Ero sul bus che mi porta come tutte le mattine al lavoro. Ogni giorno è sempre la stessa cosa. Gente che sale, che scende, giovani che vanno a scuola oppure gente come me che si reca semplicemente nel posto in cui passerà la giornata a scartabellare e ha controllare tabelle piene di numeri e di dati. Ma quella mattina sarebbe stato diverso quel tragitto. Sarebbe stato un giorno che mi avrebbe cambiato la vita per sempre. Tra la marea di gente che sale e che scende, noto un ragazzo che mi da subito all'occhio. Infatti è vestito completamente di bianco, mentre tutto il resto dei passeggeri indossa abiti scuri, dal verde al blu, dal nero al marrone. Lui invece era un'ondata di sole in mezzo a tutti quei visi corrucciati. Inoltre portava un cappello a "coppola" che gli nascondeva la chioma di capelli castano chiaro, erano del colore del miele che produceva mio zio. Ero come metallo attirato da una calamita, e lo osservavo, senza accorgermi di farlo. Ad un tratto mi accorsi che anche lui mi osservava. Cercando di non dare all'occhio, distolsi lo sguardo, che comunque si tuffava sempre in due occhi blu mare, che brillavano di intelligenza. Ero a dir poco turbato dalle onde che mi attraversarono il corpo. Ecco la mia salvezza, era giunta la mia fermata, e scesi, sempre turbato. Per qualche giorno ripensai a quello che era successo. Mi dissi che era stato solo un momento balordo, che ero stanco, stressato, e nel vedere quel ragazzo vestito chiaro in tutta l'oscurità di quel momento, mi aveva semplicemente inebriato. Passarono tre settimane da quel giorno strano, ed il ragazzo del sole non si era più visto. Erano le sei e mezza di sera e mi recavo a casa dopo una giornata faticosa e stressante. Ancora una volta il mio capo mi aveva stressato, con le sue continue richieste del fammi questo e fammi quello. Non ne potevo più e il ritornare a casa mi rendeva felice. Casa. Adoro il mio appartamento. Stavo dunque rientrando a casa. Seduto nel bus non affollatissimo, infatti era venerdì sera, e tutti finiscono prima, tornavo al nido leggendo un buon libro. Immerso nella lettura che mi avvinceva sempre di più, non mi accorsi nemmeno che di fianco a me si era seduto qualcuno. Solo quando i nostri bracci si sfiorarono, ed il mio cuore incomincio a battere all'impazzata, ed i peli dell'arto iniziarono a rizzarsi per l'elettricità statica che si era formata, distolsi lo sguardo e mi tuffai negli occhi di qualche settimana prima. Era lui e lo stesso effetto, che avevo avuto al primo incontro, si mostro in tutta la sua potenza. I nostri occhi si fissarono per non più di cinque secondi, che però mi sembrarono un'eternità. Volevo che quell'istante non finisse mai. Ad un tratto lui mi sorrise e si presentò, senza che ce ne fosse motivo. Bastian, un nome che mi è sempre piaciuto, da quando lessi la "Storia infinita". A mia volta dissi il mio nome "Ben". E poi lui mi porte la sua mano che strinsi. Sentivo il suo cuore palpitare nello stesso ritmo del mio, una sintonia che non avevo mai provato prima. Cosa dovevo fare? Mi sentivo angosciato, da quello che stavo provando per quel ragazzo. Ho sempre ammesso la possibilità di potermi innamorarmi di qualcuno dello stesso sesso del mio, ma che capitasse davvero, questo non l'avevo certo calcolato. Ed il mio desiderio di avere una famiglia con tanti bambini che fine avrebbe fatto? No, non potevo accettare quella situazione. Volevo rinnegare, rinnegare quello che mi stava succedendo. Ma una parte del mio cervello si ribellò, e lo invitai a casa mia. A casa? Ma sto delirando, diceva l'altra parte della mia testa. Un conflitto nella mia testa era iniziato. Ma mi sentivo comunque bene. Quel ragazzo a parte tutto mi ispirava gran fiducia e mi "piaceva". A casa non successe molto in un primo momento. Nessuno diceva niente. Qualche parola qua e la, come ad esempio: quante videocassette hai, oppure vuoi bere qualche cosa, eccetera. Discorsi senza un filo. Fu dopo un'ora che eravamo in sala seduti sul divano che cominciò a muoversi qualche cosa. La maggior parte del tempo l'avevamo passata a guardarci negli occhi. Poi ad un tratto lui si avvicinò lentamente. Mi sembrava di vivere una scena al rallentatore. Io non potevo staccare gli occhi dai sui, e lui non lo faceva nemmeno con me. Semplicemente si avvicinava. Ad una tratto le nostre labbra si toccarono e scocco un bacio. Era un bacio appassionato. Sentivo il caldo della sua lingua che spingeva per entrare nella mia bocca. Dopo, ancora, un istante di incertezza, lo lasciai entrare e anch'io iniziai a baciarlo. Nella mia testa frullarono un sacco di cose. Una di queste fu, che era il destino, che mi aveva portato fino a lui. Non avevo avuto mai una ragazza, ero ancora "vergine". Avrei perso dunque la mia verginità sessuale con un uomo? Ma che cosa trovava in me? Esteticamente lui era un Apollo, ma io ero il contrario. Con la mia pancetta, il mio visto rotondo e qualche chilo di troppo, perché mi voleva? Fra tutti questi pensieri, la faccenda si stava facendo sempre più calda. Io mi trovavo a torso nudo mentre io gli sbottonavo, come un imbranato, la camicia. Certo che lui ci sapeva fare. Smise di baciarmi sulla bocca ed inizio a succhiarmi un capezzolo poi l'altro. Io spazientito dalla sua camicia che non ne voleva sapere, gli aprii i pantaloni e introdussi le mie mani sotto la canottiera. Li scoprii un corpo imberbe. Le mie mani seguivano i lineamenti del suo corpo ben sviluppato. La sua pelle era liscia ed ora che si spingeva sempre di più verso di me, ne sentivo il profumo. E questo mi eccitò incredibilmente. Ci trasferimmo sempre baciandoci, nella camera da letto. Mi fece sdraiare sul letto e mi spoglio completamente. Ero nudo davanti a lui. Lui indossava ancora pantaloni e canottiera, mentre le sue scarpe erano già volate da qualche parte. Il mio membro si era eretto per l'eccitazione. Non sapevo però ancora cosa avrei dovuto esattamente fare. Speravo che lui, a parte l'essere esperto nel spogliare, fosse anche esperto nell'andare oltre. Dopo baci ed effusioni riuscii in modo fortuito a togliergli finalmente la canottiera e a vedere quel fisico perfetto. Non era un ragazzo muscolosissimo, ma lo era abbastanza. Non avrebbe certo avuto problemi a conquistarsi donne, e quindi nemmeno uomini, ma aveva conquistato me. Ero sdraiato sulla schiena, mentre lui mi stava sopra. Ci baciavamo appassionatamente. Mi piaceva quello che stavo facendo. E mi sentivo pronto a farlo con lui fino in fondo. Mi ero liberato di dubbi, non ne volevo sapere. Durate quel bacio, mentre le mie mani scorrevano sulla sua schiena, calda e avvolta da un manto ambrato di sudore, lui si muoveva come se stessimo già copulando. Sentivo il suo membro eretto sotto la stoffa dei pantaloni. Capii in quel momento, che cosa mi avrebbe aspettato. Lo volevo sempre di più. Lo volevo dentro di me! Le mie mani scesero i suoi fianchi e seguii la cintura. Con non poca fatica, visto che anche lui non mi aiutava certo, riuscii a slacciargliela e finalmente ad aprirgli i pantaloni. Con l'aiuto dei piedi feci scorrere i suoi pantaloni lungo le sue gambe. Pensai che quello che stavo facendo valeva più di mille ore in palestre. Sotto i pantaloni indossava dei boxer "Calvin Klein" che gli mettevano in mostra la parte virile. In un attimo di "voglia" gli presi in mano il "pacco" e lo accarezzai. Era caldo. Mi piaceva. In un orecchio lui mi disse se volevo prenderlo in bocca. Gli risposi con lo sguardo. Già stavo facendo quel che facevo, e lo avevo accettato, ma volevo che il tutto succedesse un passo alla volta. Lui mi capi e ci pensò lui a farmi schizzare di fremiti. Si era messo in fondo al letto, e aveva cominciato a leccarmi le parti intime. Poi cominciò a prendermelo in bocca. Ora che ci penso, mi eccitava quasi di più il fatto di vederlo fare su e giù con la testa, che nemmeno il fatto che mi stesse facendo un "pompino". Mi piaceva averlo ai miei piedi. Gli presi così la testa fra le mani e seguii quel ritmo dolce e delicato. Tra i va e vieni, fra il suo viso che faceva impazzire, la conclusione certa fu che venni. La mia prima volta venni in bocca ad un ragazzo di cui conoscevo il nome e l'età. Lui bevve e prese un po' del mio sperma in mano. Io ero paonazzo in viso ed ero sudato. Ce l'avrei fatta a sostenere quello che pensavo fosse successo? Ebbene lui non ci pensò su molto. Mi girò e mi mise a quattro zampe. Poi inizio ad introdurre un dito e fare dei va e vieni. Mi piaceva quello che faceva, e come mi piaceva. Poi smise un attimo. Si era alzato e prese la sua cartella da cui estrasse dei preservativi e del lubrificante. Mi piaceva sempre di più quel ragazzo. Ebbene dopo aver fatto un po' di su e giù con due dita, si preparò mettendosi un preservativo. Poi mise la punta del suo membro vicino all'apertura del mio ano. Diede un colpo secco e si ritrovo dentro di me. Io feci un lieve sussulto di dolore, ma poi mi morsi le nocche delle mani. Non volevo fargli credere che mi facesse male, anche se in quel momento lo stava facendo. Dopo essere stato dentro un po', senza muoversi, incomincio a fare avanti ed indietro, dolcemente. Il bruciore pian piano si trasformò in piacere. In seguito accellerò il ritmo. Poi si chinò in avanti per avvolgermi con le sue mani, che fino al quel momento avevano cinto i mei fianchi. Stavamo copulando davvero, ed era piacevole. Per concludere quell'atto così piacevole, si rialzo e diede alcuni colpi coi fianchi, in modo deciso e sentii che stava venendo, dai sui urletti di piacere. Quando mi sdraiai di fianco a lui, eravamo tutti e due sfiniti. Cominciammo finalmente a parlare di noi ed a conoscerci, ed io lo invitai a restare per la notte. Dormimmo abbracciati come due amanti sereni e felici. Vi è piaciuta questa storia? Se sì scrivetemi e andrò avanti a raccontarvi la vita mia e di Bastian! mailto:liveislive_2000@yahoo.com
