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Vendetta, Part 2

by Massimo


Da quel giorno tutto è cambiato in casa nostra. Sappiamo ormai le nostre inclinazioni, ma Marco ha chiaramente un debole per me e spesso e volentieri prende le mie difese quando Marcello mi fa delle strane proposte... Da quando è arrivato in casa anche Marco, io e lui abbiamo sempre dormito nella stessa stanza, ma da quel giorno abbiamo avvicinato i letti, pur rimanendo la nostra relazione semi-segreta. Nonostante questo Marcello, anche se ha ripreso a lavorare saltuariamente in quello studio di film hard, non è più uscito con una donna e il suo desiderio di fottere è spesso diretto a ragazzi della mia età, me compreso, che sono comunque sotto la protezione di Marco. Si è così venuta a creare una situazione di rivalità tra loro due, ed inoltre Marcello non perdonerà mai a Marco di avergli sfondato il culo con quell'enorme pezzo di legno, benché la perdita della verginità anale a 42 anni sia stata per lui una piacevole svolta. Questa rabbia la sfoga così su qualche ragazzetto amico suo, che capita in casa nostra "a bere qualcosa" e che finisce inevitabilmente nel suo letto: almeno due notti alla settimana si sentono provenire dalla sua camera mugolii di piacere, e alla mattina quando io e Marco andiamo via c'è sempre la porta della stanza chiusa. Mangiare insieme è diventato impossibile: la volgarità di Marcello, uomo attraente e trasandato, si scaglia contro la classe di Marco, sempre composto ed educato ed uno dei due finisce sempre per alzarsi da tavola e andarsene. Ma la scorsa settimana è successa una cosa stranissima quanto eccitante. Ero uscito a ballare come tutti i venerdì e rientrai a notte fonda. Dopo aver bevuto qualcosa in cucina, entrai in camera come al solito senza accendere la luce per non svegliare Marco. Mi infilai sotto le lenzuola e, siccome all'indomani nessuno avrebbe dovuto alzarsi presto, pensai che a quello splendido uomo di 39 anni che mi ritrovavo nel letto non sarebbe dispiaciuto fare del sano sesso fino all'alba. Cercando di non svegliarlo, siccome dorme sempre completamente nudo, gli misi prima una mano tra i peli del petto e lo saggiai con gusto, poi calai giù, fino a sentire l'ombellico e poi il cespuglio di peli del pube; glielo avrei preso in mano e scappellato ancora moscio. Ma una mano mi prese con uno scatto violento il polso. "Ti aspettavo..." Non potevo crederci: al posto di Marco, nel nostro letto, c'era quel maiale di Marcello! "E Marco dov'è?" Chiesi subito. "E' andato a trovare i suoi per il fine settimana, quindi abbiamo tutto il tempo..." mi rispose, accendendosi una sigaretta. Prima che potessi dirgli qualcosa e scendere dal letto continuò: "Ti devo un favore, Massimo". Accese la piccola luce sul comodino e vidi che era completamente nudo, fuori dalle coperte, a gambe larghe e con quel grosso bastone di legno unto a dovere ed infilato nel suo ormai abbondante buco. Il suo uccello era riposato e comunque di dimensioni e di aspetto rispettabile. Gli spensi la sigaretta, e senza dire nulla lo baciai e lo leccai tutto. Gli presi i capelli, glieli leccai, gli leccai anche le basette e poi gli orecchi. Quel collo duro e senza rughe glielo succhiai mentre il mio uccello cresceva in fretta. Mi ero portato sopra di lui e sentivo che il suo uccello cresceva incontrandosi con il mio e baciando il mio ventre. Scesi tra le sue cosce ben definite e pelose smanettandomi con la mano destra la minchia ormai immensa e perfettamente dritta e con la sinistra facendo una dignitosa sega a quel mostro sacro che Marcello si ritrovava sopra a quei coglioni iperproduttivi. Lui continuava a penetrarsi con quel bastone che avevo scoperto essere una mazza da base-ball. Venne subito ed inaspettatamente, un'abbondante ondata che lo imbrattò fino al collo sembrò dargli ancora più voglia. Allora io iniziai a leccargli tutto quel prezioso succo senza inghiottirlo e glielo portai alla bocca baciandolo; lui mi ripulì il palato con quella lingua selvaggia e mi disse: "Neanche la troia migliore fa un servizio così; ora ripuliscimi anche la cappella". Non finì di dirlo che già quella cappella perfetta era tra le mie tonsille e quel ciuffo di peli solleticava le mie labbra umide. Mi girai tenendoglielo in bocca e portandogli la mia fava tra le sue labbra carnose con un 69 che ricorderò a lungo: il suo ventre appiccicoso ci rendeva una cosa sola. Sentii di non farcela più e gli venni in bocca mentre lui inghiottiva tutto quel mare di sperma che usciva in continuazione. Ma lui continuò ancora con un pompino da artista del cazzo che mi fece venire una seconda volta in pochi secondi. Avevo notato una notevole resistenza in lui, ma mi stupivo anche della iperproduttività dei miei testicoli. Interrompendo il lavoro apprezzabile che stavo svolgendo nel tenergli in bocca e lavorare quell'enorme pezzo di carne bollente, e portandomi in mezzo alle sue gambe, gli sfilai finalmente la mazza da base-ball dal culo, sporca e sudata e ci misi la mia mano fino al polso. Marcello mugolò di piacere e mi confessò: "Non riesco più a stare senza qualcosa dentro l'ano". A quelle parole affondai fino a metà avambraccio e dopo un urlo di piacere aggiunse: "Titillami l'intestino, amore". Ero esaltato: toccai di tutto là dentro, ragazzi! Uscii violentemente con un grazioso rumore e ci misi finalmente l'uccello ormai di dimensioni paurose e violaceo per il pompino favoloso. Godetti ed eruttai enormemente dopo solo tre affondi, ma non mi fermai. Mentre lo inculavo con una foga che non voleva finire, allungò una mano al comodino e si accese una sigaretta, che fumò nel modo più sexi possibile. Era irresistibile quando fumava in quel modo, ed ora che lo faceva mentre io gli ero dentro lo rendeva quasi divino. Mentre io sudavo dall'eccitazione e dalla fretta di fotterlo ancora una volta lui continuò a farmi le sue confessioni: "Ho iniziato a fare film gay, Massimo, e finalmente ho provato uno di quei cosi di plastica". Io non avevo certo la forza di rispondergli, ma mugolavo e basta. Però finalmente capivo tutte quelle nuove giovani amicizie che si susseguivano nel suo letto. "Quando ti vibra dentro e ti sgrilletta la prostata è un piacere supremo", continuò, "e vorresti averlo fino in gola, ti giuro..." Mentre pronunciava queste parole vidi che non mi sentiva quasi più, e ad un tratto sentii un gran dolore: nel suo buco era riuscito ad infilarsi anche la mazza da base-ball. "Ora godooooooo!", urlò smanettandosi l'uccello dritto e nodoso, "Continua, stallone, che mi strappi tuttooooooo!!!" aggiunse sempre urlando. Lo inondai copiosamente per molti secondi, lubrificando ulteriormente quella fortunata mazza da base-ball, ed anche lui mi schizzò fino in viso. Uscii distrutto e mi buttai disteso lì accanto a lui. Aveva finito la sigaretta, ma non la voglia di parlare: "Sei stato fantastico, Massimo", disse con tono affettuoso e baciandomi con quella bocca appiccicosa di sperma. "Mi piaci perché sei un porco" gli dissi, eccitandolo. Era bellissimo aver posseduto a 25 anni un uomo oltre la quarantina, bello e voglioso. Il suo ano versava una quantità notevole del mio seme dal buco ancora allargato, tanto allargato che con due dita Marcello si ripuliva l'interno mentre chiacchierava con me. "Non sai quanto soffro quando non mi sento niente nel culo, Massimo. Quando sono a casa ho la mazza, ma quando esco non so proprio come fare. Così ora ho iniziato a mettermi un'arancia nel buco prima di uscire di casa e per me è un sollievo". Avevo un depravato in casa e la cosa mi piaceva. Ma non è passata ancora una settimana e, benché le liti si siano un po' placate, a Marco devo raccontare ancora tutto. Ora veramente non so come fare.

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Vendetta, Part 3

Queste pagine ormai sono diventate il mio diario; state assistendo in diretta a quello che succede in questa casa da qualche mese. Purtroppo quando un bel ragazzo di 25 anni a Milano per studio deve dividere l'appartamento con due uomini di 39 e 42 anni (il primo divorziato e l'altro scapolo) la voglia di sesso supera il rispetto. Oggi che Fernando è fuori tutto il giorno per

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Web-02: vampire_2.0.3.07
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