro la stoffa. Anch’io ero con le sole mutande e mentre ero fermo a guardarlo, Gianni si avvicinò e cominciò baciarmi il collo. Questo spedì brividi lungo la mia spina dorsale, e mi diede un'erezione immediata. “Cosa succede?” Chiese Gianni e cominciò a strofinare il mio uccello con una mano. Per i minuti seguenti ci baciammo e lasciammo che le nostre mani esplorassero i nostri corpi sodi. Vidi che l'acqua era pronta, così mi chinai e gli tirai via lentamente le mutande mentre lui faceva lo stesso con me. Insieme andammo sotto la doccia, ci facemmo bagnare dall’acqua calda e rapidamente riprendemmo a baciarci e strofinarci l'un l'altro. Lentamente Gianni ricominciò a baciarmi il collo ed a leccarmi torace e capezzoli. La sensazione della sua bocca e dell’acqua calda era intensa. Si abbassò sulle ginocchia e mi leccò l'interno della coscia vicino all’uccello. La sensazione era troppo forte, ma finalmente prese in bocca il mio cazzo e cominciò a pompare. Usò le mani per circondare e penetrare il mio buco del culo. Lentamente e delicatamente lo lavorò e cominciò a massaggiare i miei interni. Io cominciai a lamentarmi di piacere mentre la sua bocca si muoveva su e giù sulla mia asta e mi stavo avvicinando all’orgasmo. Mentre mi succhiava l’uccello io gli massaggiavo la testa carezzandogli i capelli e capii che gli piaceva. “Sto per venire!” Dissi ansante. Si fermò per un momento e mi chiese se volevo fare uno “snowball”, naturalmente dissi di sì e lui ricominciò a succhiarmi l’uccello. Quando il mio cazzo cominciò a pulsare e formicolare, i miei lamenti divennero più forti, smisi di strofinargli la testa e l'afferrai con forza. Mentre sparavo il mio carico, lui continuava a pompare con la bocca, ma non ingoiò la mia sborra, lasciando invece che gli riempisse la bocca. Io gli stavo dando tanto sperma che cominciò a gocciolargli sulle guance e sul mento. Quando smisi di venire lo estrassi lentamente e lasciai che si alzasse. Tenne la bocca chiusa per non perderne neppure una goccia, io afferrai la sua faccia e lo tirai in più vicino, lui aprì la bocca e cominciammo a baciarci. Io lasciai che la mia lingua scivolasse nella sua bocca dentro e fuori nel mio sperma. Mentre le lingue lottavano tra di loro, lo sperma cominciò ad uscire e versarsi sulle nostre labbra. La salinità cominciò ad essere diminuita dalla nostra saliva e dall’acqua della doccia che scendeva. Era stupendo baciarlo così col mio sperma nella sua bocca. Sentivo la mia sborra scivolare giù per la mia gola mentre ingoiavo e baciavo Gianni. Dopo alcuni minuti di baci e scambio del mio sperma che copriva le nostre bocche e lingue, mi tolsi e gli dissi che dovevamo uscire dalla doccia; chiusi l'acqua, presi un asciugamano con cui ci asciugammo ed andammo a letto.Prima di andarci presi un flaccone di lubrificante e glielo lanciai. Mentre cominciava a lubrificarsi l’uccello gli dissi che volevo farlo alla pecorina e lui sorrise. Saliti sul letto mi misi a quattro zampe e lui si posizionò dietro di me; con un dito mise del lubrificante intorno al mio buco e mise da parte la bottiglia. Delicatamente inserì il cazzo dentro di me e mentre lo spingeva dentro io mi lamentavo di piacere. Gianni afferrò le mie anche cominciò dapprima lentamente ad incularmi, poi più rapidamente. Era bello sentirlo scivolare dentro e fuori di me, io mi sentivo in paradiso. Dopo alcuni minuti lui cominciò a lamentarsi e capii che presto avrebbe eiaculato. “Dove vuoi che sborri?” Chiese. “Dovunque tu voglia, fratello.” Mentre pompava sempre più forte disse che voleva venirmi solo nel culo ed io gli dissi che era magnifico. Quando mi riempì il buco sentii il calore che si spandeva dentro di me e sentii che lui continuava a pompare e lamentarsi mentre il suo carico usciva. Quando ebbe finito lasciò il suo uccello dentro di me per un po’, poi lo estrasse lentamente. Io precipitai sul letto, mi misi sulla schiena e Gianni si sdraiò vicino a me accoccolandosi. Rimasi là sorridente carezzandogli la testa mentre lui mi carezzava il torace. “Ti amo Gianni.” Dissi. “Anch’io ti amo e sono così felice quando sono con te!.” Disse Gianni sorridendo. “Sì anch’io, sopratutto se sei così caldo!” Dissi scherzando. Gianni rise e mi baciò sulla bocca. Mentre eravamo sdraiati abbracciati mi addormentai sapendo di essere col ragazzo più perfetto che avessi mai conosciuto e sapendo che lui sentiva la stessa cosa per me!
7
Erano passati alcuni mesi ed eravamo più uniti che mai, sembrava che passassimo insieme ogni minuto che potevamoda svegli. Stare in classe era così difficile perché sembrava che l'unica cosa a cui potessi pensare era lui. Era altresì difficile durante il calcio, era così dura per me vederlo nello spogliatoio o in divisa da gioco e far finta di niente, perché eravamo ancora al liceo e sapevamo che era meglio tenere segreta la nostra relazione. Un giorno, dopo l’allenamento, mentre stavamo andando a casa sua, notai che era stranamente quieto. “Cosa c’è che non va?” Chiesi. “Nulla…” “Sai che posso leggere dentro di te come in un libro?” Dissi mettendo la mia mano sulla sua appoggiata alla leva del cambio. Con un sorriso mi guardò. “Lo so. Ok, c’è una cosa che mi fa molto pensare ultimamente. Fra pochi mesi ci diplomeremo ed io non so cosa succederà di noi.” “Anch’io Io penso ed effettivamente non so cosa succederà.” Il resto del tragitto fu silenzioso, la verità era che avrei fatto qualsiasi cosa per poter stare con Gianni. Lui mi rendeva così felice e quando ero con lui tutto sembrava OK. Ambo eravamo stati accettati in due università diverse, la distanza tra le due scuole era di sole 3 ore, ma a me quella distanza sembrava superiore a quella del sole. Quando pensavo di non poterlo vedere ogni giorno, sentivo della nausea nello stomaco come su di una nave su un mare in tempesta. Il solo pensiero di pensarlo lontano mi rendeva triste. Ogni pomeriggio, dopo l’allenamento, andavamo a casa sua per fare la doccia. I suoi genitori non tornavano prima di sera e noi potevamo passare il tempo facendo qualunque cosa volessimmo. Come al solito facevamo la doccia insieme ma quel giorno non scherzammo affatto. Le nostre menti erano altrove e non eravamo dell'umore. Dopo la doccia ci mettemmo i boxer e ci sdraiammo sul suo letto. Quelli erano i miei momenti preferiti, quando abbracciati parlavamo. Amavo il contatto del suo caldo corpo sul mio ed il modo in cui le sue dita carezzavano il mio torace ed il mio stomaco, questa era una delle cose più intime che facevamo insieme ed io non ne ero mai stanco. “Cosa succederebbe se venissi anch’io alla tua stessa università?” Chiesi rompendo il silenzio. “Cosa?” Chiese Gianni girandosi su di un fianco, ora i nostri stomaci si stavano toccando. Mentre ci guardavamo negli occhi Gianni fece passare le sue dita tra i miei capelli. “Potrei cambiare senza problemi.” “Lo faresti per me? Rinunceresti alla scuola di cui parli da mesi?” Chiese incredulo. “Per te, in un momento!” Dissi facendogli correre le dita in giù sulla gamba ed indietro sul torace. Sapevo che gli piaceva quando esploravo la parte superiore del suo corpo e la pelle d’oca mi diceva che stava godendo. “Non avrei avuto il coraggio di chiedertelo.” “Non me lo stai chiedendo. Io te lo sto offrendo. Inoltre, io ti amo Gianni. Quando sono con te, io sono felice. Mi fai sentire migliore di quello che sono.” Dissi guardandolo fisso negli occhi marroni e profondi. “Lo sai che anch’io ti amo. Le ore che passiamo insieme sono quelle per le quali vivo. Farei qualsiasi cosa per stare con te. Non c'è giorno che non ringrazi per essere insieme.” Disse Gianni carezzandomi ancora i capelli. “Così perché non posso farlo?” Chiesi. “Nulla mi farebbe più felice se tu venissi.” disse Gianni. Mentre l'ultima parola stava uscendo della sua bocca, lui si chinò e mi baciò la fronte. Il contatto delle sue calde, umide labbra sulla mia pelle mi diede freddo. Rabbrividii per un secondo e poi la testa di Gianni si abbassò per permettermi di baciare le sue labbra. Delicatamente le nostre labbra si congiunsero e lingue esplorarono e giocarono. Non ero mai stanco di sentire la sua lingua nella mia bocca, scivolare delicatamente dentro e fuori, lottare con la mia. Rapidamente il nostro bacio divenne sempre più forte. Le nostre lingue penetrarono più profondamente e le mani si mossero più rapidamente. Gianni fece correre la mano sul mio uccello ed anche se ero già duro, il contatto della sua mano sopra i miei boxer me lo fece diventare ancora più duro. Sapeva come toccarmi per svegliare completamente il mio uccello. Sempre baciandoci lasciai che la mia mano carezzasse l'area di pelle tra il suo ombelico e le mutande. Lentamente scivolai delicatamente sotto l'elastico e sentii la sua erezione che praticamente usciva dalla cintura, lentamente gli tirai giù le mutande finché non liberarono il suo uccello duro. Lo spinsi delicatamente finché non fu sulla schiena ed io riuscii più facilmente a togliergli le mutande. Le lanciai attraverso la stanza e rimasi per un po’ perso nella bellezza di Gianni. Mentre mi guardava sorridendo dissi: “Ti amo” e mi abbassai per prendere in bocca il suo cazzo. Amavo avere il pene di Gianni nella mia bocca e la sensazione della sua pelle calda dentro di me. L’avevo fatto tante volte che conoscevo ogni protuberanza e muscolo della sua asta. Ora, mentre era di nuovo nella mia bocca, cominciai a succhiare e leccarlo come mi piaceva fare. Quando lo succhiavo, Gianni aveva un'abitudine di far correre le mani tra i miei capelli, massaggiandomi delicatamente la testa. “Che bello!.” Disse Gianni respirando affannosamente. Dopo alcuni minuti il respiro di Gianni divenne più rpido e cominciò a contorcere più rapidamente le anche. I suoi bassi lamenti erano eccitanti e mi facevano desiderare di succhiare più forte e più profondamente. “Sto per venire!” Disse. Quando i suoi lamenti aumentarono alzai una mano a carezzargli i capezzoli e con l’altra strofinai delicatamente il suo sacco. Poi, senza preavviso, i fiotti caldi del tutto familiari eruttarono nella mia bocca. Il suo sperma salato rivestì la mia lingua, dove lo tenni per un minuto prima di farmelo scivolare in gola. Mentre la magnifica sborra di Gianni mi riempiva la bocca, io tenni in bocca la punta del suo uccello e gli carezzai con forza l'asta per toglierne ogni goccia possibile. Sapevo come diventava sensibile il suo uccello dopo che era venuto così dopo che il suo sperma smise di riempirmi la bocca, estrassi la sua testa e leccai delicatamente la punta stuzzicandolo. C'era ancora sborra nel buco così gli massaggiai l’uccello che si stava ammollando finché l'ultima goccia non colpì la mia lingua. Mi sedetti col suo uccello in mano e mi leccai le labbra alla ricerca dello sperma che era uscito. Ce n'era un po’ sulla guancia sinistra e quando feci per asciugarla lui mi fermò. “Aspetta un secondo.” Disse sorridendo. Mi si avvicinò per poter leccare via il suo sperma dalla mia guancia. Solo l'idea che prendesse il suo carico nella sua bocca era così eccitante. Ci baciammo per alcuni minuti godendo uno del corpo dell’altro. Il mio pene era ancora duro ma non mi infastidiva anche se non ero venuto. “Amo quando mi vieni in bocca.” Dissi sorridendo. “È così eccitante!” “Non sei l’unico a cui piace la sensazione della sborra in bocca.” Disse Gianni ridendo. “Sai che puoi avere il mio ogni volta che lo vuoi.” io dissi con un timido sorriso. Dopo di che ci sdraiammo abbracciati sul suo letto. I nostri caldi corpi erano pigiati l’uno contro l'altro. Sapevo che fra poco mi avrebbe fatto sborrare, ma per ora mi bastava che mi tenesse così.
1La versione di EzioMi chiamo Ezio Bruni. Mio padre, il grande dottor Andrea Bruni, trascinò me e mia sorella Delia a Monteforte quasi 4 mesi fa. Ho 18 anni e sono capace di prendermi cura di me, io mi sarei trasferito in una grande città se non fosse per il fatto che mio padre sarebbe incasinato ad allevare mia sorella minore. Quindi sono in questa piccola città noiosa.Le cose
1Il mio miglior amico al liceo si chiamava Gianni, ci eravamo conosciuti il primo anno e continuammo a frequentarci. Quello che segue accadde durante l’ultimo anno. Facevamo tutto insieme, incluso giocare nella stessa squadra di calcio. Un sabato sera, dopo un doppio incontro, eravamo stanchissimi e decidemmo di utilizzare la spa che era nella casa dei suoi genitori, era tardi ed
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