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Confusione...

by Speeed


“Si pronto...” “Ciao! Ancora al lavoro ?!” “Lo sai ; comincio tardi, ma finisco anche tardi !” “Sempre a lamentarti e a farti seghe ! Sai , ieri sera al vernissage dove non sei voluto venire ho incontrato un tipetto terrificante!” “E a me che me ne frega !” “Te ne frega e come ! Il tipetto non era certamente per me : abbastanza stronzo e un pò perverso; bello da svenire ma veramente troppo strano per i miei gusti semplici e sani. Ho attaccato comunque bottone, e gli ho parlato di te . A questo servono i veri amici . E mi é sembrato parecchio interessato...” “Dici ?” “Ma certo ! Sono sicuro al 99% che mi farai un monumento dopo che te lo avrò presentato. Figurati che gli ho detto che ci saremo visti tutti e tre stasera al “baretto” verso le mezzanotte. Devi venire assolutamente ! “ “ Sicuro che sia il mio tipo ?” “Ti dico di sì ! Anzi, sai che ti dico, io non verrò, sennò mi sentirei di troppo. Così finalmente concluderai e smetterai una buona volta di farti seghe su seghe e di piangermi sulla spalla...” “E come lo riconoscerò ?” “ E’ esattamente il tipo di cui sempre sogni... Poi se non avrà una sigaretta in bocca, sicuramente se la starà accendendo. Poi il sorriso; il culo, etc. Non esiterai un attimo !!!” “Ok, ok ...” Tornai a casa, mi feci una doccia, mi feci la barba e per l’occasione mi rasai anche sotto le ascelle, il petto e le palle,in modo che fossero lisce come quelle di un bimbo. Il rasoio passato su quelle parti così delicate mi eccita sempre parecchio e devo resistere dal voler godere subito masturbandomi. La mia amicizia con Flavio era di lunga data e la nostra intimità grande; cosicché ero davvero curioso di incontrare questo tipetto, che a parer suo doveva essere stato concepito in base ai miei desideri più assoluti. Uscii un pò incerto che non si trattasse dell’ennesimo incontro tiepido seguito da una scopata alquanto meccanica che mi avrebbe lasciato ancora una volta un enorme vuoto, nonostante la soddisfazione fisica. Conservando i miei dubbi mi misi al volante conscio che trovare parcheggio a Testaccio a quell’ora mi avrebbe preso un pò di tempo. Arrivai al “baretto” a mezzanotte e mezza un pò scoglionato, ma comunque curioso di quello che mi aspettava. Non c’era tanta gente; un paio di fighette, una vecchia dall’aria elegante ma vissuta, due coppie di pseudo alternativi che bevevano la loro birretta di importazione e di schiena, al bar, un ragazzo: capelli cortissimi, jeans e camicetta a maniche corte aderente, culetto rotondo e sodo e naturalmente sigaretta accesa in mano. Il viso ancora non riuscivo a vederlo, ma il tempo di attraversare la sala e lo raggiunsi al bar, prima ancora di incrociare il suo sguardo, gli dissi: ”Scusa il ritardo, ma non riuscivo a trovare parcheggio ...” Si girò, mi guardò negli occhi, e facendo uscire il fumo da una bocca piena di denti bellissimi, e disse : ”L’importante e che sei arrivato. Non ho aspettato troppo, ma anche se lo avessi fatto, ora che ti vedo, mi rendo conto che ne é valsa la pena ...” Rimasi come ghiacciato da tanta sfrontatezza, ma appena i miei occhi misero a fuoco i suoi, mi sentii bruciare il sangue nelle vene. Ero un pò inibito: invece di trovarmi di fronte ad semplici occhi umani, era come se fossi salito su una torre e stessi guardando verso la città dall’alto, con quel relativo senso piacevole di vertigine. Flavio non si era sbagliato, quel tipetto era un dio pagano a cui avrei voluto sagrificarmi. Cominciai lentamente a cercare di focalizzare qualche particolare, come la bocca, il naso , le mani o il pacco; ma era solo la visione d’insieme che mi colpiva. Penso che la bellezza degli uomini consista nell’armonia delle parti e dei movimenti. E lui era indubbiamente bello. “Rimaniamo qui, o hai qualcosa più interessante da propormi ?” Non fece in tempo a terminare la frase che cominciai a sentire il mio cazzo prendere consistenza nelle mutande... “A casa mia ? “ riuscii a dire ... “D’accordo!” disse spegnedo la sigaretta nel portacenere. Uscimmo. Lui mi camminava dietro. Ne ero sollevato perché così non avrebbe visto la mia erezione oramai così difficile da nascondere; ma non lo vedevo più, né sapevo che parte di me guardava, perché mi guardava: sentivo il suo sguardo fisso su di me... Anch’io era un bel esemplare di maschio; niente di importante da rimproverarmi se non il carattere un pò complicato. Sentirmi quegli occhi adosso mi eccitava e non vedevo l’ora di essere da me per poterlo toccare: ne avevo una voglia estrema. Salimmo in macchina; io mi accesi una sigaretta e mettendo in moto, mi aspettavo che anche lui se ne accendesse una. Invece con mia grande sorpresa, mi mise una mano sulla patta e l’altra la lasciò penzolare fuori dal finestrino. “Ma sei già duro come il marmo . Non abbiamo scambiato neanche quattro parole e già pensi a chissà cosa... “ Che stronzo, pensai, ma gli risposi “ E che hai un corpo che di parole ne dice tante, e poi é la tua mano che si prende delle confidenze...” Infatti dopo avermelo stretto, mi massaggiava delicatamente il cazzo, scendendo ogni tanto sulle palle e verso il buco; forzando un pò la stoffa dei pantaloni. Mentre guidavo, mi gustavo il massaggio e pensavo a quella bocca che presto avrei baciato . Restammo silenziosi. Intanto cominciavo ad identificare meglio il suo odore, il suo profumo. Arrivammo infine a casa, e nell’ascensore,sempre in tiro, mi limitai a guardarlo o meglio ad ammirarlo, altrettanto fece lui. “Carina questa casa...” mi disse mentre aprivo le finestre. “Vuoi bere qualcosa?...” gli chiesi mentre mi girai e vidi che si era seduto sulla poltrona a gambe large e si era acceso una sigaretta. Si stava toccando e mi fissava. “Vodka ?”chiese. “Vodka !”risposi. Dopo il temporale del giorno prima, l’aria era un pò più fresca, ma a giugno a Roma fà comunque caldo, ed io , forse perché così eccitato, cominciavo a sudare.Tornai in salone , lui, sempre in poltrona si era aperto completamente la camicetta e si carezzava il petto guardandomi negli occhi. Mi avvicinai a lui con i due bicchieri in mano. Mi mise una mano sulla coscia e con l’altra prese il bicchiere. Ne prese un sorso e mi tirò ancora un pò più a lui. Posò il bicchiere a terra e con il braccio cinse la mia gamba, con la mano libera comincio ad aprirmi la cintura. La sfilò completamente , ma i miei pantaloni ancora non erano calati; sostenuti anche forse dalla mia erezione che spingeva prepotentemente all’insù. Fece cade la cintura e mi sbottonò. A quel punto i miei pantaloni scivolarono giù lasciandomi in mutande, con in mano il bicchiere. Ci guardammo ancora una volta e e poi lui cominciò a fare dei piccoli cerchi con la punta dell’indice sulla punta del mio cazzo eretto, ancora protetto dal sottile cotone delle mutande; ma dove ormai era ben visibile una macchia enorme di liquido prespermatico. Quel tocco leggero e continuo mi fece venire brividi di piacere e con la mano che mi restava libera comincia ad accarezzargli la testa. Cominciò a leccarmi attraverso la stoffa e con le mani mi accarezzava l’interno delle cosce. Poi le mie mutande furono tirate giù e rimasi completamente esposto, sempre con il bicchiere in mano con la mia vodka che diventava sempre più calda. La mandai giù in un colpo solo e posai il bicchiere per terra, inginocchiandomi davanti a lui . Gli presi con violenza la testa tra le mani e gli immersi la lingua in bocca . Mentre assaporavo la sua bocca, lui si tolse la camicia senza però interropere il nostro primo bacio. Le sue dita si strinsero sui miei capezzoli ed io emisi un gemito direttamente nella sua bocca, chiudendo gli occhi. La sua lingua e la mia sembravano due serpenti che si rotolano l'uno sullaltro durante l'accoppiamento, ed ogni tanto i nostri denti si incontravano cozzando dolcemente; gli accarezzavo la nuca e con l'altra mano seguivo la linea della sua spina dorsale. Sobbalzai di dolore ed aprii gli occhi quando la sua mano si strinse con una certa violenza attorno ai miei testicoli strizzandoli leggermente: il suo sguardo era sorridente e compiaciuto; mentre le nostre lingue non interrompevano il loro accoppiamento. A questo punto non ce la facevo più, volevo vedere anch'io che cosa aveva tra le gambe, sentirne la consistenza, respirarne l'odore, sentirne il gusto e valutarne la forma. Lo tirai su, io sempre in ginocchio con i pantaloni calati sulle caviglie, un pò scomodo a dire il vero; lui in piedi davanti a me, con l'erezione che tendeva i suoi jeans. lo guardai ancora una volta negli occhi; ero ai suoi piedi. Mi tolsi la maglietta, e mi chinai ancora di più per slacciargli le scarpe; le gettai lontano e cercai di respirare l'odore dei suoi piedi ma senza farmi notare. Già la mia posizione era di venerazione, non potevo sottomettermi completamente ; almeno per il momento. Non portava la cinta, e quando cominciai a spottonargli i suoi 501 mi accorsi che non aveva neanche le mutande, il porco ! Ipnotizzato dal suo membro continuai a sfilargli i pantaloni che poi gettai lontano ; a quel punto lui si spostò improvvisamente di lato ed indietreggiò, quasi sfuggendo alla mia presa, ma concedendomi la visione della sua totale nudità. In ginocchio davanti a lui lo guardavo . Bello da morire ... A questo punto lui si mise a ridere, e mi disse: " Mi sento un pò troppo nudo", mettendosi le mani difronte al suo meraviglioso cazzo totalmente eretto, come preso da qualche insospettato pudore; e poi "perché non ti togli tutto anche tu e mi presti un attimo le tue mutande, che vorrei provarle...poi me le tolgo... solo un attimo...". Sorpreso, eh si ! Ero un pò sorpreso ma fu un sollievo liberarmi dagli indumenti che mi legavano le caviglie... Mi alzai in piedi, anch'io tutto nudo a dal mucchietto che formavano i miei vestiti raccolsi le mutande e le gurdai : erano un parecchio bagnate dai mei succhi e dalla sua saliva. Lo guardai e porgendogliele gli dissi : " Ma sono... ". non feci in tempo a terminare la frase che lui me le strappò quasi di mano e se le portò sotto il naso e chiudendo gli occhi respirò profondamente. Poi guardandomi con quegli occhi di ghiaccio : " Potrei respirarti per ore ..." e appoggiando una mano sulla mia spalla per sorreggersi si infilò le mie mutande . Non avevo fatto in tempo a spogliarlo che si era già rivestito! Non avevo neanche avuto il tempo di osservare il suo membro, che ora si nascondeva di nuovo sotto la stoffa. Ero sorpreso ma soprattutto eccitato e dal buchetto del mio cazzo uscivano gocce di eccitazione. A quel punto si strinse a me e con una mano comincio ad accarezzarmi il culo, e con l'altra mi teneva la nuca guardandomi negli occhi. Ero di nuovo in cima alla torre. vedevo lui, ma allo stesso tempo mille altre cose laggiù in basso. "Girati !" mi disse. Ed io mi girai. Si inginocchiò dietro di me e mi allargò le natiche e soffiò sul mio buco. Una sensazione di fresco, ma intanto il mio sangue bruciava. Avevo le braccia lungo i fianchi, le gambe leggermente divaricate, quando sentii la sua lingua leccarmi, poi succhiarmi ed ancora cercare di spingersi dritta in profondità, come per penetrarmi...Inarcai la schiena per il piacere e mormorai: "...ahh, che bellooo...", quasi perdendo l'equilibrio. Con una mano libera mi strinsi il cazzo che già pulsava furiosamente e feci un pò su e giù; mentre l'altra mano, quasi alla ricerca di sostegno, la poggiai sulla sua testa. Continuò così per un bel pò, e oramai il mio culetto era tutto aperto e voglioso. Sentii un dito penetrarmi, poi due ; ma nonostante il piacere mi venne in mente che presto mi avrebbe penetrato, ma che non avevo neanche avuto il tempo di osservare né gustare il suo cazzo e questo lo volevo fare prima che mi prendesse. Mi girai di scatto e gli dissi :" Prima di lasciarlo entrare, voglio conoscerlo meglio, l'ospite..." . Ma lui, senza neanche scomporsi un pò, in ginocchio con una imponente erezione che spingeva contro le mie mutande oramai bagnatissime, con un gran sorriso mi rispose : " Ma che hai fretta ?..." alzandosi. Mi innervosii un pò e gli dissi : "Togliti le mie mutande e fatti succhiare !!!"; ma lui indietreggiando un pò disse " Ok, ma a 2 condizioni !!!". "Dimmi, sbrigati !!!" risposi io avvicinadomi. Lui si chinò e raccolse la mia cinta : " Metti le braccia dietro la schiena !" " Nientaltro ?!" risposi un pò stizzito, e lui :" Magari andiamo sul letto !"...e mi sorrise, si avvicinò, mi baciò in bocca e mi prese le mani portandomele dietro la schiena . Poi continuò :"magari con una corda sarebbe meglio che con la cintura , legarti, sarebbe più comodo..." Non ero nuovo a questi giochini, avevo della corda in camera, in un cassetto; ma sentivo che la situazione mi stava fuggendo un pò di mano; non conducevo più io...Eppure ero eccitato e lui mi piaceva da matti. Baciandomi profondamente cominciò a legarmi i polsi dietro la schiena; mi mise a sedere sul letto, si alzò e scostandosi un pò si tolse le mutande, le annusò ancora una volta chiudendo gli occhi e poi guandandomi mi disse:" Sono tutto tuo !!!" . Ancora una volta era lì, come Dio l'avava fatto ; il cazzo grande e lungo piantato su due bei coglioni anch'essi senza un pelo ...si rasava sicuramente anche lui...A quel punto dissi : " Ti prego avvicinati... Fammelo ciucciare... ... per favore... ". Chiusi le mie labbra intorno alla sua cappella e con la lingua giocavo con il suo buchettino. Avrei tanto voluto avere le mani libere per potergli anch'io strizzare le palle, accarezzargli le natiche o mettergli un dito nel culo. Ma non potevo. Interrompevo ogni tanto per passare la lingua su quelle belle palle gonfie e liscie e poi riprendevo il suo membro in bocca, ora più profondamente dentro, ora solo la punta . Avevo gli occhi chiusi ma lo sentivo ansimare ; con le due mani mi carezzava dolcemente le testa. Continuavo, inebriato dall'odore e dal gusto sel suo sesso, e avrei potuto continuare a lungo scorrere la mia lingua su quella pelle liscia e calda, anche se la corda cominciava a darmi noia ai polsi : tirava e cominciavo a sentirmi le mani intorpidite. Fù lui a sottrarsi di colpo alla suzione, rischiando di farsi graffiare il sesso dai miei denti a causa del movimento brusco . Si inginocchiò davanti a me e mettendomi le mani sulle cosce : " Con te é da impazzire , lo sai ?! ..." Ne fui lusingato e con un sorriso gli risposi " E' perché siamo in due che é da impazzir..." ; non feci in tempo a finire che avevo di nuovo la sua lingua in bocca, e le sue mani mi strizzavano i capezzoli, senza dolcezza... Mi contorcevo un pò per la scomodità della posizione delle braccia ed un pò per la piccola tortura che mi infliggeva ai seni ...Il mio membro si muoveva pulsando ... Oramai ero vinto, a quel punto avrebbe potuto fare di mé ciò che voleva. Raramente mi era successo di perdere il controllo dei miei desideri e di abbandonarmi totalmente a quelli dell'altro . Caddi all'indietro in una posizione insopportabile , con le mani che oramai cominciavano a farmi male, ma pieno della sua bocca riuscivo solo a provare piacere. a quel punto mi rimise seduto sul bordo del letto, si girò e si allargo le natiche mostrandomi senza nessun ritegno quella parte così intima. Respirai l'odere , un odore di carne viva, e poi , non potendo fare altro, cominciai a leccarlo , e nelle pause, lo guardavo come fosse un'icona sacra. Lui respirava forte, ma non parlava; ma questi silenzi erano pieni di senso. Continuammo per un pò, poi lui si girò e mi diede ancora un bacio soffiando aria nella mia bocca oppure aspirandola; intanto le sue mani strizzavano, tiravano i miei testicoli senza curarsi dei miei piccoli sobbalzi di goduria o di dolore : erano troppo ravvicinati per poterli scindere. Mi lasciai andare sulla schiena, appoggiandomi sulle braccia legate interrompendo quel bacio ; chiusi gli occhi. sentii allora la mia bocca sul mio glande, e poi prenderlo tutto dentro e fare sù e giù. Avrei voluto tirarmi su , ma i miei muscoli erano oramai senza volontà e così restai a godermi le sue mani che mi torturavano le palle e la sua bocca che deliziava il mio membro indolenzito ma durissimo. Delle immagini mi percorrevano la mente: lui al bar di schiena, il suo odore in macchina . Il gusto amaro che il profumo aveva lasciato sulla sua pelle . A quel punto sentii che stavo per godere e cercai di controllarmi. Ma lui continuava a succhiarmi ritmicamente e a muovere la lingua in modo diabolico, ed io non ce la fecevo più a trattenermi. Allora, prima con un sussurro : "Fermati , che sennò vengo"....Ma lui continuava, ed allora più forte :" Guarda che se non ti fermi subito, vengo !" . Lui continuava, ed allora gridai : " Oddio !!! Stò venendo!!!!!..." . Allora mi sentii come se qualcosa dall'interno del mio corpo straripasse e scendesse a valle verso i miei genitali per esplodere in un orgasmo dilagante. Non dissi più niente, ma cominciai a respirare come se fossi appena riemerso dall'acqua dopo una lunga immersione. Me ne resi conto solo qualche secondo dopo, ma lui non aveva lasciato la presa mi aveva lasciato venire nella sua bocca. Io completavo il mio orgasmo con piccoli sussulti ed un respiro velocissimo. Avevo ancora gli occhi chiusi, ma sentii le sue labbra poggiarsi alla mie : allora aprii la bocca per accogliere la sua lingua, che però fu preceduta da un fiume del mio stesso seme; un fiume dal gusto di acqua di mare, salato; ma vischioso come quella degli stagni che col caldo sembrano andare a male. Le nostre lingue nuotavano in quel liquido. Avevo goduto come da tempo non mi era riuscito, forse ero riuscito a godere anche con la testa : cioé mi ero lasciato andare al godimento fisico senza cercare di controllarlo col cervello. Ero contentissimo e non riuscivo più ad aprire gli occhi per paura che mi sarei risegliato da un sogno. Ma il silenzio fu interrotto : "Dai girati, che voglio fartelo sentire dentro !...". Ma fu lui che mi girò perché io ero oramai quasi senza forze dopo quell'uragano di sensazioni . Ero sul ventre; finalmente le mie braccia e mani non erano più schiacciate dal mio corpo , comunque le sentivo appena. Lui si allungò su di me e cominciò a baciarmi la nuca, le orecchie ed il collo . Le sue mani mi accarezzavano dapertutto e il suo cazzo duro si era infilato tra le mie cosce. A quel punto sentii che la punta si era piazzata sul mio buco e spingeva delicatamente. Con una mano mi allargava le natiche e con le dita dell'altra mi frugava nella bocca. Ad un certo punto sentii che mi morse la nuca, o meglio cercò di prendere in bocca, tra i denti la mia collottola, come un felino. Proprio mentre mi concentravo sulle sensazione di quel morso animale, il suo cazzo cominciò ad entrarmi dentro lentamente. Ero di nuovo completamente in suo potere, non perché fossi legato, posseduto ed controllato come una gatta in calore, ma perché sentivo che il suo desiderio per me era reale; in quel momento ero suo, ma in una possessione così estrema che eravamo quasi diventati una sola bestia, un solo essere . Cominciò a fare sù e giù tra le mie reni, allentando il morso e cominciando a respirare affannosamente dietro di me. Le sue dita non mi frugavano più in bocca , ma ambedue le braccia mi stringevano a lui per confermare che eravamo una sola essenza e che il suo orgasmo sarebbe stato anche il mio. Sentivo il suo membro scivolare nelle mie viscere e ne godevo enormemente. Non riuscivo a dire niente, ed ad occhi chiusi sentivo il suo respiro violento su di me, il suo sesso dentro di me e le sue braccia che mi stringevano quasi a stritolarmi. Il suo respiro si vece più veloce ed i suoi colpi più violenti. Dopo un'affondo lentissimo ed un rantolo soffocato, lo sentii tendersi sopra di me e espoldermi dentro . Non so quanto durò il suo orgasmo, ma mi sembrò una meravigliosa eternità . Si accasciò su di me schiacciando i miei arti ormai quasi insensibili e formicolanti. La sua bocca era proprio dietro il mio orecchio ed il suo respiro lo sentivo amplificato. "Come ti chiami ?" chiesi . " Piero . E te ?" cominciando a disfare i nodi che mi tenevano legato. "Carlo" risposi. Non sapevo cosa dire, non c'era neanche bisogno di confermargli che avevo goduto da matti, certamente lo aveva capito. Restammo un attimo allungati sul letto , uno sull'altro in perpendicolare formando una croce umana; poi lui disse : " Ho bisogno di una sigaretta" . "Anch'io" risposi. Ci alzammo tutti e due e dopo fumammo in salone, lui sulla poltrona, io sul divano; guardandoci negli occhi senza dire una parola . "Facciamo la doccia insieme " proposi. "Si" rispose docilmente lui e mi segui in bagno. Sotto l'acqua mi sembrava che fossimo due bambini o forse due fratellini piccoli che giocano senza nessuna malizia; insaponandoci l'un l'altro ben bene eravamo più complici che altro. Finalmente a letto con la sigaretta in bocca lui disse : "Come mai non ci siamo incontrati prima !?" "E' una domanda ?" risposi. "No !" disse secco. E restammo così, abbracciati senza parlare. Mi addormentai. Al mio risveglio, lui non c'era più : il letto era vuoto. Mi alzai e con il corpo un pò dolorante dopo quella nottata andai in cucina per farmi il caffé. Sul tavolo c'era un bigliettino , che mi precipitai a leggere : "JE NE SAIS POINT OÙ DIEU COMMENCE , ET MOINS ENCORE OÙ IL FINIT..." A.GIDE CARO CARLO, TI RINGRAZIO PER LA NOTTE MAGNIFICA CHE HO PASSATO. HO PRESO LE TUE MUTANDE, VISTO CHE IO ERO SENZA, TI AUGURO UNA BUONA GIORNATA. TUO PIERO Ero al settimo cielo , sorseggiando il caffé cercavo si riordinare tutti i ricordi della notte passata ancora incredulo di quello che mi era successo. Prima di uscire per andare al lavoro respirai a pieni polmoni gli odori che erano rimasti sul mio letto e riuscii a riconoscere il suo profumo. Arrivai in ufficio con il sorriso sulle labbra nonostante mi facessero male i polsi, i capezzoli, i testicoli ed anche un pò il culo; pensavo solo a quella notte così incredibilee non vedevo l'ora di passarne un'altra simile... Quando squillò il telefono : "Si pronto..."... "Ciao Carlo, scusa per ieri sera ! " era Flavio. "Scusa di che ?" risposi io. " Mi ha telefonato poco fà Matteo ed era dispiaciutissimo..." "Matteo ?!?" feci io. "Si ! Il tipetto del vernissage, mi ha detto che gli si é rotto il motorino a metà strada e che quindi ha rinunciato a venire al "baretto". Ma che per farsi perdonare ci invita tutti e due a mangiare da lui dopodomanisera; così vi conoscete . Che ne dici ?...Carlo ?...Carlo?... Ci sei ?..." "Si... Si!...Direi...Veramente...Un'ottima idea..." " Vabbé, allora ci sentiamo stasera per organizzarci ! Ciao !" "Ciao Flavio, e grazie ..." "Di niente, figurati, scusa ancora per ieri sera..." "Non ti preoccupare. Ciao!" Mi accesi una sigaretta e cercai di rimetter ordine nei miei pensieri confusi. FINE Da Speeed speeed69@mailcity.com PS Mi piacerebbe ricevere le vostre impressioni, commenti e suggerimenti.

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