Gay Erotic Stories

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Il Tassista

by Mac


il tassista By Mac Scommetto che ogni ragazzo, normale o gay, ha avuto poche esperienze sessuali pensando alle quali si eccita e che ricorderà per tutto il resto della sua vita. Vorrei dividere con voi l’esperienza di un incontro che ho avuto di recente. Innanzi tutto lasciate che vi parli un po’ di me. Ho 25 anni e sono un ragazzo gay, sono alto un metro e novanta cm, peso 85 kg, capelli castano chiaro, occhi verdi, ho un cazzo di 18 cm. e un viso carino. Ho un bel corpo con un fisico asciutto e muscoloso, dal momento che faccio footing parecchie volte la settimana. Anche se so bene d’essere gay, non l’ho ancora rivelato a nessuno come invece credo che dovrei fare. Quindi non ho avuto molte esperienze gay, né in campo sociale né tantomeno in campo sessuale. Ricordo che all’università impazzivo per alcuni dei miei compagni, ma non ho mai avuto un ragazzo e non ho mai frequentato locali gay. Mi sono laureato alla facoltà di legge lo scorso maggio e sono stato fortunato abbastanza da ottenere un magnifico lavoro presso un importante studio legale di Milano. Guadagno più denaro di quanto non abbia mai immaginato, e alIo stesso tempo non ho molto tempo libero per spenderlo. E’ un lavoro duro e faticoso. Questi grandi studi legali possono arrivare a pagare anche 150 milioni l’anno, ma ti fanno lavorare come se te ne dessero 300. La scorsa settimana è stata la solita settimana di lavoro infernale, ma almeno si è conclusa in bellezza, anche se al primo momento non sembrava. Avevo lavorato 16 ore il giorno per tutta la settimana. Finalmente era arrivato venerdì e non vedevo l’ora di andare a casa, masturbarmi per la prima volta dopo quattro giorni e dormire per tutto il fine settimana. Poi, alle 15:00 circa, il capo mi chiamò nel suo ufficio. Mi disse che dovevo andare a Bologna per trascrivere la deposizione di una donna che era stata testimone di un delitto di mafia e siccome sarebbe entrata a far parte di un programma di protezione dei testimoni, era imperativo che ottenessi la testimonianza prima che fosse messa sotto protezione. Che cosa potevo dire? Ero fottuto. Dovetti prendere di corsa il treno delle 15:15 e con un po’ di fortuna sarei riuscito a tornare con quello delle 20:00. Quello era il piano. Naturalmente il treno per Bologna partì con un’ora di ritardo. Appena arrivato corsi al palazzo di giustizia e trovai la testimone e uno stenografo che già mi attendevano in una saletta che c’era stata riservata. La testimone però faticava a parlare italiano, poiché parlava solo dialetto siciliano. Fortunatamente lo stenografo fu in grado di aiutarmi. Quando finimmo erano le 19:45. Per la deposizione, la traduzione e tutto il resto ci volle meno di un’ora e mezza, ma lo stenografo impiegò quasi tre ore per trascrivere il tutto su di un floppy disc. L’ultimo treno per Milano era alle 22:40. Ora erano le 22:30. Con un po’ di fortuna avrei potuto farcela. Quando arrivai, il mio treno stava già uscendo dalla stazione. La settimana stava finendo allo stesso modo in cui era cominciata. Mi vedevo già rassegnato a dormire in stazione nell’attesa del treno del mattino dopo. Poi notai una paio di taxi allineati in fondo ad una curva. Camminai fino al posto del conducente del primo taxi. L’autista aveva il finestrino abbassato. Il braccio penzolava fuori mentre la mano stringeva una sigaretta. Mi chinai ma non abbastanza da vedere il volto del conducente. “Le sarebbe possibile portarmi fino a Milano?” Domandai. “La corsa verrebbe 300.000 lire, tariffa fissa, ma sono appena andato fuori servizio”. ”Con un extra di 100.000 lire cambierebbe idea?”. Ero disperato e 100.000 lire erano un piccolo prezzo da pagare per trascorrere la notte nel mio letto. La mia proposta attirò immediatamente la sua attenzione. Sporse la testa dal finestrino. Aveva circa la mia età, un aspetto un po’ rude e dei lunghi capelli biondi. “Mi faccia capire bene, se io la portassi a Milano, lei sarebbe disposto a darmi, oltre alla normale tariffa di 300.000 lire, altre 100.000 lire in più?”. “Esattamente,” risposi con lo sguardo di chi sa di aver catturato la sua preda. “Mi faccia vedere i soldi.” Disse con il tono cinico di chi non ha molta fiducia nel prossimo. Feci scivolare fuori sette banconote da centomila dal mio portafoglio e gliele mostrai. Questo sembrò soddisfarlo. “Bene, andiamo a Milano, salga pure signore.” “Posso portarla a Milano, ma una volta arrivati là mi dovrà mostrare la strada per dove deve andare. Non mi capita molto spesso di andare a Milano. Ci sono stato una volta per una partita di calcio Milan-Bologna e un’altra volta con la mia ragazza. Ci sono già troppe macchine, troppi palazzi e troppa gente a Bologna. Non capisco come la gente ci possa abitare. Fortunatamente io abito fuori città. E a lei, piace abitare a Milano?” Era divertente ascoltare i suoi ragionamenti e inoltre era anche carino. Aveva quel non so che di rude che mi aveva sempre attratto in un uomo e sul quale avevo sempre fantasticato. “Non ci faccio caso,” gli risposi, “mi piace viverci, ma ci abito solo da giugno. Prima abitavo in un piccolo paese in provincia, così è stato un grosso cambiamento per me, ma è davvero interessante. Naturalmente non ho molto tempo per apprezzare tutto quello che Milano ha da offrire.” ”Perchè si è trasferito a Milano?” ”Ho trovato lavoro.” “Davvero? Che tipo di lavoro fa?” ”Sono avvocato.” “Non sono sorpreso, lei parla in modo molto educato. Non è un avvocato penalista, vero? Una o due volte mi è capitato d’avere bisogno di un penalista ma non l’ho mai trovato.” Si mise a ridere forte, come se si trattasse di uno scherzo. ”No, sono specializzato in leggi che riguardano aziende e prodotti. E’ quando una società negligente nel fabbricare i suoi prodotti causa dei danni a qualcuno,” spiegai. “Vuol dire come quella società che fabbricava mascarpone e alcune persone sono morte o rimaste intossicate dopo averlo comprato e mangiato, vero?” ”Esatto.” Non era un laureato ma nemmeno un asino. “Allora,” domandai un po’ preoccupato, “a cosa le serviva un avvocato penalista?” “Mi hanno beccato due volte mentre guidavo e fumavo marijuana. La prima volta ho dovuto pagare una multa e la seconda mi hanno dato 1 anno con la condizionale. Ma ora sono pulito, ho pagato il mio debito verso la società. Inoltre sto attento a chi faccio salire. Fumo sigarette normali solo a casa, o addirittura non fumo più del tutto.” “Non è una cattiva idea,” dissi, felice di non essere in balia di un violento criminale. “E’ sposato?” Mi domandò. “No, e neppure fidanzato,” risposi in tutta sincerità. “Non capisco. Se io avessi i suoi soldi e abitassi in un posto come Milano, avrei una ragazza diversa per ogni sera. Scommetto che gliene ronzano intorno più di quante lei creda.” ”Mi spiace contrariarla, ma non ho proprio tempo per gli appuntamenti. Non faccio sesso da più di sei mesi. Quando sei appena uscito da scuola e hai appena iniziato un nuovo lavoro hai tempo solo per farti il culo.” “Cazzo, devono proprio pagarla bene. Se io non scopassi o mi facessi fare un pompino almeno ogni 48 ore, andrei fuori di testa.” “E lei, è sposato?” domandai, sperando di allontanare il discorso dalla mia vita sessuale. “Convivo con una donna e i suoi due figli. Lei è dieci anni più vecchia di me ma è una grande scopatrice e fa dei pompini stupendi. Inoltre non mi assilla con la gelosia come alcune delle ragazze più giovani che ho frequentato. Non riesco a credere che lei non scopa da così tanto tempo.” Sorrise e io provai un senso di vergogna. Mi sentii arrossire ed ero contento che lui non potesse vedermi in faccia. “Ascolti,” disse, “un mio amico mi ha detto che a Milano c’è un posto vicino al cimitero monumentale dove ci si può far fare un bel pompino per 50.000 lire. E’ vero?” In effetti uno dei colleghi dello studio mi aveva parlato di quel posto, ma c’era una cosa che non era stata detta. “E’ vero,” dissi, “ma il suo amico si è dimenticato un dettaglio molto importante.” “Ah si? Quale dettaglio?” “Sono venuto a saperlo da altre persone, in realtà non so cosa avviene in quel posto, ma da quello che ho sentito dire, il 95% delle ‘ragazze’ che vi lavorano sono dei travestiti.” Pensai che la notizia lo avesse sconvolto. “Vuole dire che sono uomini vestiti come donne?” “Proprio così,” dissi mestamente. “E allora? Se lo fanno bene chi se ne frega. Inoltre, solitamente, i ragazzi fanno un lavoro migliore, sono più appassionati, sanno meglio dove e come succhiare e sembrano delle donne. La cosa più importante è farsi una bella goduta. Che ne direbbe se ci andassimo insieme a vedere come svuotarci le palle?” “Lei sta dicendo che non la preoccupa farsi fare un pompino da un ragazzo?” Chiesi, improvvisamente molto più interessato alla conversazione. “Certo che no!” Amico, non c’è bisogno d’essere gay per divertirsi facendo sesso con un altro uomo. Come ho detto sono più appassionati e inoltre quando stai per venire non fanno come molte donne alle quali non piace il sapore dello sperma e pensano che ingoiare sia una cosa disgustosa. Ai gay piace e mandano giù ogni goccia. Un vero pompino può dirsi vero solo se vieni in una bocca saldamente incollata intorno al tuo cazzo. Se non hai mai provato, non sai di cosa parlo.” Aveva deciso di cominciare a darci del ‘tu’. A udire quelle parole i miei 18 cm. di cazzo iniziarono a premere contro il tessuto delle mie mutande di flanella grigia. Improvvisamente desideravo che il cazzo di questo ragazzo sparasse il suo carico nel profondo della mia gola. La sola idea che lui fosse disponibile mi eccitava come non mi ricordavo da parecchio tempo. Però non sapevo come fargli una proposta. Non era certo il caso di dirgli la verità sul mio conto e chiedergli se avesse lasciato che io gli succhiassi il cazzo. Quello che dissi fu “non fraintendermi. Non sto criticando, sono solo molto sorpreso dal fatto che tu possa andare con un altro uomo.” “Mi stai prendendo in giro? Guido questo taxi da circa quattro anni. Hai idea di quanti uomini mi hanno fatto delle proposte? Centinaia, almeno un paio la settimana. Ho dei clienti fissi che quando chiamano un taxi cercano solo me. Se ho tempo e voglia, il che capita spesso, li lascio fare. Qualcuno di loro è disposto perfino a pagare. Io non accetterei denaro in cambio di sesso. Ho il mio orgoglio. Ma se vogliono aumentare la mancia di 50.000 lire mi sta bene. Oltre a prendere più mance degli altri autisti ho sempre un sorriso soddisfatto stampato in faccia. Allora, che ne diresti di mostrarmi dove sono questi travestiti. Ci andremo insieme e ti garantisco che non te ne pentirai. Sono già eccitato solo a pensarci.” “Devo ammettere che anch’io sto cominciando ad eccitarmi, ma io avevo in mente qualcosa di leggermente diverso.” “Se la cosa mi piace sono pronto. A cosa stavi pensando?” “Stavo pensando che forse potresti parcheggiare il taxi, salire in casa mia e farti fare un pompino.” Ecco, ce l’avevo fatta! Glielo avevo detto. Ora ero in attesa di vedere come avrebbe reagito. “Vorresti farmi un pompino? Tu? Sei gay? Cazzo! Non me ne ero proprio accorto. Di sicuro non lo sembri; ma, hei, questa è una grande idea e, come ho detto prima, se la cosa mi piace sono pronto. Ascoltami però. Io non faccio niente, non succhio, non bacio o altre stronzate del genere.” “Non pretenderò che tu faccia niente, ti capisco. Mi ecciterò al pensiero di farti eccitare, e se passerai tutta la notte con me aggiungerò altre 100.000 lire alla mancia. Sono così eccitato ed ho una gran voglia di dedicarmi a qualcosa che non abbia a che fare col mio lavoro. Pensi che la cosa possa interessarti?” “200.000 lire di mancia e l’idea di farmi succhiare il cazzo e mi domandi se sono interessato. Non c’è molto da pensare. Affare fatto. Ti sei appena conquistato un cazzo duro ed eccitato da succhiare. Il mio nome è Christian.” Disse allungando il braccio destro verso il sedile posteriore. Ci stringemmo la mano come se avessimo concluso un affare. “Io mi chiamo Alex e sono contento di aver perso il treno.” “Anch’io, amico, anch’io.” Quarantacinque minuti dopo stavamo entrando nel mio appartamento. Christian sembrò impressionato da quello che chiamavo il mio nascondiglio. Gli mostrai la camera da letto, quindi si tolse le scarpe e incominciò a spogliarsi. Poi puntai in direzione del bagno e dissi, “Perché non ci facciamo una doccia prima di cominciare. Preferisci andare per primo o per secondo?” Mi guardò con un sorrisetto malizioso e disse, “Perché non la facciamo insieme? Mi piace che qualcuno mi lavi.” Non dovette chiedermelo due volte. Nel giro di pochi secondi eravamo entrambi nudi. Ammirai a lungo il suo corpo magnifico e ciò mi provocò un’erezione istantanea. Questo sembrò piacergli, “Sono lieto di vedere che ti piace quello che stai guardando,” disse. Anche se il suo cazzo non era ancora duro, puntava leggermente verso l’alto….. era perfetto. Anche mezzo molle era più lungo e grosso del mio in piena erezione. Aveva una grossa cappella rosa con un forellino in cima che sembrava contornato da due piccole labbra e dal quale usciva una grossa goccia di succo cristallino. Mi avvicinai e avvolsi le mie mani al suo tronco, scuotendolo gentilmente fino a farglielo diventare duro. Avrei voluto inginocchiarmi subito e prenderlo fino alla radice, ma Christian cominciò a camminare all’indietro verso il bagno tirandomi con lui mentre ero ancora saldamente attaccato al suo attrezzo. Appena varcata la soglia del bagno cominciammo entrambi a ridere. Lo lasciai andare e aprii l’acqua della doccia regolandola ad una temperatura confortevole. Entrammo insieme sotto la doccia ed io incominciai ad insaponarlo. Coprii ogni centimetro del suo corpo sodo e muscoloso con una ricca e profumata schiuma. Inavvertitamente feci in modo di far scivolare le mie mani fra le sue natiche e insaponai, lavai e sciaquai attentamente il suo buchetto. Non fece assolutamente nessuna resistenza e anzi sembrò divertirsi molto delle attenzioni che gli dedicavo. Quando fu tutto ben pulito mi detti anch’io una veloce lavata. Non potevo resistere più a lungo. Mi inginocchiai e mentre l’acqua calda scorreva su di noi inghiottii il più bel cazzo che mi sia mai capitato di vedere. Teneva stretta la mia testa con le sue mani e muovendo il bacino faceva entrare e uscire il suo cazzo dalla mia bocca. Io ero su un altro pianeta e da lontano sentivo i suoi sospiri di piacere. Ad un certo punto spinse la mia testa lontano prima che potessi udire cosa stava dicendo. “Vacci piano. Hai una boccuccia bollente e stavi quasi per farmi venire. Lasciami rilassare un momento. Poi riprenderemo con più calma da dove abbiamo interrotto. Non c’è niente di meglio di un lungo e lento pompino.” “Come contraddirlo?” Mi alzai, chiusi l’acqua e afferrai una grande salvietta appesa vicina alla doccia. Gliela avvolsi intorno lasciando che assorbisse l’acqua dal suo corpo. Presi una salvietta anche per me, ed entrambi, finendo di asciugarci, uscimmo dal bagno. Una volta asciutti Christian mi precedette correndo in camera e tuffandosi sul letto. Mi misi ai piedi del letto ammirandolo mentre si sistemava comodamente il cuscino e si posizionava davanti a me con le gambe divaricate con il suo grande cazzo duro come la roccia che puntava dritto verso il soffitto. Montai sul letto adagiando la mia testa fra le sue gambe lasciando penzolare i miei piedi in fondo al letto. Agguantai il suo grosso cazzo tirandolo leggermente verso di me, quindi mi misi in bocca la sua enorme cappella. Ci lavorai un po’ con la lingua e le labbra finché non mi pregò di prendere in bocca anche tutto il resto. Come rifiutare un aiuto ad un amico nel momento del bisogno? Feci scivolare le mie labbra lungo il grosso tronco fino a che le sentii strofinare contro il suo pube. Poi tenendo le labbra strette intorno a quel palo sollevai la bocca mentre con la lingua leccavo la pelle lungo tutta la superficie. Sentii Christian fremere mentre era percorso da un brivido ed un profondo lamento di piacere usciva dalle sue labbra. “Oh ragazzi, sei fantastico! Sii!! Così, lentamente. Sei incredibile. Continua così su e giù. Stringi un po’ di più le labbra. Sii!! Così. Oh, Dio, mi stai succhiando il cazzo da vero professionista.” Le sue parole mi eccitavano e sentivo salire la temperatura del mio corpo come se avessi la febbre. Aumentai il ritmo del pompino. Lo desideravo da impazzire, volevo sentire il sapore della sua sborra, bere la sua essenza di maschio, assaporare il succo delle sue palle rigonfie. “Oh cazzo ragazzi, ci sono, non riesco a fermarmi, sei troppo bravo. Tieniti pronto, ecco che vvvvvvengo. Sii! Bevi la mia sborra, ingoiala tutta. Eccotene ancora. Oh, sii, sii. Eccola, okay, okay. Non riesco più a trattenermi.” Mi scostò la testa mentre ricadeva sdraiato sulla schiena. Il suo cazzo era ancora duro e pulsante. Un’ultima grossa goccia di sperma affiorò sulla punta e cominciò a scivolare giù lungo l’asta di carne. Sentivo ancora in bocca il sapore dolce-amaro della sua sborra, ma non potevo lasciare che quest’ultima goccia mi scappasse. Mi chinai per ingoiarla e gli leccai ancora il cazzo finché non uscì più niente. Anche se me lo aspettavo, non mi spinse via, così continuai a leccargli il cazzo e la cappella finché il suo respiro non ritornò normale. Visto che ce l’aveva ancora duro e non protestava, oltre a leccare cominciai a succhiare di nuovo. Presto ripresi a fargli un pompino come se non avesse ancora sborrato. “Cazzo, amico. La tua bocca è così stretta e bollente che penso d’essere pronto a venire di nuovo. Stavolta cerca di andare davvero adagio. Cosa ne dici? Pensi di farcela?” Con la bocca piena della sua asta carnosa, potei solo borbottare qualcosa e fare un cenno affermativo con la testa, ma le mie azioni parlavano per me; me la presi veramente comoda, andando alla scoperta delle zone più sensibili del suo cazzo. Me lo lavorai lentamente finché non lo udii rantolare dal piacere. Spostai quindi le mie attenzioni dal suo cazzo e le rivolsi alle sue palle. Erano troppo grosse perché potessi prenderle in bocca contemporaneamente, così dovetti lavorarmele una alla volta. Poi spinsi le sue gambe verso l’alto e all’indietro. Volevo prendermi cura della zona sensibile fra i suoi testicoli ed il suo buchetto. Stava già impazzendo prima ancora che con la lingua gli toccassi il buco. Si tenne sollevate meglio le gambe in modo da lasciarmi un più comodo e libero accesso al suo buchetto. Affondai la mia faccia fra le sue natiche muscolose. Era mio; lo stavo facendo impazzire dal piacere. ”Dio, oh Dio, nessuno mi ha mai fatto questo prima. E’ fantastico. Non riesco a credere che sia così bello. Dai, piccolo succhiacazzi, leccami il culo, infila la tua lingua calda nel mio buco.” Continuai fino a che non mi fece male la lingua e lui non fu vicino a lacrimare dal piacere. Era così eccitato che avevo paura che stesse per venire e mi sarei perso la sua sborra. Sempre leccando risalii verso le palle che si erano gonfiate e avevano raggiunto le dimensioni come di due uova compresse in uno stretto sacchetto. Continuai a leccargliele cercando di dargli un po’ di sollievo. Quindi lo feci abbassare e gli ripresi il cazzo in bocca cominciando di nuovo a succhiare lentamente usando la bocca, la lingua e le labbra mentre gli massaggiavo l’asta con le mani in un crescendo di sensazioni. Cominciò a pregarmi di farlo venire perché non ce la faceva più, ma io non volevo. Desideravo giocare con lui e con il suo stupendo pezzo di carne il più a lungo possibile. Alla fine non resistette più. Con un paio di rapide mosse fu sopra di me. Prima che mi rendessi conto di cosa stava accadendo mi trovai schiacciato sotto di lui. Posizionò il suo cazzo, duro come l’acciaio, fra le mie labbra. Mise le sue mani dietro la mia testa e guidandola cominciò a scoparmi in bocca. “Non riesco più a trattenermi, devo venire ora!” disse disperatamente, spingendosi nella mia gola. Sembrava come posseduto. Il suo membro pulsante si muoveva dentro e fuori così velocemente nella mia gola che a fatica riuscivo a respirare. Fortunatamente riuscii a fare un respiro prima che venisse; il suo corpo cominciò a tremare; sentii la sua cappella ingrossarsi e premere sulle pareti della mia gola; e poi sentii la sua sborra bollente che schizzo dopo schizzo veniva sparata dalle sue palle. Si ritrasse un poco in modo da appoggiarmi la cappella sulla lingua in modo da farmi ingoiare il rimanente sperma che ancora usciva dal suo cazzo. Mi aspettavo una piccola sborrata dal momento che era già venuto meno di un’ora prima, invece mi stava inondando copiosamente con il suo seme. Non che mi lamentassi, ero completamente intossicato dal suo profumo di muschio. Avevo avuto il trattamento completo, un ragazzo stupendo, etero, con un enorme cazzo e l’abilità nel saperlo usare; era un sogno diventato realtà. “Amico, devo proprio dirti una cosa. Sono stato con qualche ragazzo e con un mucchio di ragazze, ma nessuno mi ha mai fatto provare quello che ho provato con te. Vorrei solo abitare più vicino, sarei un visitatore regolare.” Sapevo che erano tutte stronzate, ma le sue parole mi fecero sentire bene. Ero stato capace di fare eccitare un etero e di farlo venire due volte in meno di un’ora, mi sentivo davvero grande. Poi il mio amico mi sbalordì con una richiesta che mi colse di sorpresa. “Hei ma tu non sei ancora venuto? Cosa ne diresti se ti facessi una sega?” “Tu faresti questo per me?!” Dissi con stupore. “Beh, è il minimo che posso fare dopo quello che hai fatto per me. Non penso che sia poi molto diverso dal farle a se stessi.” Chi ero io per argomentare? “Se a te non dispiace a me farebbe piacere” Era ancora sdraiato sopra di me. Senza dire niente si voltò rivolgendomi la schiena. Sentii la sua mano stringersi intorno al mio cazzo durissimo e poi cominciò a masturbarmi. Ci volle pochissimo. Venni eruttando sperma dappertutto: sulla sua mano, sul suo braccio e sul suo torace. Ero in delirio e tremavo come se avessi la febbre. “Ragazzi che sborrata, è la prima volta che mi sporco con uno sperma che non sia il mio.” “Perdonami, non volevo sporcarti” “Non preoccuparti, è una figata, ma non mi dispiacerebbe avere una salvietta per pulirmi,” disse sdraiandosi vicino a me. Anch’io avevo bisogno di una ripulita, così andaii in bagno e presi due salviette. Dopo esserci ripuliti decidemmo che era meglio dormire un po’. Erano quasi le 3:30. “Domani devo essere di ritorno presto. Potresti puntare la sveglia per le 8:00. Riuscirei a dormire abbastanza e avrei una mezz’oretta di tempo nel caso tu domani mattina avessi fame,” disse sorridendo. ”Puoi contarci,” dissi puntando la sveglia. “Di solito quando mi sveglio sono affamato.” “Bene!! Per colazione avrai un salsicciotto come non hai mai visto prima” Spensi la luce. Christian voltò la faccia dall’altra parte e così feci anch’io. Ci ritrovammo schiena contro schiena e presto lo sentii russare dolcemente. Non ci volle molto tempo prima che lo seguissi. Aprii gli occhi, il sole filtrava fra le tende. Quando fui completamente sveglio capii che durante la notte Christian si era girato verso di me. La sua fronte era contro la mia schiena ed il suo braccio era sopra il mio torace. Non era un vero abbraccio, ma quasi. La sveglia segnava le 7:38. Mentre mi domandavo se era il caso di svegliarlo mi resi conto che qualcosa di grosso e duro poggiava contro le mie natiche. Christian aveva un’erezione! Mi mossi un poco ma lui era così profondamente addormentato che nemmeno il suo respiro cambiò. La sola cosa che il mio movimento produsse fu quella di permettere al suo cazzo di scivolare ancora meglio fra le mie chiappe. Improvvisamente capii che cosa volevo. Nessuno mi aveva mai scopato, ma in quel momento sapevo che desideravo avere i 20 cm di Christian su per il mio culo. In quella situazione avrei potuto farcela. Avevo già provato ad infilarmi una o due dita nel culo mentre mi masturbavo, ma di sicuro sarebbero state difficili da paragonare a quel mostruoso pezzo di carne che ora volevo dentro di me. Mi allontanai da Christian il più lentamente possibile. Lui non mosse un muscolo. Raggiunsi il comodino e presi un tubetto di lubrificante che di solito usavo per masturbarmi. Lentamente me ne misi un bel po’, fin dove riuscii ad arrivare, sul per il mio buchetto. Poi ne misi in abbondanza sul palmo della mano e lo spalmai su ogni centimetro della solida erezione di Christian. Non si svegliò, ma emise un lungo respiro. Mi domandai che cosa stesse sognando. Presi quindi una salvietta e mi pulii le mani dal lubrificante. Poi mi posizionai. Mi spinsi all’indietro fino a fare in modo di appoggiare la cappella di Christian all’entrata del mio buchetto. Poi molto lentamente mi spinsi sopra di essa. La cappella entrò dentro di me e stavo quasi per mettermi ad urlare dal forte dolore che mi assalì, ma dopo aver fatto parecchi profondi respiri mi calmai un poco. Ripresi quindi a spingermi all’indietro e sorprendentemente il dolore divenne inesistente. Continuai la mia opera e quando il cazzo di Christian fu completamente dentro di me, smisi di muovermi. Avevo bisogno di abituarmi a quella sensazione di pienezza che non avevo mai provato prima. Poi cominciai a muovermi avanti e indietro facendo scorrere quell’enorme tronco dentro e fuori di me. La sensazione che provavo era incredibile. Non avrei mai immaginato di provare tanto piacere dall’essere scopato. Presto dimenticai che il cazzo che stavo cavalcando era attaccato ad un essere vivente. Solo la stretta del suo braccio intorno a me mi riportò alla realtà. ”Cristo santo! Questo è davvero troppo.” Al principio pensai che fosse arrabbiato e che mi ero spinto troppo in là con la mia intraprendenza, ma le parole che mi disse in seguito cancellarono la mia apprensione. “Ragazzi, che buchetto stretto che hai! Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato inculare qualcuno, ma non ho mai trovato una donna che mi lasciasse provare. Ma se non ti dispiace penso che mi piacerebbe essere io a condurre il gioco.”; e così fece. Mi scopò come mai avrei immaginato che una scopata potesse essere. Mi sembrava di essere in paradiso, poi sentii le sue labbra sul mio collo. Mi stava baciando sul retro del collo e con la lingua mi solleticò il lobo dell’orecchio. ”Piccolo,” mi sussurrò, “non mi importa se sei un ragazzo o una ragazza, questa è stata una delle migliori scopate che abbia mai fatto e ti assicuro che ne ho fatte di veramente fantastiche. Chiunque riesca a fare al mio cazzo quello che tu hai fatto merita un po’ di amore”. Così detto ruotò la mia testa verso la sua finchè non fummo labbra contro labbra. Quindi spinse la sua lingua nella mia bocca e cominciò a baciarmi. Le nostre lingue si incrociarono e duellarono fra di loro mentre il suo cazzo continuava a sfondarmi il culo. Improvvisamente smise di baciarmi, si sollevò sulle braccia e con un ruggito rilasciò un torrente di sperma nel profondo del mio intestino. In quell’istante sentii le mie palle contrarsi e subito senza toccarmi venni schizzando del seme bollente fra il mio corpo e le lenzuola. Christian crollò sopra di me impedendomi qualsiasi movimento. Il suo cazzo era ancora tutto dentro di me e in quel momento desiderai che non lo togliesse più. Invece, rotolando via, con un sonoro ‘plop’ lo estrasse. Mi guardò e i nostri occhi si incontrarono. Non so quale silenzioso messaggio ci scambiammo, ma entrambi capimmo che la nostra era stata un’esperienza unica. Mi sorrise dolcemente. “A me piacciono le donne e questo non cambierà mai, ma questa è stata una delle migliori notti di sesso che ho trascorso con chiunque, uomo o donna che sia”. ”Lo stesso è stato anche per me,” dissi. Si fece una doccia veloce e si vestì. Gli diedi 5 banconote da 100.000 lire e gli dissi che il suo era stato il miglior servizio taxi che avessi mai avuto. Rise e mi rispose che il mio servizio era stato meglio del suo. ”Non mi dispiacerebbe rifarlo ancora qualche volta,” dissi. ”Nemmeno a me dispiacerebbe.” Mi diede un breve ma tenero bacio sulle labbra. Bene, questa è la mia storia. Se tutto va bene Christian mi ha detto che tornerà fra poche settimane, giusto prima di Natale. Vedremo, per ora trattengo il respiro. Per ora mi resta il suo ricordo e me lo sognerò ogni notte fino ad allora.

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The Hot Tub

Hot Tub By Mac Damn! I'd looked forward to this all afternoon. My partner Rob suddenly had to leave Wednesday on business and wouldn't be back till late tonight. We had scheduled a big party tomorrow, Saturday, so I had to take today off work and hustle all day to get stuff ready. Now I was going to take a break in the hot tub. I was ready to jump in, but the damned

The Nude Model

I had always enjoyed watching naked men in the locker rooms but had never really acted on my desires until college. I had an art class that had us draw the human form by using nude models. I had missed several days due to the flu so I had to make up the drawings on my own time. My professors gave me a list of models to call. I called several which were asking a lot for a college

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