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Il Ciclista

by Escape_IT


Ricordo che quella domenica di agosto faceva così caldo che a nulla era servito restare chiuso in casa sperano di trattenere un po' di refrigerio tra le mura domestiche. Non potendo più resistere presi la decisione di uscire e fare un giro in auto verso la montagna, sicuro che con l'altitudine avrei trovato anche temperature più sopportabili. La strada che stavo percorrendo saliva a tornanti lentamente verso la cima della montagna, la giornata afosa aveva scoraggiato chiunque dal muoversi di casa per la scampagnata di rito, infatti, ne in salita ne in discesa si incrociavano altri mezzi, nemmeno macchine parcheggiate nelle piazzole adibite alla sosta. Arrivato a metà salita, su un tratto di strada prevalentemente rettilineo, scorsi a circa un sessantina di metri di fronte a me la figura di un ciclista che lentamente si alzava ed abbassava sui pedali intento a vincere la pendenza. Non so cosa mi prese in quel momento ma man mano che la mi stavo avvicinando mi accorsi che stavo insistentemente osservando il ciclista, ed in special modo il movimento dei glutei tesi nello sforzo. Erano straordinariamente eccitanti, forse perché un sedere del genere non è facile da trovare, solo l'allenamento di un ciclista può portare a quel risultato. Arrivato quasi al fianco del ciclista, la curiosità di scoprire il volto del ragazzo era tale che non potei fare a meno di decelerare e abbassarmi per poterlo scorgere meglio dal finestrino laterale. Il ciclista naturalmente si accorse perfettamente, infatti, si girò con la faccia verso l'auto e riuscimmo per qualche istante a guardarci in faccia. Anche dopo averlo sorpassato continuai a guardarlo tramite lo specchietto retrovisore, lo sguardo che ci eravamo scambiati mi aveva colpito e non riuscivo a levarmelo dalla mente. Nella testa non facevo altro che fantasticare su quanto sarebbe stato bello scoparsi un così, ero talmente eccitato dall'idea che sentivo il mio cazzo indurirsi nei jeans. Due tornanti dopo il punto in cui avevo incontrato il ciclista, raggiunsi una piazzola di sosta e accostai l'auto allo scopo di fumare una sigaretta mentre attendevo che lui mi passasse davanti in modo da poterlo ammirare totalmente. Mi appoggiai al fianco dell'auto ed attesi di vederlo uscire dall'ultima curva prima del punto in cui mi trovavo. Non dovetti attendere molto e dopo forse due minuti eccolo apparire intento nella salita, senza far trapelare la mia eccitazione nel poterlo vedere da vicino continuai a fumare la sigaretta con lo sguardo rivolto davanti a me in direzione della strada. Lui mi passò davanti senza fermarsi e girando verso di me la testa disse. "Salve" A quel punto quasi spiazzato perché mai avrei pensato di udirne pure la voce, ricambiai immediatamente lo stesso saluto. Rimasi immobile seguendolo con lo sguardo mentre si stava allontanando, ero eccitatissimo dall'averlo visto da vicino e averlo persino udito. Ad un certo punto vidi che smise di pedalare, si era fermato circa quaranta metri davanti a me, dopo aver bevuto un sorso d'acqua, si girò con la testa e nuovamente i nostri sguardi tornarono ad fronteggiarsi. Notai che non riprese a pedalare, scese dalla bicicletta e spingendola a mano si diresse verso il bosco. Si stava addentrando in una piccola porzione di bosco ai lati della strada. Non sapevo cosa fare, ero tentato di seguirlo, ero indeciso ed un po' spaventato, decisi comunque di vedere dove si fosse diretto. Con lo sguardo lo segui finché non si addentrò nel bosco e poi ne persi traccia, allora accelerando un po' il passo arrivai pure io al punto in cui il bosco iniziava e mi addentrai cercando di capire dove si fosse diretto. Fatti pochi metri all'interno del bosco cercai in ogni direzione di scovare dove si trovasse, cercavo di individuare la bicicletta, intanto continuai ad avanzare. Arrivai ad uno spiazzo di prato e cespugli e scorsi a lato appoggiata ad un albero la bicicletta. Non feci in tempo a tornare con lo sguardo avanti a me che davanti mi si parò di fronte lui, con i calzoncini colorati calati fino alle ginocchia e la maglietta alzata sino a scoprire i pettorali, si teneva il cazzo in mano e si stava menando lentamente. Mi disse solo queste parole. "Calati i pantaloni, non ti avvicinare, voglio vederti mentre te lo meni." Non ci pensai due volti e ubbidii immediatamente, mi sbottonai e calai i pantaloni, poi feci scendere i boxer, avevo già il cazzo duro, me lo presi in mano ed iniziai piano a menarmelo guardando lui che si masturbava ed accarezzava gli addominali. Mentre lo guardavo si girò a mostrarmi il culo, si vedevano i glutei tendersi dall'eccitazione. Aggiunse solo queste parole. "E' la prima volta per me, non voglio fare altro, finito questo ognuno va per conto suo, adesso alzati la maglietta perché ti voglio vedere nudo" Alzai la maglietta fino alle spalle bloccandola dietro la testa mostrandogli il mio corpo, lui cominciò a menarsi con maggior frenesia ed io nel vederlo sempre più eccitato feci lo stesso. Ad un certo punto era ben visibile che stava per venire, le contrazioni e gli spasmi del piacere si facevano sempre più frequenti finché non schizzo lo sperma sul suo addome, a quel punto non potei resistere dal fare lo stesso, ero in estasi e vederlo venire in quel modo, e poi guardarlo accarezzarsi l'addome spalmando il suo seme su di se mi procurò un piacere incredibile, tanto che riversai copioso sul terreno il mio sperma. Mi sistemai i vestiti e lui fece la stessa cosa, senza nemmeno dire altro ritornammo sulla strada. Lui riprese la salita in bicicletta ed io ripresi il viaggio in auto senza nemmeno lasciarci un modo per potersi rivedere.

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