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Rapporti di Buon Vicinato - Atto Primo

by Gianluca


In un sabato come tanti altri, mentre ero indaffarato a far niente, incuriosito dall'insistente abbaiare dei cani del mio vicino; uscii in giardino per vedere che cosa stava succedendo. In realtà non mi sarei dovuto curare più di tanto dei fatti del mio vicino visto che lo conoscevo a malapena, e lui stesso non aveva mai fatto nulla per instaurare un rapporto di buon vicinato; ma come dire, sono sempre stato un tipo curioso… Ad ogni modo, uscii e mi misi a sbirciare con aria distratta: c'erano degli operai che portavano dei mobili nuovi, e lui e la sua dolce metà che spiegavano loro dove andare e a che cosa stare attenti. Non appena mi vide mi fece un gesto concitato con la mano in cenno di saluto, io rimasi perplesso qualche secondo, dopodiché ricambiai il saluto aggiungendovi un gran sorriso. E fu allora che la moglie si avvicinò all'inferriata che divideva le nostre due case. "Buongiorno" mi disse con aria allegra. "Buongiorno a lei" risposi io. "C'è aria di cambiamenti" affermai io un po' titubante. "Si, finalmente adesso abbiamo tutti i mobili… Non è stato per nulla facile" "Capisco, succede così a quasi tutti" improvvisamente sentii il telefono di casa squillare, mi scusai e mi precipitai a rispondere. Era qualcuno che aveva sbagliato numero. Che seccatura! Per quel giorno non li vidi più, sentivo solo ogni tanto delle voci. La mattina seguente mi alzai, e la prima cosa che feci fu aprire la finestra, ammirando così l'incantevole panorama che mi circondava, che questa mattina era ancora più incantevole: inginocchiato sul suo prato c'era il mio vicino che con molta cura e dedizione piantava delle violette. Ero rapito dal suo modo di lavorare, era così delicato con quelle piantine, e così vigoroso con la terra. Ne ammiravo la figura armoniosa, quando il mio occhio cadde sulle sue mani, o meglio sullo scintillio della sua mano sinistra, quel segnale di proprietà mi intrigava, e già di primo mattino immaginavo la sua mano prigioniera dell'anello che frugava palpitante il mio corpo. Di scatto si alzò, e si girò, senza accorgersi di me. Indossava una canottiera bianca a costine, e un paio di bermuda color cachi; era alto, magro, con i capelli un po' arruffati. Carino si, ma niente di particolare. Eccetto il suo modo di camminare, molto sciolto e convinto. Lo vidi poi tornare con uno strano arnese di cui non capivo il possibile uso. Fu allora, che come se si fosse accorto di essere osservato da qualcuno, alzò leggermente lo sguardo e mi disse: "Ciao" Rimasi nuovamente sorpreso per l'uso del tu, fino a ieri mi dava del lei; quelle pochissime volte che mi aveva rivolto la parola. "Ciao" replicai quasi automaticamente. "Al lavoro già di primo mattino?" "Ebbene si, il mattino ha l'oro in bocca" "Ma sei tu che ti occupi di tutto il tuo giardino?" Chiesi io con fare sorpreso. "Ebbene si. Io lavoro per otto ore seduto dietro ad una scrivania, e quando ho finito mi piace fare lavori con le mani" "Io, invece sono negatissimo per queste cose" ammisi con aria desolata. "Quando ti serve una mano, fai un fischio!" L'idillio fu interrotto dalla comparsa della moglie, che con una vestaglia lunga fino alle caviglie, lo chiamava dicendogli che il caffè era pronto. Ci salutammo, scesi in un cucina e faci colazione anch'io, ripensando a quello che mi aveva appena detto, se fossi stato malizioso avrei potuto fraintendere tutto quel parlare di mani, ad ogni modo di una cosa ero sicuro: era sposato. Capitolo chiuso. Anche se il far sesso con un uomo sposato era una di quelle fantasie erotiche cui spesso ricorrevo, mi bastava pensare anche solo alle sue mani che mi accarezzavano e avevo un delirio di piacere… Per tutta la mattinata non li vidi più, ma nel pomeriggio assistetti ad una scena che mi sconvolse. Non mi ero mai accorto che la finestra del mio bagno dava sulla finestra della loro camera da letto. E così, quando per caso dalle fessure della persiana mi accorsi di quello che stava succedendo nella loro camera, rimasi pietrificato. I due stavano facendo sesso, potevo chiaramente vedere le due sagome: lui in ginocchio sul letto con il suo arnese in mano e lei carponi si avvicinava furtiva per ricoprire di attenzioni quel candelotto di dinamite… Potevo guardare il movimento ritmico della sua testa tra le di lui mani, quelle mani intrappolate nella fluente chioma di lei. Dopodiché lui si abbassò e la baciò appassionatamente, mentre con le mani le carezzava il culo. La fece adagiare sul letto, le divaricò le gambe e iniziò a esplorare quella foresta che sicuramente già conosceva a menadito. Questo spettacolo mi turbava e al tempo stesso mi eccitava, non mi era mai successo prima. Adesso lei era nuovamente carponi con lui che la prendeva da dietro, con movimenti decisi e poderosi. Più andavano avanti e più il ritmo accelerava, fino a quando lui si scostò da lei e si mise da parte della sua testa, lei si mise supina in attesa di accogliere il frutto del godimento di lui. Lui con la sua mano compiva movimenti brevi e rapidi sul suo membro, fino a quando il culmine del piacere ebbe il sopravvento. Lei avida di piacere avvicinò le sue labbra al membro, ormai quasi del tutto rilassato, e continuò carezzandogli il ventre e i pettorali. Lui si sdraiò lungo il suo corpo e con mio grande stupore iniziò a "ripulire" la sua sposa. Ero senza parole, avevo il cuore in gola, io di sesso tra etero me ne intendo veramente poco, ma questo mi sembrava, per così dire, inusuale. Mi allontanai dalla finestra, inciampai in qualcosa, avevo bisogno di una doccia fredda. Rimasi per parecchi minuti sotto il getto della doccia, perfettamente immobile, le immagini di poc'anzi mi scorrevano davanti, impedendomi di rilassarmi. La mattina dopo, verso le 11.00 suonò il campanello: era lui. Io aprii la porta con solo i boxer e la mia T-shirt preferita. Ero un po' assonnato, e anche imbarazzato. "Scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di chiederti una grossa cortesia: sto accompagnando mia moglie al mare, e avrei bisogno che qualcuno mi guardasse il cane. Puoi farlo tu?" "Non c'è problema" "Ah, grazie tante, ecco qui ci sono le chiavi. E a buon rendere" Mi disse facendomi l'occhiolino… "Torno domani sera" "D'accordo, a domani". Il week-end passò velocemente, e la domenica sera vidi le luci della sua camera accese. Mi sembrava un po' strano che non fosse passato prima da me per riprendersi le chiavi, e così decisi di sincerarmi se fosse proprio lui. Di soppiatto mi intrufolai nella sua casa, salii le scale e udii una voce, la sua voce, era al telefono, potevo intravedere la sua sagoma nella penombra della stanza poco illuminata. Appoggiato al muro, con la cornetta frapposta tra la testa e la spalla, con una mano teneva l'apparecchio telefonico, e con l'altra mano teneva… non ci potevo credere, un'altra cornetta - diciamo così - lo sentivo parlare con voce calda e eccitata, stava parlando con un telefono erotico, pronunciava una serie infinita di oscenità, e nel frattempo si menava l'attrezzo. Aveva proprio un bel corpo, e perché no, anche un bell'uccello. La sua mano con movimenti circolari indugiava sull'estremità del cazzo, non doveva essere troppo lontano dal venire. Per un momento pensai che la situazione non era reale, e che mi stavo immaginando tutto; ma quando lo sentii dire "Adesso ti inondo!" fui riportato bruscamente alla realtà. Immediatamente pensai: che spreco, e pensare che avremmo potuto spassarcela insieme. Clandestinamente mi allontanai, dalla sua camera e dalla sua casa. Rientrato nella mia abitazione, decisi di bere qualcosa, e mentre lo sorseggiavo pensavo al mio vicino di casa, quel gran porco del mio vicino di casa, non riusciva neanche a stare due giorni senza fare sesso? Me ne andai a letto, un po' scombussolato da tutta la situazione, e anche la notte passò in maniera un po' agitata. Lo sognai, mentre si toccava, mentre faceva sesso con la moglie, mentre faceva sesso con me… Un gran casino, insomma. Il mattino seguente quando mi svegliai ero in un bagno di sudore, ero tutto appiccicaticcio, troppo appiccicaticcio, mi guardi bene, e con enorme sorpresa mi accorsi che ero venuto nei miei boxer, senza fare nulla, o almeno credo… Mi diressi in bagno a fare la doccia, e dopo che finii per far uscire il vapore aprii la finestra, e indovinate un po' chi si stava vestendo in camera sua? Anche lui doveva essere uscito da poco dalla doccia, perché aveva un asciugamano bianco attorcigliato in vita; se lo sfilò di dosso mostrandomi inavvertitamente il suo sedere. Si infilò gli slip e fu allora che si accorse di me, io finsi di essermi appena affacciato, lui per un istante mi guardò un po' dubbioso, forse si stava chiedendo che cosa avessi visto esattamente; ma poi evidentemente non preoccupandosene più di tanto, mi fece ciao con la mano e mi disse: " Passo da te dopo" "OK" risposi io. Continuavo a chiedermi di come fossero possibili tutte queste coincidenze, ma a volte la vita è strana o no? Ebbi giusto il tempo di rivestirmi, e di scendere le scale che lui bussò ala porta. Andai ad aprire, e me lo ritrovai lì davanti sorridente. "Ci sono stati problemi?" mi domandò lui "No, è andato tutto bene." "Sarei voluto passare ieri sera, ma ho avuto da fare…" Si, mi ricordo che cosa hai avuto da fare mandrillone, dissi nella mia mente. "Non importa, va bene lo stesso" "Senti, visto che siamo soli tutti e due perché stasera non vieni da me a vedere la partita, ho un mega televisore che si vede magnificamente." Improvvisamente ebbi un attimo di repulsione, detesto il calcio, ma tanto l'alternativa era starsene a casa, solo soletto, e accettai. Arrivai a casa sua per le nove, suonai e sentii una voce in lontananza che diceva "E' aperto!" "Sei in ritardo, la partita è già iniziata!" E io "Che peccato, ma ho avuto delle cose da fare…Mi sono perso qualcosa d'importante?" "No, per ora non è successo nulla di interessante" Fortunatamente dopo un quarto d'ora ci fu la fine del primo tempo; lui andò in cucina e se ne arrivo con due bicchieri e della vodka alla pesca. Ne versò generosamente nei bicchieri e cominciammo a bere. Io non sono molto abituato a bere, e già dopo il primo bicchiere mi sentivo un po' stordito, mi appoggiai allo schienale del divano, e nel frattempo lui continuava a versare e a bere. Iniziò il secondo tempo e mi disse: "Non mi sembra che ti interessi troppo la partita" "Eh, in effetti hai ragione, non sono un grande appassionato, ma non avevo molta voglia di starmene solo." " E allora sei capitato bene anch'io ho voglia di compagnia" mi disse con uno strano sguardo. In ogni caso io dovevo ancora riprendere pieno possesso del mio corpo, in preda oramai all'alcool. Lui si avvicinò un po' di più a me e mi sussurrò nell'orecchio: "Neanche a me piace tanto il calcio, lo guardo solo per i calciatori, per immaginarmeli nudi sotto le docce che insaponano delicatamente i loro corpi scattanti; per immaginarmeli mentre il massaggiatore ha libero accesso ad ogni angolo dei loro corpi" e così facendo mi afferrò la mano e la appoggiò sulla patta dei suoi pantaloni; premendola con decisione contro il suo uccello eccitato. "Forse questo ti interessa di più del pallone o no?" Rimasi senza fiato e senza parole per qualche istante… by m_mizar@hotmail.com

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Rapporti di Buon Vicinato - Atto secondo

…"Mhh, non so, dipende… dovrei prima vedere…" controbattei io con aria subdola. Senza darmi il tempo di aggiungere altro mi ritrovai la sua mazza tra le mani: tesa e nodosa come mai avrei sperato. "E allora? L'uomo Del Monte ha detto si?" Non ero più in me dalla gioia; mi accovacciai tra le sue gambe e iniziai ad ingoiare quel mattarello che per quanto era duro pareva di legno

Rapporti di Buon Vicinato - Atto terzo

Immediatamente mi precipitai da lui, salii le scale di corsa, e entrando nella camera lo vidi completamente nudo, che guardava fuori dalla finestra. "Si, ricomincia…" asserii io; lui si girò e con grande sorpresa mi accorsi che non era lui. In un attimo mi accorsi che non si somigliavano neanche tanto, lui era un po' più basso e pelosetto, massiccio… Divenni subito rossissimo in viso

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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