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Ma Dove Sono le Dune?

by Marco G.


Ricordo da bambino quando arrivava l'estate, immaginavo di correre nel vento di chissà quale paese africano e incessantemente, cercare a dorso di un cammello la salvifica e rassicurante verde oasi persa nel mare giallo del deserto. Certo capisco di non essere stato molto originale ma tuttavia, ancora oggi, tra i vari filmoni, che ci propina la nostra televisione, quelli di avventure esotiche esercitano su di me un fascino particolare e, a volte, immagino di capitare in questi scenari a rincorrere i miei sogni puerili. Fu così che quando il mio amico Roberto mi propose di andare nella mitica spiaggia di Capocotta, tra il Lido di Ostia e Torvajanica, ne fui a dir poco entusiasta; si associa questo posto sempre alle famose e chiacchierate dune dove dietro, si racconta, si facesse l'indescrivibile. Visto che non ero particolarmente vicino al posto, avevo già considerato l'idea dell'inevitabile alzataccia per essere li ad un orario decente; niente da fare, mi ero nuovamente riappisolato, poi risvegliato dallo squillo del telefonino. "Ma allora vieni o no?" fa Roberto amico con aria interdetta "Si scusa, adesso mi preparo subito, dove ci vediamo?" rispondo con voce da oltretomba "Sulla rotonda di Ostia alla fine della Cristoforo Colombo, anzi, facciamo direttamente allo stabilimento, se hai difficoltà mi chiami" taglia corto il mio amico "Uhm, vabbe' spero di non fare casino come al solito per trovare il posto" dico io Dopo aver frettolosamente, riempito la borsa di telo mare, ciabatte e quanto altro, mi metto in macchina controllando la cartina. La strada e' abbastanza libera, un piacevole vento spira dai finestrini arrivo a Ostia e già si intravede l'andirivieni dei turisti della domenica negli stabilimenti della costiera. Certo non potevo chiedere dove si trova Capocotta, pensavo, sarebbe come esporre un cartello luminoso sulla macchina che dice "Io sono gay, gente!", ancora non mi sembrava il caso di fare un outing così plateale. Eppure a volte lo avrei voluto tanto fare! Eh si, a volte.....tutta la mia vita mi era sembrata un posticipare a tempi migliori che non arrivavano mai. Arrivo finalmente, dopo qualche giro a vuoto, davanti allo stabilimento "Settimo Cielo", il mio amico è già sulla spiaggia, raccolgo le idee e un po' di coraggio, attraverso il pontile di legno che conduce al baretto e, Roberto mi accoglie con uno di quei suoi soliti sorrisi enigmatici, tanto che a volte, se non lo conoscessi bene, sembrerebbe che ti stia prendendo per pazzo o poco meno. Con un costume a pantaloncino, che castigava un po' il suo fisico, risultava lo stesso un bel ragazzo biondo, medio-alto, di corporatura massiccia con splendidi pettorali sodi e ben sviluppati da anni di palestra e con due magnetici occhi verdi tanto per gradire. Io, d'altra parte non sono certo male, con il mio 1.85x78, capelli castani lisci, occhi neri neri, lineamenti regolari e un fisico ben sviluppato dalla frequentazione regolare della piscina, ho ripetutamente attirato l'attenzione di diverse ragazze della mia zona. " Vieni, vieni qui ci sono anche i miei amici" mi presenta ad una fauna di persone, quantomeno bizzarre, per la mia mentalità da piccolo borghese. Un tipetto magro magro si agitava senza sosta per tenere le redini della conversazione, mentre una trans romantica e materna canta canzoni con tono cantilenante, mentre un'altra dai i capelli arancio, contratta con un "vu' cumprà" . Un bel ragazzetto ossigenato racconta ad un orsetto con gli occhi bistrati di rimmel le sue avventure erotiche olandesi. Pochi centimetri oltre un'altro pieno di meches e orecchini dappertutto bacia sulla bocca allo sfinimento un altro/a con capelli nero pece e un tatuaggio indiano sulla schiena. E qualche decina di metri oltre si intravedevano i primi nudisti con corpi che, anche se a volte appesantiti, emanavano sensualità da ogni poro. Insomma dopo il primo stupore, mi sentivo alquanto eccitato e chiesi a Roberto: " Ma dove sono le dune?", lui mi fa cenno di guardare dietro di noi." Mah, non vedo altro che cespugliosi montarozzi di terra". " Appunto!" fa lui, spiegandomi che le famose dune erano quelle li. Un po' deluso, comunque continuo con le domande, mi dice che lui non è mai stato li dietro, che gli fa schifo solo il pensiero e che è un posto per guardoni e pipparoli ecc. Alla fine, non senza fatica, lo convinco per una passeggiata veloce dietro le dune. Giunti dove la vegetazione si fa più fitta e le voci giungono in lontananza gli dò' istintivamente un bacio in piena bocca e quindi lui, timidamente e poi sempre piu' arditamente, ricambia. Le nostre lingue giocano, lottano, si intrecciano; e poi la mia la spingo più giù che posso nella gola di Roberto cercando di fargliela arrivare fin nelle tonsille, e lui spasima dicendomi di non smettere mai, mentre i nostri cazzi duri come pietre si strusciano separati solo dall'esile stoffa dei nostri costumi. Tiro fuori la lingua dalla bocca di lui e decido come un invasato di ficcargliela all'istante dentro le narici a costo di privarlo per qualche istante anche del respiro e poi giu' anche nelle orecchie fin nel cervello, siiiiiiiiii. All'apice della follia inizio a mordicchiargli fino al dolore i capezzoli turgidi e infuocati passandogli una mano sulla fronte grondante di sudore e uso lo stesso per lubrificarmi il cazzo che comincio a smanettarmi. Ad un certo punto il mio amico lancia un urlo sordo, piccole gocce di sangue gli colano dal petto; accidenti! nella foga gli ho ferito un capezzolo. "Eh che cazzo!" mi urla, cerco di rimediare ma lui mi allontana con la mano e io chiedendogli di nuovo perdono lo faccio accasciare a terra. Lo bacio nuovamente sulla bocca, questa volta più dolcemente, più teneramente, mentre lentamente gli abbasso il costume accarezzandogli il membro sempre ben eccitato. Le mie labbra scendono, quasi ipnotizzate di nuovo sul petto, poi sull'ombelico che con la lingua esploro per un attimo. Il sapore agrodolce dei suoi umori mi inondano la bocca che, si avvicina lentamente ma incessantemente, come per seguire una missione, al pube. Gioco per un po' con i suoi coglioni gonfi di sborra e lucidi per la recente depilazione e come in trans dopo una veloce slinguata su tutta l'asta non esito un istante a mettermi in bocca la sua verga bionda. Non respiro molto bene mentre glielo lavoro a fondo, ma dopo il dolore che gli ho procurato sono disposto anche ad umiliarmi per lui. Glielo frullo e rifrullo come non mai, mentre lui emettendo urlettini che, questa volta, finalmente, sono di piacere puro, mi dice "Sei una vera zoccola!". Allora inizia a scoparmi in bocca, proprio come si trovasse di fronte a un buco del culo. Dopo qualche colpo, finalmente mi viene in faccia inondandomi gli occhi con il suo liquido denso e quasi bollente. Con una mano mi masturbo e con l'altra gli tocco lo sfintere, il suo piacere sembra raddoppiarsi e comincio a credere, che forse il suo ano sia pronto finalmente anche per un grosso calibro. Avevo già tentato di metterglielo dentro ma, viste le dimensioni esagerate del mio pisello, ero solo riuscito a crearmi frustrazioni. Quindi con uno scatto lo giro facendogli aderire bene bene la pancia alla terra, e senza pietà cerco di schiaffarglielo nel forno, di nuovo dolore e gridolini. Niente da fare, pensai sconsolato, mentre Roberto diceva che forse un giorno ecc.. Poi all'improvviso ci rendemmo conto di avere un pubblico, due guardoni si stavano smanettandosi da qualche minuto eccitati dalle nostre acrobazie sessuali. Uno alto e allampanato sui trentanni aveva una verga lunga e svettante da un paio di short azzurrini, l'altro più anziano di qualche anno, con dei grossi baffi neri si toccava ripetutamente il suo cazzo più tozzo e più peloso a pantaloncini completamente abbassati. Roberto, in un primo momento allarmato poi come me eccitato dai due si rimette alla pecorina e io, senza pietà, quasi per vendetta, in un colpo solo glielo sbatto una volta per tutte in pieno culo, odo i suoi rantoli di dolore confusi con quelli di piacere dei due guardoni che, dovevano essere alla seconda o terza sega. Dopo un po' di stantuffamento, il mio amico avvertiva delle forti sensazioni di piacere a livello prostatico e io, beh io, glielo stavo rompendo bene bene. E se questo ormai lo faceva felice, anch'io ero felice. In quel mugolare continuo di noi e dei nostri ospiti scarico una coppa intera di sborra dentro la pancia di Roberto per il godimento di tutti. Alla fine il mio amico mi diede un bacio profondo leccandomi anche il collo. Mi alzai all'improvviso e tirai una pisciata contro uno il guardone allampanato che sembrava non volesse andarsene e che, quindi , si decise a togliersi di mezzo. Insomma, ora è pieno inverno ma non vedo l'ora di tornare a Capocotta nonostante le sue dune non siano propriamente africane ma che, oltre a avervi conosciuto una realtà vivace e colorata mi ha fatto affondare fino in fondo nelle dolci dune del mio amico Roberto, che come me, conta i giorni da qui all'estate........ Due to international translation technology this story may contain spelling or grammatical errors. To the best of our knowledge it meets our guidelines. If there are any concerns please e-mail us at: CustomerService@MenontheNet

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