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Dai Bagni dell Universita di Padova, Part 1

by Hard@dick


Dai Bagni dell' Universita' di Padova, Part 1 Quel pomeriggio mi trovavo all'università e come è mia abitudine andai in cerca dei compagni di corso sparsi un po' qua un po' la. Mi fu detto che il mio "binomio" era appena uscito per fotocopiare degli appunti; decisi di aspettarlo e nel frattempo andai in bagno per ovvie necessità fisiologiche. Non che mi sia mai piaciuto usufruire delle toilette pubbliche ma visto che il bisogno era urgente ci andai. La battuta potrebbe essere ovvia ma ... non ho mai pisciato con tanta soddisfazione come quella volta. E' infatti risaputo che le scritte, i disegni e quant' altro si possa vedere scarabocchiato sui muri che annualmente vengono ritinteggiati siano sotto certi aspetti intriganti e sotto altri anche divertenti. Quella volta lessi un primo inizio di corrispondenza alla quale io non potei sottrarrmi nei giorni successivi. Sulla porta vi e' infatti scritto: "Paolo, detto Cristina, cerca amico da succhiare per essere inculato selvaggiamente; lasciate messaggio e appuntamento". La frase non diceva niente visto e considerato che io nemmeno amo i transessuali, ma quella successiva mi colpii molto di più :" io ci sono, ma non voglio far sesso alla prima volta, cerco solo un amico gay con il quale instaurare un solido rapporto di amicizia e complicità, giusto un compagno di seghe". Bellissimo, era quello che io cercavo da tempo e che infatti mi ha spinto a tornare in aula per prendere una matita e poi scrivere la mia frase " ci sono anch'io, vorrei conoscevi e magari concretizzare ..." con una freccia rivolta verso la seconda delle scritte. Aggiunsi: "troviamoci qui venerdì pomeriggio verso le 14.30 seduti sulle scale del terzo piano con un libro in mano". Quel venerdì mi presentai con il libro che stavo leggendo in quel periodo; pensai che se il tizio avesse avuto qualche dubbio ne riconoscermi non ne avrebbe avuti per la natura del libro; si trattava infatti de "Le memorie di Adriano", un libro che non parla specificatamente di omosessualità ma che sotto sotto comunque ne lascia trasparire una forte componente. Avevo pensato che se lo avesse già letto non gli sarebbe stato difficile capire il perché di quel libro; in caso contrario glielo avrei raccontato io nei minimi particolari, soprattutto quello che non mi era piaciuto (quasi tutta la letta !!!!). Se c'è una cosa che non sopporto sono i ritardi ed infatti come nella migliore tradizione lui arrivò in ritardo. Ero già nell'ordine di idee che non si sarebbe presentato e che la scritta sulla porta del bagno "Ci sarò aspettami" fosse in realtà solo uno scherzo. Ed invece no. Ero seduto sul penultimo gradino della scalinata e sentii un rumore di passi. Una persona che cammina e che ad un certo punto si ferma, specie se deve scendere le scale non può di certo far pensare che sia la persona attesa, specie se il ritardo è ormai di oltre 20 minuti e cosa peggiore dopo aver già sentito almeno altre 40 persone fermarsi sul quel primo gradino per scendere velocemente. Lui in ogni modo si fermò quasi dietro a me; non lo vedevo perché gli rivolgevo la schiena ma quasi percepivo il suo sguardo un po' indagarorio; avrà sicuramente pensato: ma sarà lui o no. In ogni modo incominciò a scendere lentamente le scale come fanno le persone che sono indecise se scendere o ritornar su. Io continuai a leggere e feci finta di niente finché ad un certo punto lui si fermò ed io mi alzai. Me ne stavo per andar via quando gli dissi con molta non scioltezza : "ciao, ma tu sei quello che io credo tu sia? sei il tipo che sto aspettando da quasi mezz'ora?" Io stesso ero incredulo nell'udirmi dire quelle parole; ancora oggi non mi so spiegare dove abbia trovato il coraggio per essermi esposto così tanto. Lui rise e rispose un po' vagamente "forse, dipende chi stai aspettando tu". Lui rise sì ma mi strizzò l'occhio. Capii che era lui; non so da cosa visto che una tale frase potrebbe dirla chiunque senza alcun doppio senso ma mi buttai e caddi bene. Era veramente lui, non Paolo ma l'altro. Dopo che gli strinsi con una certa forza la mano, come conviene far sempre in questi casi, non potei star zitto sui suoi 20 minuti di ritardo. Mi ero ripromesso di sgridarlo e lo feci; lui sorrideva e sembrava compiaciuto di quel mio modo di fare. Mentre parlavo lo guardavo, lo guardavo, lo guardavo ovunque ... si anche li, soprattutto li. Camminando per strada mi sono sempre divertito a capire se i ragazzi che incontravo indossassero boxer o slip; ho sempre fantasticato sui loro pensieri, su cosa potessero pensare se mi avessi messo una mano su pacco; sulla loro ultima sega, sulla loro possibile posizione ideale, sul tipo di persone che vorrebbero portare a letto. Posso dire che ho ormai una certa esperienza nel capire al volo certe cose e fra queste che tipo che biancheria un ragazzo porti; con lui feci lo stesso. Mi basto un attimo per capire molte cosette che lo riguardavano. Continuavo a parlargli e glielo intravedevo: portava sicuramente boxer e una maglietta della salute bianca sotto una camicia completamente sbottonata e un giubbotto nero: la cosa mi intrigava molto. Chissà di che colore i suoi boxer. Che a me piaccia la biancheria intima di color nero oramai lo sanno anche i sassi visto che in tutte le chat nelle quali converso se qualcuno mi chiede di che colore vorrei fossero le mutande, in coro tutti mi precedono la risposta !!! Il ragazzo mi ascoltava e sorrideva con quel suo sguardo sornione che a volte tramutava in sonora risata a seconda di quello che gli dicevo e a seconda del mio finto stato di irritazione. Alla fine lui tagliò corto e mi disse "saprò come farmi perdonare ora cambia disco". Sorpreso dalla sua quasi brutale frase replicai con una certa foga e maliziosità "Guarda che sono un tipo molto esigente non mi accontento delle solite menate, in tutti i sensi !". Rise ancora una volta e andammo al bar a prendere qualcosa da bene. Parlammo, parlammo e parlammo tutto il pomeriggio; ci interruppe il barista che voleva chiudere il locale. Poco male, io ritornai in aula a riprendere lo zaino, salutai le poche persone rimaste della lezione pomeridiana (che avevo saltato) e lo raggiunsi all' uscita del mitico dipartimento "Paolotti". Lui era un giovincello rispetto ai miei 26 anni e sebbene fosse ancora un "gracile studente universitario" le esperienze non gli mancavano. Anzi fui sbalordito quando mi raccontò della sua prima volta nella dark-room di un locale di Padova. Gli confessai che io in una dark room non c'ero mai stato e che non ne avevo mai sentito la necessità nell'entrarci ma che con lui ben volentieri mi ci sarei infilato ....giusto per vedere quello che vedere non si deve. "Perché non c'andiamo questa sera?" fu la sua domanda. Dall'alto dei miei 5 anni di superiorità lo guardai e feci con il viso segno di no. "Vuoi che ti porti nel bagno da dove tutto è iniziato? Non sei stato tu a scrivere che cerchi un ragazzo per far amicizia e che non fai sesso alla prima volta? Non ti contraddire e lascia che le cose maturino con più calma.. se son rose fioriranno." Il ragazzo si ammutolì; forse fui un po' troppo sgarbato e allora aggiunsi "vabbè vorrà dire che c'andremmo domani sera, visto che è sabato". Ci incontrammo fuori del locale all'ora decisa; sembrava che la mia lezione avesse dato buoni esiti. Altro che quarto d'ora accademico. Meglio di un orologio svizzero. Spaccò il secondo e data la mia solita voglia di scherzare gli dissi subito guardando l'orologio "Che succede, questa sera non hai voglia di farti perdonare niente? Proprio oggi che avevo un bel po' di cosette per la testa da sperimentare". Il suo bellissimo sorriso non tardò ad apparire sul volto. Era stranamente signorile nei suoi atteggiamenti; non che per tutto il tempo passato assieme il giorno prima lui avesse manifestato di essere uno snob o di atteggiarsi a un super uomo che sa tutto e ha in pugno ogni situazione che affronta, ma il suo saper astenersi da battute ridicole, il suo sorridere con moderazione in determinati momenti, il suo incalzare nei ragionamenti, il voler capire a fondo le cose, la sua parlata fintamente dialettale, il suo modo semplice di conversare facevano di lui una persona a mio dire squisita. Non mi sono mai interessato moltissimo all'aspetto estetico anche se questo e' quello che più mi colpisce in tutte le persone che incontro e quindi anche in lui, ma i suoi modi per niente gentili e la sua indole così pacata sembravano facessero coesistere in lui una cosa e il suo contrario; per quanto io sia molto più irruente sotto questo aspetto mi sembrava di rivedermi e la cosa mi solleticava molto. Sicuramente il fatto che avesse un bel fisico, un viso pure grazioso, degli occhi chiari delle labbra non particolarmente sottili una carnagione chiara ma abbronzata un taglio di capelli molto corti lo rendevano : meraviglioso. Quello che mi mancava fino a quel momento per renderlo quasi un dio era ciò che non avevo ancora avuto modo di scoprire...quel luogo proibito attorno al quale buona parte del mondo gira. Non mi ero ripromesso niente per quella sera anche se devo confessare che la sera prima la mia mente ha fantasticato assai su cosa gli avrei voluto fare e su ciò che mi sarei fatto fare. Sprecare biologicamente come diceva la simpaticissima di Maurizia Paradiso era inevitabile ma il numero di volte non era di certo fissato; poche volte nella mia vita mi sentii preso da una persona come da lui e la cosa mi turbava molto. Non ero di certo giunto a perdere la testa per un ragazzo ma non mi sarei nemmeno sognato di sentirmi in preda ad un'eccitazione del genere; non vedevo l'ora di rivederlo, di sentirlo, di parlarci assieme, di abbracciarlo, toccarlo, stringerlo e qualsiasi altra cosa comportasse la sua presenza con la mia. Entrammo nella discoteca, bevemmo qualcosa al bar e lui salutò non poche persone. Ad ogni stretta di mano, ad un saluto un po' malizioso mi sentivo sempre più geloso a tal punto che scocciato ed ironico gli chiesi "scusa ma c'e' qualcuno che non conosci ancora qui dentro? Sono tutti in lista d'attesa oppure hai già dato?" Lui capì il mio stato di disagio e dopo aver ballato un po' ce ne andammo. Lui non e' di Padova e dovendo frequentare obbligatoriamente i corsi si era trasferito in città in un appartamento del centro. Mi propose di andarlo a vedere giusto per fare anche quattro passi per il centro storico. Non erano ancora le undici di sera che per le strade non c'era più nessuno. Nel nostro camminare spesso succedeva che le nostre mani si toccassero e che in questi attimi le dita cercassero le dita altrui. Ma come succede in questi casi si pensa alla stessa cosa e non si ha il coraggio di metterle in pratica. La conversazione verteva sulle ragazze che entrambi avevamo avuto in passato, sulle esperienze che ci avevano segnato, su cosa il futuro poteva riservarci. Gli raccontai di quella volta che da piccolino una mia amichetta poco più grande mi chiese di farglielo vedere. Parlando di questo mi rendevo conto ancora una volta di quanto inibiti si diventi crescendo......finché non trovo la persona giusta. Ad un tratto non so cosa mi sia successo ma come per scherzo gli presi la mano sinistra e approfittando della totale mancanza di gente gliela strinsi; me la portai alle labbra e la baciai. Ci fermammo di colpo e lui si protese verso di me. Era un po' piu' piccolo di me , non di molto, forse era un metro e settantacinque, giusto quei sette dieci centimetri di differenza che lo portarono ad alzarsi sulla punta dei piedi lasciando me di marmo: ci baciammo una prima volta. Ero incredulo ma felice e allo stesso tempo avevo il cervello sotto sopra. Aprii gli occhi, mi guardai meglio attorno; si sentivano delle voci ma venivano da un portone di una via laterale. Lo ribaciai: mi piegai leggermente su di lui e lo strinsi forte a me. E' inutile negare il mio evidentissimo stato di erezione. Fui costretto a portare le mani ai jeans e a risistemarmelo. L'elastico degli slip mi stava dando un po' fastidio. Lui sorrideva e facendo riferimento a quel gesto scherzando di disse "per così poco....". Sì, per quel così poco che per me era moltissimo invece. Replicai "caro non lo sai che il mio nick è giustappunto Hard@dick; ci sarà un motivo non credi ". Molto maliziosamente lui incalzo "tu lo dici, ma il vero motivo è ancora tutto da scoprire ". Chissà cosa mai intendeva dire.... Io ho interpretato pensando che il motivo fosse il sentimento che provavo nei suoi confronti e non quell'altro che si poteva intendere. Arrivammo a casa sua; un appartamento tranquillo, carino arredato alla meglio. Aveva un computer sulla sua scrivania in camera. Una telecamerina in cima al monitor ed una rivista di computer come tappetino per il mouse. "È così che usi Adam !!! " "Tanto l'ho letta e riletta, la conosco a memoria". Accese il computer e la via di internet fu quasi obbligata. Nelle giornate di venerdì sto quasi 6 ore collegato a chattare all'università; potete immaginare quanta voglia avevo di chattare anche quel sabato sera. Entrambi controllammo la posta alla Hotmail e poi visitammo quel bel sito www.menonthenet.com il cui indirizzo scrissi pure sui bagni della facoltà. Io ero seduto sulla sedia davanti al computer e lui sulla sponda del letto. La distanza fra noi era di circa 20 cm... lui giocando allungò una sua mano e mi disse "sentiamo un po' quale hard_dick puoi vantare tu; vediamo se questa sera ho solo sprecato del tempo". Ed io "vantare? Sprecare? Ehi carino, guarda che io non mi sono mai vantato di ciò che ho e non sono il tipo che va in giro a sbandierare ai 4 venti quali sono i suoi attributi; anzi per me è come un prezioso dono che posso dare a chi mi sa prendere dalla parte giusta !!!!". Forse lui era stanco, forse voleva mettermi alla prova, ma quella sua frase mi mise di cattivo umore. Glielo manifestai e senza mezzi termini. Gli chiesi del perché del bacio li in strada, gli chiesi delle spiegazioni che non arrivarono. Credo ancora oggi che lo avesse fatto giusto per circostanza, forse un po' per dovere, o forse per provare. Mi dispiaceva per quello che sarebbe successo da li a pochi minuti: mi conoscevo e non avrei sorvolato su quelle domande alle quali non voleva dar risposta. Incominciò infatti la lite; "merda", mi dissi; mi sono illuso di nuovo ed invece anche questo cercava solo un' avventuretta. Me ne andai indignato con me stesso e per il fatto che la maggior parte della gente non riesce a guardare un po' più in la del proprio pisello sempre in cerca di dar sesso., di un cazzo gli sfondi e niente più. Ancora una volta mi tornava in testa quel pensiero su quel mio lontano amico di chat, che desiderava un cazzo in culo a qualsiasi, e scriveva in rete; "gay di Milano dove siete?" Io me ne tornai a casa oramai convinto che la storia con lui era oramai giunta al termine quando invece al mio cellulare arrivò un s.m.s. via internet: "mi dispiace, mi sono comportato male. Torna indietro. Passa la notte con me, solo per stare vicini" Se da una parte le scuse sono sempre bene accette e c'è pure la coscienza di aver amato una persona dall'altra c'è la consapevolezza che potrebbe succedere di nuovo una situazione. Pieno di gioia e al settimo cielo non sono tornato subito indietro ma non tornai nemmeno a casa mia ...... (to be continued).

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3 Gay Erotic Stories from Hard@dick

Abbuffata di...

Erano passati oramai molti mesi dall'ultima volta che lo avevo sentito al mio cellulare e questo faceva presagire un cambio di tendenza nella nostra amicizia ed invece quella sera alle 9 in punto una rapida successione di vibrazioni mi destarono dal programma televisivo che stavo guardando e mi portarono a leggere il messaggio appena arrivato. Neanche a dirlo, era lui. La sua

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Dai Bagno Dell Universita di Padova, Part 2

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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