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Il Fratellino Della Mia Amica...

by Simon


Era un afosissimo pomeriggio d’estate, non avevo nessuna voglia di uscire da casa mia, dove avevo l’aria condizionata, ma dovevo andare a casa della mia amica Arianna ad aiutarla a rispolverare le sue conoscenze informatiche; per un imminente colloquio di lavoro. Uscii da casa e subito sentii un’ondata di calore circondarmi, mi affrettai ad arrivare a destinazione. Trovai il portone aperto, salii le scale e suonai alla porta, ma non rispose nessuno. Risuonai e in lontananza sentii una voce maschile che diceva: -“ Arrivooo”. La porta si aprì, non c’era Arianna, c’era suo fratello Matteo. Rimasi sorpreso perché era moltissimo tempo che non lo vedevo, ed era cambiato tantissimo: alto, biondo, occhi azzurri, capelli un po’ lunghi, pizzetto alla D’Artagnan, abbronzato… Insomma WOW!!! E poi in che mise mi aveva accolto: scalzo, jeans strappati, torso nudo, praticamente un miraggio; come un’oasi nel deserto. “Ciao, entra” io, però non lo sentivo, ero ancora in estasi. “Allora? Vuoi restare lì tutto il tempo?” “Certo che no”, risposi io sorridendo. “Mia sorella non è ancora tornata, mi ha detto che tra massimo un’ora sarà qui. La aspetti?” “Sì se per te non è un problema.” “Figurati, non ho niente da fare. Vuoi qualcosa?” “Sì te” avrei voluto rispondere, ma ripiegai per un: “Gradirei una tazza di caffè”. Mentre lo preparava, lo guardavo da tutte le angolazioni possibili, ero incredulo e dire che piccolo era un mostriciattolo! Ero letteralmente incantato dalla grazia e dall’eleganza dei suoi gesti, e dal tono della sua voce che lo rendevano ancora più sensuale ai miei occhi. Bevemmo il caffè, e iniziammo a parlare del più e del meno, finché mi chiese se avevo voglia di spiegare anche a lui qualcosa di computer, giusto per ingannare l'attesa. “Certo, no problem!” Andammo in camera sua arredata con un tipico stile da ragazzo. Accendemmo il PC, iniziai a spiegargli le cose più elementari. Lui mi faceva mille domande, e io non mi stancavo mai di rispondergli, perché mio trovavo bene con lui, ed era una persona sicuramente stimolante, non solo intellettualmente… “Io sto morendo di caldo” mi disse. “Come fai a resistere così bardato?” Se vuoi toglierti la maglietta fai pure, io non mi formalizzo.” “Si, ma mi formalizzo io. E poi sopporto bene il caldo.” Non era affatto vero, stavo cuocendo, ma non volevo che vedesse il mio corpo non proprio statuario. “Beh, fa come vuoi, io non resisto più, mi tolgo pure i jeans. Ti da fastidio?” “E’ casa tua questa…” Ad ogni modo dopo questa pausa riprendemmo la lezione, anche se per me era sempre più difficile concentrarmi: davanti ai miei occhi avevo un prestante giovanotto in boxer che mi ammaliava con le sue movenze e le sue parole. Adoravo quelle pause tra una parola e l’altra, quando si passava la lingua sulle labbra per umettarsele. Era sexy da morire. Anche lo starci seduto così vicino mi turbava, era come se sentissi che prima o poi avrebbe scoperto la mia attrazione per lui. Passammo alla pratica; ma con il mouse era una vera frana. Lo prendevo in giro, lui si arrabbiava, e poi scoppiavamo a ridere come due stupidi, senza un reale motivo. Ma fu proprio quello il pretesto per cui accorciammo le distanze. Avvicinai la mia sedia alla sua, attaccandola, e mentre lui cercava di cliccare correttamente gli dissi: “Aspetta” E così dicendo avvicinai la mia mano alla sua, finché non gli fu esattamente sopra. Ora le nostre mani unite si muovevano sopra il tappetino del mouse, quel contatto però, mi diede i brividi, mi sentivo vibrare come un’arpa, lui si accorse del mio turbamento e mi chiese cosa fosse successo. “Niente, non so come, ma devo aver preso la scossa.” “Ma la mamma non te lo ha detto che le bugie non si dicono?” Rispose lui con aria sfrontata. “Perché dici così?” “Credi che non mi sia accorto di come mi guardi?” “Di che cosa stai farneticando?” “Ah, neghi pure l’evidenza? Facciamola finita” E fu così che si alzò in piedi, per un momento ebbi i suoi addominali scolpiti davanti agli occhi, si chinò e afferrò il mio viso tra le sue dita e mi baciò sedendosi sulle mie gambe. Un bacio dai toni delicati che si faceva via via più intenso. Staccò le sue labbra di rosa dalle mie e mi disse: “Che ne dici di questa materia, non è più interessante?” “Sicuramente, ma io sono molto indietro, ho bisogno di lezioni extra.” Ti accontento subito” Le nostre lingue si cercavano con frenesia, il suo pizzetto mi faceva il solletico, le sue labbra mordicchiavano le mie, le sue braccia cingevano il mio busto in un abbraccio possente. “Adesso la maglietta la vuoi togliere?” Esclamò con fare maliardo. Ma prima che facessi in tempo a rispondergli, sentii le sue mani frugare sotto la mia T-shirt, alzandola sempre di più. Prima che me la togliesse completamente però, la sedia sulla quale eravamo seduti si ruppe, facendoci cadere a terra come due salami. Mi ritrovai con la schiena semiscoperta sul pavimento piacevolmente fresco, con lui praticamente sdraiato sopra. “Stai comodo?” mi chiese lui, con tono sarcastico. “Non potrei stare meglio” Sentivo il suo corpo fremente premere contro il mio; sentivo il suo membro eccitato strofinarsi contro il mio altrettanto duro. Iniziò ad accarezzarmi i capelli e a ridisegnare con l’indice il profilo del mio viso; fino a quando giunse alle labbra. Lì gli permisi di entrare, e cominciai a succhiarglielo con delicatezza. Di scatto lui si alzò e allungò una mano verso di me aiutando anche me a farlo: mi slacciò la cintura dei pantaloni, lasciandoli cadere sul pavimento e iniziò a palparmi da sopra gli slip, infilò le mani dietro; sotto l’elastico verificandone la levigatezza, regalandomi attimi di piacere sottile col solo sfiorare delle sue mani leggere sulla mia pelle. Si chinò, strofinando il suo viso sul mio ventre e repentinamente mi abbassò gli slip. Rimase qualche attimo immobile, poi tuffò il suo nasino sul mio pube in cerca di odori virili. Nel frattempo io gli carezzavo i capelli soffici e fini. Partendo dalla base, risalì tutto il mio attrezzo con quella sua lingua esperta e con le sue labbra vogliose di assaporare la mia virilità. Finché non arrivò alla sommità, allora aprì la sua bocca e cominciò a scendere; procurandomi attimi di pura estasi. Sentivo la sua lingua muoversi all'impazzata e le sue labbra impegnate in un saliscendi senza fine. Sembrava volesse ingoiarlo! Gli afferrai con forza le braccia, lo feci alzare e lo baciai con maggior foga di quanto non avessi già fatto. Cominciai a lambirgli le orecchie con la lingua vellutata e tumida: erano caldissime. Scesi verso il collo e poi sempre più giù, verso i pettorali. La sua pelle era incredibilmente liscia e profumata; emanavo un profumo di spezie orientali, incontrai i capezzoli e glieli titillai per qualche istante con fare esperto. Nel mentre le mie mani continuavano a toccarlo ovunque, gli sfilai i boxer … e lo spettacolo che mi si presentò fu un'asta di carne in perfetta posizione da combattimento. La accarezzai, la baciai, la leccai fino a sfinirmi; lo sentivo mugolare di piacere. Senza dir nulla mi alzai, mi sdraiai sul letto e gli mostrai il mio culetto desideroso di ricevere attenzioni. Si avvicinò a me, mi fece girare delicatamente e improvvisamente mi afferrò le caviglie e mi sollevò le gambe facendo affondare il suo manico nel mio corpo. Lo affondava con estrema forza e ad ogni spinta sentivo le sue palle sbattere contro di me; le gocce di sudore che imperlavano la sua fronte mi cadevano sul ventre e alcune ciocche di capelli bagnate dal sudore gli sbattevano sul viso. Era instancabile, pompava con un tale vigore che sembrava un animale da monta; fino a quando in preda all'eccitazione arrivata al suo apice lo tirò fuori e venne sul mio corpo con una tale potenza che alcuni spruzzi raggiunsero il mio viso: erano così piacevolmente caldi… Si avvicinò nuovamente a me e mi sussurrò:-" E da sempre che sogno un momento come questo." E così dicendo riprese ad armeggiare il mio dardo, e quando fu duro come una roccia ci si sedette sopra e cominciò a fare su e giù col suo sederino stretto e scolpito. Lo tenevo per i fianchi o gli accarezzavo le cosce muscolose e ricoperte da una soffice lanugine. Si dimenava in preda a un puro godimento, fino a quando con una smorfia di piacere venni dentro di lui. Ci facemmo la doccia insieme, giocando come bambini al mare. Ci rivestimmo giusto in tempo per l'arrivo di Arianna. "Ciao Arianna" dicemmo in coro. "Ciao, spero non ti sia annoiato troppo ad aspettarmi… "E tu piuttosto - rivolgendosi al fratello - sei stato gentile con lui?" "Non ti immagini neanche quanto…" Risposi io, guardando con aria complice Matteo. Per dubbi e/o curiosità: setmefree@tin.it

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Galeotto fu il Processo

Quella mattina Vittorio si era alzato più presto del solito, aveva mille cose da fare, essere un avvocato di successo gli era costato fatica, e gliene costava ancora; ma era sempre stato un tipo che sapeva quello che voleva e non c'era niente che riuscisse a tenerlo lontano dal suo obiettivo per molto tempo. Appena sveglio, si fece la doccia, dopodiché si specchiò: ammirò il suo

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L'etero e la crocerossina

Nel silenzio della casa sentii suonare il telefono: era il mio amico Francesco che mi invitava alla sua festa di compleanno che si sarebbe tenuta il sabato successivo a casa sua. Questo significava che una buona metà della comunità gay locale sarebbe stata presente… Accettai con non troppo entusiasmo, ma per un amico… Arrivò il sabato; uscii dalla doccia e mi soffermai a lungo davanti

Lavori In Corso

Per fare un favore ad una zia, mi ritrovai nella sua casa di campagna ad assistere ai lavori di ristrutturazione; non ero entusiasta all'idea, ma tutto sommato mi sarei riposato un po’ e avrei anche potuto prendere un po’ di sole. Il primo giorno non appena mi svegliai, pensai che sarebbe stato uno di quei giorni un po’ particolari, in cui sarebbe successo qualcosa di bello,

Uno Sconosciuto Nel Mio Letto

Al ritorno dal mio ultimo viaggio di lavoro, mi successe una cosa stranissima. Arrivato all'aeroporto, ritirai i miei bagagli, presi un taxi e mi diressi di gran fretta verso il mio appartamento; che per tre mesi era rimasto disabitato - ne avevo dato però le chiavi a mia madre affinché mi annaffiasse le piante e mi ritirasse la posta. Ero talmente stanco che non avevo voglia

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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