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Il mio lato femminile - Un sogno realizzato

by Lukexxx


Il mio lato Femminile - lukexxxypsylon@yahoo.it

Un sogno realizzato

Finalmente ero a casa da solo. Agognavo da mesi un weekend libero con la casa a mia completa disposizione. Adoro da sempre indossare biancheria femminile, mi piace da impazzire l’eccitante sensazione del nylon dei collant che fascia le mie belle gambe affusolate e glabre ..mi piace guardarmi allo specchio e vedere nel suo magico riflesso la donna che sono nelle mie fantasie. Mi manca il seno e ho un uccellino piccolo che mi qualifica come uomo ma sono fortunato, ho un corpo effemminato e gradevole, magro con un gran bel culetto sodo e un viso grazioso. Ho solo 20 anni ma fin da ragazzino le mie fantasie sessuali sono state piene di uomini virili e rozzi e mi vedevano protagonista sempre in un ruolo femminile. Sono alto solo un metro e 64 e mi piace portare piccoli occhiali da “segretaria” perché nelle mie fantasie sessuali ê un ruolo che assumo spesso.

Con il tempo ho accumulato un piccolo guardaroba segreto fatto di lingerie e abiti femminili che indosso non appena ho un minimo di libertà.

Nonostante i miei istinti, la paura aveva sempre avuto il sopravvento e fino a quel momento avevo avuto rapporti con uomini solo nelle mie fantasie, le parti dei membri maschili che tanto agognavo erano state interpretate solo da oggetti che ne ricordavano la forma e che mi dedicavo spesso a leccare, succhiare ed infilare gentilmente nel mio voglioso buchino.

Crescendo, le mie fantasie sessuali si erano fatte sempre piû complesse e realistiche: in genere mi piace partire dall’immaginare un dolce e tenero rapporto con un uomo o un ragazzo su un bel letto candido e salire lentamente fino a lussuriose orge dove un gruppo di uomini mi fotte senza nessun riguardo come una cagnetta in calore facendomi impazzire di piacere. Una delle mie fantasie piû ricorrenti era quella ambientata in un cinema a luci rosse. Una volta ci ero andato per davvero ma quando un uomo aveva cercato di approcciarmi sedendosi accanto a me e allungando le mani mi ero spaventato tanto che ero uscito di corsa dalla sala.

Era venerdî pomeriggio e raramente mi ero sentito cosî eccitato, l’idea di avere un intero week end fino a domenica sera per fare ciô che volevo mi faceva andare in orbita.

La prima cosa che feci fu di spogliarmi dagli abiti maschili e truccarmi leggermente con mascara e matita nera in modo da evidenziare i miei grandi occhi, poi passai finalmente ad indossare gli abiti che adoravo. Mutandine di pizzo nero, calze autoreggenti nere velate, camicia da notte di raso nera e tacchi a spillo. Indossai ogni indumento con studiata lentezza godendomene il contatto poi cominciai a camminare per la casa soffermandomi davanti agli specchi per guardarmi. Mi abbassavo a 90 e facevo finta di invitare i miei amanti immaginari. Continuai cosî per un po’ accarezzandomi il corpo con voluttà. Avevo una gran voglia di masturbarmi ma non volevo sprecare il poco tempo a disposizione in quel modo e quindi decisi che era l’occasione giusta per uscire di casa. Presi dall’armadio il mio lungo spolverino nero e provai ad indossarlo . Sembro un trans da marciapiede pronta per andare a battere, pensai eccitandomi ancora di piû.

Non potevo certo uscire conciato a quel modo, i vicini probabilmente mi avrebbero riconosciuto…e anche se non ci sarebbero riusciti non potevo certo correre il rischio. Mi sedetti sul divano a pensare a cosa potevo fare.

Riflettei sul fatto che per me il massimo dell’eccitazione era costituito non solo dal vestirmi da donna ma dal fatto di essere visto in quei panni. L’apoteosi l’avrei raggiunta quando qualcuno vedendomi mi avrebbe desiderato facendomi capire che gli piacevo …che lo eccitavo e che voleva farmi sua….. .sarebbe stato bellissimo …..

L’eccitazione sessuale ê una specie di droga per me, piû cresce e piû i miei freni inibitori si lasciano andare, gli scrupoli si sotterrano sotto le voglie e ad un tratto ciô che un attimo prima era quasi inconcepibile diventa magicamente possibile. Dico questo perché quel giorno le cose andarono proprio in quel modo. Fino a quel momento nella mia storia di trans in erba non mi ero mai fatto vedere vestito da donna da nessuno ma in quel momento l’eccitazione superô il livello di guardia e i miei scrupoli crollarono uno dopo l’altro come un castello di carte colpito dal vento della lussuria.

Decisi che non mi sarei cambiato, nascosi le gambe e le calze che portavo sotto ai pantaloni di una tuta da ginnastica aderentissima che metteva in grande evidenza il mio culetto e le mie gambe. mi infilai un paio di scarpe da tennis alte e sostituii la camicia da notte con una mini canottiera che lasciava scoperto l’ombelico. Mi struccai ma mi portai dietro il mascara e la matita nera per truccarmi di nuovo quando sarei stato fuori dalla mia zona.

Indossai il leggero spolverino nero e uscii di casa. Come prima tappa decisi di andare ad acquistare una gonna, qualcosa di molto sexy. Trovai un negozio che esponeva in vetrina delle cose che mi piacevano. Guardai dentro e vidi una donna elegante di mezza età che metteva in ordine i capi in vendita . Non c’erano clienti e quindi mi decisi ad entrare. Girovagai fra le scaffalature e trovai un miniabito a tubino nero senza maniche che mi piaceva moltissimo. Era ben accollato ed elastico, lo rimirai per un po’ indeciso cercando di trovare la forza per acquistarlo ma l’eccitazione mi annebbiava la mente. La padrona del negozio, la donna che aveva visto prima, mi si fece vicino e mi chiese se poteva aiutarmi. La guardai cercando di sorriderle e nel tentativo di trovare qualche scusa plausibile da addurre per fare l’acquisto alzai il vestitino. La donna lo prese gentilmente in mano e dopo aver dato un occhiata esperta prima all’abito e poi a me mi disse che era certamente della mia misura ma che se volevo provarlo poteva accompagnarmi nei camerini. Il commento della donna fu come un fulmine a ciel sereno, non aveva dubitato neanche per un momento che quell’abito fosse per me. Aveva certamente capito che ero un ragazzo ma non sembrava affatto scandalizzata, anzi reiterô il suo invito a provarmelo. Non me lo feci ripetere e seguii la donna. “Mi chiami quando l’ha indossato” mi disse con tono gentile. Ero eccitatissimo, quella donna con la sua naturalezza mi stava facendo sentire un suo pari, mi faceva sentire una femmina e ..mio dio….mi piaceva infinitamente.

Quando mi fossi tolto i pantaloni della tuta e la canottiera non ci sarebbero stati piû dubbi, la donna avrebbe visto palesemente che ero un ragazzo e che indossavo biancheria femminile, ma arrivato a quel punto non volevo piû tornare indietro, mi svestii infilai il tubino e mi rimirai nello specchio. Era perfetto, la gonna corta e aderente finiva poco sotto il bordo delle mie calze e metteva in grande evidenza il mio bel culetto. “posso ?” sentii chiedere da dietro la tenda “prego” risposi piano. La donna mi osservô con attenzione facendomi girare su me stesso per guardarmi su tutti i lati poi rise deliziata. “Le sta benissimo, mi puô credere, ci sono donne che pagherebbero per avere delle forme come le sue” Mi sentii arrossire per l’imbarazzo, l’eccitazione e la soddisfazione di ricevere un simile complimento. “naturalmente un abito di questo tipo si accompagna a scarpe con il tacco alto non certo a scarpe da ginnastica” disse sorridendo affabilmente “ha certamente ragione” risposi La donna usci dal camerino, io sfilai l’abito e mi rivestii. Quando andai alla cassa con l’abito in mano la donna mi guardava in modo malizioso e con tono complice mi disse che voleva farmi un piccolo regalo, disse che a suo marito lo faceva impazzire. Mi fece annusare una bottiglietta mignon di un delizioso profumo femminile e quando gli dissi che era molto buono me ne spruzzô un po’ sul collo e sui polsi e poi mi consegno la boccetta inserendola nel sacchetto dell’abito acquistato. “Grazie signora, ê stata gentilissima” gli dissi con ammirazione “Dovere tesoro, spero di rivederti” “Glielo garantisco” risposi sorridendo.

Uscii dal negozio inebriato, non mi ero mai sentito cosî femmina in vita mia, e volevo continuare il gioco. Decisi di recarmi in un negozio di scarpe. Ne trovai uno che mi piaceva perché il commesso era un bell’uomo sui 30 anni. Entrai, l’uomo mi guardo con attenzione e mi chiese cosa desiderassi e se avessi visto in vetrina qualcosa che mi interessava. Gli risposi con voce cinguettante indicandogli delle scarpe nere con il tacco a spillo. Lui abbasso la testa per guardarmi i piedi e io gli dissi che portavo il 38. Mi invitô ad accomodarmi e si spostô nel magazzino per cercare ciô che gli avevo chiesto come se fosse una cosa normalissima. Neanche lui aveva dubitato per un momento che le scarpe non fossero per me. Lo vidi arrivare con in mano una scatola. Si accucciô davanti a me. “mi permetta” disse con aria professionale. Mi sentivo addosso il profumo che mi aveva regalato la donna … immaginai che avesse proprietà magiche che stavano affascinando l’uomo inginocchiato davanti a me. Sentivo il mio uccellino duro ed eccitato. Non capivo come fosse possibile che queste persone si comportassero verso di me con tanta naturalezza. Slacciô la mia scarpa destra e la sfilô. Le calze da donna nere che indossavo erano ora pienamente visibili ma l’uomo non sembrô farci particolarmente caso. Mi accarezzô gentilmente il piede e provvedette ad infilarmi la scarpa nera che avevo scelto, il contatto della sua mano con il mio piede avvolto dal collant mi provocô un brivido su per la schiena e sentii alcune gocce di liquido pre spermatico far capolino sulla punta del mio attrezzino. “Come la sente, ê della misura giusta ?” mi domandô con fare molto affabile “S…s…si, mi sembra di sî “ risposi sentendomi avvampare in viso. Sfilô anche la mia scarpa sinistra, mi infilô quella con il tacco e mi invitô ad alzarmi porgendomi la mano con un gesto gentile che accettai. Non riuscivo a capire per quale motivo stesse comportandosi in modo cosî esageratamente affabile. Pensai che forse era obbligato a fare cosî con tutti i clienti. Passeggiai per il negozio eccitatissimo rimirandomi negli specchi. I tacchi slanciano e donano alle donne una incredibile carica erotica. Mi piacevo tantissimo e a quanto mi sembrava di capire anche al bel commesso non dispiacevo affatto, ma forse era solo un impressione dettata dalla grande eccitazione. In fondo non ero altro che un ragazzino travestito, le possibilità che mi trattasse con freddezza o addirittura con scortesia a mio parere erano piû alte eppure continuava ad essere gentilissimo. Forse gli piaccio davvero,… pensai… forse ê gay…..ma non trovai risposta e cercai di non pensarci. Mi sedetti, gli dissi che mi piacevano molto e che le acquistavo. “Mi rispose che mi stavano a meraviglia ma sembravano fatte piû per valorizzare le gambe ed vestiti che le lasciano scoperte.”

Concordai con lui e gli dissi con un risolino eccitato che avevo appena acquistato l’abito giusto e che non vedevo l’ora tornare a casa per provarlo insieme alle scarpe. L’uomo si guardô intorno come per assicurarsi che nessun cliente stesse per entrare e mi disse che se volevo approfittare del camerino era a mia disposizione. Io, eccitatissimo lo ringraziai di cuore ed afferrai il sacchetto contenente il mio precedente acquisto e mi infilai nel camerino. Mi spogliai, indossai il tubino e le scarpe. Il camerino era provvisto di specchio ma volevo che mi guardasse e cosî uscii e mi posi davanti ad uno piû grande nella sala principale. Mi piacevo oltre ogni dire, sembravo una vera donna,. Se avessi avuto il seno nessuno avrebbe potuto dire che non lo ero. Pensai che forse era la mia eccitazione a farmi vedere cosi ma poi decisi che non contava, l’importate era che mi piacevo. L’uomo mi guardava senza parlare. Lo guardai e sorrisi. “sono perfette” mi disse “si abbinano perfettamente al vestito” fece una breve pausa e poi aggiunse: “ê splendida” Lo ringraziai balbettando, si era rivolto a me usando il genere femminile e mi aveva fatto un bellissimo complimento. Mi sentivo al settimo cielo. Ebbi la tentazione di uscire per strada senza cambiarmi, ma avevo ancora troppa paura e decisi di tornare a cambiarmi. Lo guardai di nuovo, mi stava ancora fissando, e pensai che dovevo fare qualcosa. Con la scusa di osservare da vicino delle scarpe esposte al piano piû basso mi abbassai piegandomi in avanti. Avevo la schiena rivolta a lui. ll mio movimento portô inevitabilmente la gonna ad alzarsi e a mostrare il bordo delle calze autoreggenti che indossavo. Girai leggermente la teste per guardarlo. I suoi occhi erano incollati al mio culetto e questa visione mi fece sentire una vera femmina cacciatrice di uomini. Pensai di prolungare il gioco chiedendogli di provare un altro paio di scarpe ma il rumore della porta del negozio annunciô l’ingresso di un cliente. Mi infilai velocemente nel camerino e mi cambiai.

La cliente che era entrata stava aspettando seduta su una delle poltroncine. Mi recai alla cassa per pagare. L’uomo mi fissava con i suoi profondi occhi neri con un intensità che mi faceva sciogliere tutta. Gli posi i soldi e lui gli prese accarezzandomi la mano. Mi consegno il resto “E’ stato un piacere servirla, se posso esserle ancora utile ….” “Grazie….. “ lasciai la parola in sospeso come a voler aggiungere qualcosa “Alessandro” disse “Grazie Alessandro, ê stato gentilissimo”

Mi porse un biglietto da visita. Lo afferrai con mano tremante e lo lasciai sbadatamente cadere, lui si chinô, lo raccolse e nel tirarsi su mi accarezzô delicatamente la gamba fino alla vita dove lasciô la mano per accompagnarmi alla porta. La mano la teneva appoggiata con un tocco leggero e galante in un punto alla fine della schiena dove inizia in rigonfiamento dei glutei. Il tocco delle sue dita calde lo percepivo pieno di una incredibile carica erotica. Abbassai lo sguardo e fissai la patta dei suoi pantaloni, il bozzo era evidente, aveva certamente l’uccello in tiro. Immaginai di inginocchiarmi aprirgli la patta e mettermi a succhiarglielo …mi vidi vestita con il tubino e le scarpe acquistate a gattoni in mezzo al negozio con quell’uomo che sodomizzava con furia…. ..mi consegnô di nuovo il biglietto “ non lo perda” disse sorridendo “spero di rivederla presto” Poi si avvicino all’orecchio e sussurrô “ sei una porca, mi hai fatto eccitare come un maiale” Si allontanô camminando all’indietro per rientrare nel negozio. Lo fissai deliziata per la sua confessione, e mi passai la lingua sulle labbra in un gesto lussurioso che lo fece leggermente sussultare. Avevo il cuore che batteva all’impazzata non ero mai stata cosî vicino a fare sesso con un uomo. Mi sentivo al settimo cielo, gli episodi di quel pomeriggio avevano aumentato esponenzialmente la mia sicurezza e la mia voglia di essere femmina cosî come la mia voglia di maschio: la mia voglia di cazzo.

Era il crepuscolo, decisi di andare a mangiare in un fast food e ne utilizzai il bagno per truccarmi leggermente gli occhi con mascara e matita nera. Quando uscii mi sedetti su una panchina di un parchetto del centro. Avevo una incontenibile voglia di indossare l’abito e le scarpe che avevo acquistato ma non volevo farlo all’aperto. La mia mente era affollata di uomini …delle loro mani che mi toccavano, dei loro corpi pesanti sopra di me…dei loro cazzi duri nelle mie mani …nella mia bocca…nel mio culetto. A quei pensieri sentivo il mio ano contrarsi come a (per) chiedermi di essere riempito.

Decisi improvvisamente di camminare verso l’unico cinema a luci rosse rimasto in città. Ma quando 20 minuti dopo lo raggiunsi, non ebbi perô il coraggio di entrare e mi infilai in una birreria che c’era lî di fianco. Mi sedetti in uno dei pochi tavoli liberi, ordinai un cocktail molto alcolico e mi misi a sorseggiarlo. Un gruppo di persone stava litigando di fronte al lungo balcone. Da quel che potevo capire non sembravano Italiani. Di fronte a me c’era invece un gruppo di 5 uomini fra i 35 e i 45 anni che bevevano e due di loro avevano l’aria un po’ alticcia.

L’aria puzzava di fumo. Ero seduta con le gambe accavallate e uno di loro me le stava fissando. Cercai di capire su cosa avesse l’attenzione e capii che all’altezza delle caviglie. Un osservatore attento poteva capire che indossavo calze da donna. Uno degli uomini alticci si rivolse verso di me e disse: “ehi” frocetto, ….sei in cerca di cazzi, tesoro ?” poi si mise a ridere sguaiatamente. La musica era alta e feci finta di non aver sentito, quell’uomo mi spaventava, era grosso e aveva un aspetto brutale. Uno degli altri uomini del gruppo mi guardava insistentemente. Non era molto bello ma aveva un sorriso affascinante ed un corpo robusto. “Femminuccia succhiacazzi, vieni qui a farmi una pompa” sentii urlare di nuovo Il tipo ubriaco mi aveva preso di mira e decisi di cambiare aria. Vidi uno dei cinque uomini, uno a cui non avevo prestato molta attenzione che si alzava e si veniva a sedere al mio tavolo. Era moro con un bel viso e i capelli brizzolati. Mi sorrise e si accostô al mio orecchio per farsi sentire. “Non badare al mio amico, ha bevuto un bicchiere di troppo ma ê buono come il pane” “…”sarà come dici tu, ma a me fa un po’ paura”, risposi sinceramente

“Non ti preoccupare, abbaia ma non morde “ disse accompagnando la frase con un sorriso, “stai aspettando qualcuno ?” Mi girai, tutto il gruppetto mi stava guardando, la paura che mi facessero del male mi afferrô lo stomaco. “Stavo andando via” risposi balbettando Finii il mio drink e mi alzai L’uomo mi guardava con aria di scusa, …mi piaceva, peccato che non era solo.

Uscii dal locale e mi diressi come un automa verso il cinema. Entrai, la sala era buia: il film era già cominciato. Mi sedetti in una delle ultime file. Sullo schermo una donna stava succhiando con passione un grosso cazzo nodoso. Mi identificai in lei e sentii un rivolo di saliva colarmi dal lato della bocca. Non ce la facevo piû, dovevo avere al piû presto un uomo. Mi toccai il pisellino duro e come se una forza esterna mi avesse convinto decisi di andare in bagno. Camminai nella corsia centrale e cercai di vedere quanti spettatori c’erano: ne contai solo 6. In bagno trovai un uomo di mezza età che sembrava stesse masturbandosi davanti ad un vespasiano. Quando mi sentî entrare, girô la testa per guardare e subito dopo girô anche il resto del corpo. Aveva circa 60 anni, ma il cazzo che stringeva in pugno era di tutto rispetto. Rimasi per qualche attimo a guardarlo, poi entrai in uno dei box e lo chiusi a chiave. Sapevo che mi stavo mettendo nei guai ma non potevo piû resistere. Non avevo il coraggio di infilarmi il tubino, ma decisi comunque di ritoccare il mio look. Abbassai sotto la vita il bordo degli attillatissimi pantaloni e tirai verso l’alto le fettuccine del tanga in modo che si vedessero uscire dai lati, tirai su i pantaloni fino al ginocchio in modo che fosse evidente che portavo calze da donna e mi infilai le scarpe con il tacco a spillo che avevo acquistato. Nascosi il sacchetto con i miei indumenti su un alto ripiano sopra il water da cui si apriva una finestrella.

Uscii, l’uomo era ancora lî che si masturbava girato verso di me. Tornai in sala e rifeci il tragitto verso le ultime file passando per la corsia centrale. Mi sentii gli occhi di quegli uomini addosso. Pensai che forse qualcuno aveva sentito il ticchettio prodotto dai tacchi delle mie scarpe. Mi sedetti in una poltrona centrale della 4 (quarta) fila. Un uomo robusto e calvo sui 55 seduto qualche fila davanti alla mia a sinistra mi aveva attentamente seguito con lo sguardo durante il mio percorso di ritorno dal bagno, si alzô e venne a sedersi di fianco a me. Lo guardai, ma nella penombra della sala non riuscii a distinguere i suoi tratti. Sentivo il suo respiro veloce ed eccitato. Il cuore mi batteva all’impazzata potevo sentire anche a distanza la sua eccitazione. Mi toccô il ginocchio con una mano. Fremetti ma non mi mossi. Vidi che armeggiava con i suoi pantaloni e un attimo dopo estrasse l’uccello e cominciô a masturbarsi. Lo guardai, aveva un cazzo abbastanza corto ma molto grosso con una cappella enorme. Appoggio una mano sulla mia coscia, la accarezzô per qualche attimo poi mi afferrô la mano sinistra e la portô sul suo uccello. Lo presi in mano, era caldo e pulsava di eccitazione. “Che bella sensazione!” pensai , mi piaceva sentire quell’attrezzo in mano…quante volte lo avevo immaginato…….Iniziai a masturbarlo lentamente, Giocai con le sue palle e massaggia i punti che mi stimolavano di piû poi iniziai un su e giû deciso e armonioso frutto delle mie tante sedute di masturbazione. Sentii l’uomo gemere….”siii siii siii..brava ..cosî….” sentii la sua mano destra infilarsi sotto il mio sedere e iniziare a palparmelo…mi piaceva…cercai di sistemarmi in modo da agevolare il suo palpeggiamento, ma con un certo rammarico sentii che stava per arrivare all’orgasmo. “aaaaaaaahhhhhhh si..siiiiiii vengooooo” ..schizzô il suo carico contro lo schienale della poltrona di fronte e in un attimo la mia mano fu completamente imbrattata di sperma caldo “…..qualche anno fa ti avrei fatto il servizio completo piccola troia, ma ora ti devi accontentare…. hai una mano vellutata, troietta” Afferrô la mano con cui lo avevo masturbato e la spinse verso la mia bocca. Non ero preparato ad un gesto simile e, prima che potessi accorgermene, mi ritrovai con la bocca sporca dallo di sperma. “coraggio assaggia piccola, scommetto che ti piace..” Come ipnotizzato da quell’odore acre dalla consistenza appiccicosa, passai la lingua sulle labbra e, aprendola bocca, l’uomo mi spinse dentro le dita imbrattate. “assaporalo…leccalo bene” Ubbidii. Altre volte mi era capitato di assaggiare il mio stesso sperma…ma questo era piû buono. Leccai ed inghiottii godendomi quel delizioso sapore. Sentii un rumore dietro, come se nuovi spettatori stessero entrando in sala. L’uomo calvo se ne andô di corsa come se qualcosa lo avesse improvvisamente spaventato. Quando mi girai vidi che sulla poltrona alla mia destra c’era seduto il tipo ubriaco che mi insultava in birreria. Sentii un movimento alla sinistra e mi accorsi che un altro uomo aveva occupato la poltrona su cui prima era seduto il tizio pelato. Spaventato, cercai di alzarmi per andare via, ma venni tenuto fermo.

L’uomo era grosso e robusto, un viso brutale e molto virile. Portô la sua faccia davanti alla mia tenendomi ferma la testa., il suo alito puzzava di birra,,, “ho visto cosa stavi facendo frocetto…avevo ragione a dire che eri in cerca di cazzo” “lasciami andare” …frignai “Io non voglio farti del male piccola , sono qui solo per darti quello che cerchi.. ho qui un grosso uccello desideroso di far amicizia con le tue tonsille e, visto che ti piace, ti offro gratuitamente anche un bel carico di sperma caldo….che ne dici frocetto ?

Non aspettô la mia risposta, si slacciô i pantaloni e prendendomi per i capelli mi fece piegare spingendomi il suo uccello in bocca. Avevo paura, ma l’incredibile carica erotica che mi bruciava dentro, mi portô a concentrare la mia attenzione sul delizioso uccello che mi stava occupando la bocca. Sentii che l’uomo dietro di me stava armeggiando con i miei pantaloni, ero bloccata e non potevo muovermi. Sentii che me li stava calando fino alle caviglie insieme alle mutandine. Mi allargô le natiche e inizio a leccarmi l’ano, lo insalivava vi infilava lentamente un dito e poi riprendeva a leccare, qualche volta mi dava una sculacciata. Mi piaceva da morire e godetti, ma loro non se ne accorsero nemmeno. “che bel culetto ha questa piccola troia” disse l’uomo che avevo dietro. Continuavo a succhiare, l’uomo aveva smesso di spingermi come se mi dovesse forzare a fargli un pompino, teneva semplicemente una mano appoggiata alla mia testa accarezzandola. Ero in orbita, estraevo l’uccello dalla bocca, lo guardava inspirandone l’odore, leccavo la grossa cappella e poi tornavo ad avvolgere le mie labbra sull’asta spingendolo lentamente in gola finché il nasino non mi si infilava nei peli pubici dell’uomo.

“Mio dddio….come succhi bene frocetto hhhaaaaaaa siiiiii” (meglio “ahaaaa, sîiiii!”

“Oh, voglio farmelo succhiare anch’io “ disse il tizio che avevo dietro, “Cazzo…abbi pazienza!”…. Ribattê l’altro. “Non dire cazzate Giulio , non voglio aspettare: Fallo inginocchiare per terra” L’uomo che stavo spompinando di malavoglia mi chiese di inginocchiarmi per terra davanti a loro. Lo feci, mi misi in mezzo alle sue gambe e ricominciai a succhiarglielo. L’altro uomo mi afferrô una mano e se la portô sul cazzo. Iniziai a masturbarlo continuando contemporaneamente a succhiare ma poco dopo l’uomo si alzô in piedi e mi venne vicino.

“voglio provare anche io la tua bella boccuccia puttanella” disse puntando il suo uccello verso di me.

Mi staccai e lo imboccai continuando a massaggiare l’altro con la mano. Gli alternai per un po’…erano entrambi belli grossi …..mi stavano dando quello che in fondo volevo e mi lasciai andare al mio lato femminile….pensai di essere davvero una donna, una lussuriosa puttanella affamata di cazzo il cui unico e vero desiderio era quello di far godere quegli uomini… di farsi riempire, perché solo quando ê piena, una donna puô davvero sentirsi tale… e infatti io godevo immensamente della sensazione di avere la bocca piena ….riempita da quei grossi cazzi caldi…quante volte l’avevo immaginato?……100 ?…1000? … ora mi sembrava di vivere un sogno.

Leccai e succhiai i grossi coglioni del primo uomo che avevo cominciato a lavorare con la bocca e lo sentii fremere. Stava per godere, potevo sentire come delle piccole scariche elettriche provenire da un punto dietro alla sacca dei testicoli . “oohhhhhhh siiiii…ingoiala tutto…ti sborro in bocca piccola…bevila tutta.. bevila tuttaaaaaa” Lo tenni dentro e lo sentii esplodere, era la prima volta e fu una sensazione fantastica: la bocca mi si riempî di sperma bollente. Assaporai e inghiottii velocemente perché volevo ubbidire .volevo berla tutta. L’uomo gemette senza alcun ritegno e io continuai ad inghiottire finche non sentii che aveva finito. Alzai la testa per guardarlo, aveva gli occhi chiusi e mi accarezzava la testa con espressione estatica. “…. Sei proprio fatta per i pompini piccola….era tanto che desideravi un cazzo …vero piccolina ?”

Mi sentii tirare di lato e dovetti ricominciare a succhiare anche l’altro uccello. Non durô molto.. ormai era al limite anche lui. “Stai ferma, apri la bocca e tira fuori la lingua, voglio sborrarti in faccia” Continuô a menarsi il cazzo davanti alla mia faccia ..

Aspettavo…. Il solo pensiero della mia faccia coperta di sperma mi faceva impazzire. . “ahhhhhhhhhhhh siiii siiiiiiiiii” Vidi i densi getti come al rallentatore mentre si dirigevano verso di me imbrattandomi gli occhialini, le guance, le labbra la lingua.. Leccai ciô che potevo poi l’uomo si pulî il membro sul mio viso e mi spinse a finire il lavoro con la bocca.

. Mi alzai in piedi e dopo essermi tirata su i calzoni e le mutande mi pulii la faccia con un fazzoletto. Dopo un attimo di pausa, Giulio l’uomo mezzo ubriaco che me lo aveva infilato in bocca per primo, mi disse che dovevamo andare via perché gli altri aspettavano. Ormai ero entrata in pieno nella parte e non mi opposi, ma gli dissi che dovevo andare in bagno. I due uomini si guardarono. “Ti prego fammi andare in bagno tesoro” dissi passandogli una mano sul petto. Il suono della mia voce mi spaventô, non sembrava piû la mia, la sentivo come se fosse completamente femminile…come se fosse di una donna mai sentita prima. “Va bene” Mi accompagnarono ai servizi . Giulio entro nel gabinetto con me mentre l’altro uomo aspettô fuori. Feci la pipi mentre lui continuava a strusciarsi sul mio culo e a palparmi dappertutto. Mi girai lo abbracciai e ci baciammo appassionatamente. Sentivo di non aver piû il controllo di me stesso, o forse di aver cambiato qualcosa di fondamentale nella mia personalità. Salii sul water e afferrai il sacchetto che ci avevo lasciato ed estrassi il tubino. “ti piace ?” chiesi all’uomo… “Per favore, posso metterlo?” Fece un gesto di assenso. Mi sedetti sul water, tolsi scarpe, i pantaloni e la canottiera, poi infilai il tubino e rimisi le scarpe. Giulio mi fece girare e piegare e iniziô a strusciarmi il cazzo sul sedere. “Ho una gran voglia di mettertelo nel culo…..” disse dandomi un colpo con il bacino “Ti piace il mio culetto ?” mi sentii chiedere …”te lo infilerô tanto in fondo che lo sentirai in gola” rispose “voglio sfondartelo e sentirti urlare come una cagna in calore…”

Sentimmo bussare alla porta. “… la festa ê rimandata cagnetta…usciamo” gli sorrisi maliziosa senza piû alcun ritegno Nel bagno accanto ai lavandini c’era un uomo sulla cinquantina che quando mi vide uscire vestita da puttana come ero mi si avvicino e mi palpô il culo. “La piccola non ê per te stronzo” gli disse Giulio assestandogli uno spintone che lo mandô a cadere per terra. L’uomo non sembrava avere nulla da obiettare e quindi uscimmo dal bagno.

Ci dirigemmo verso l’uscita. Camminavo affiancata dai due uomini vestito finalmente in modo completamente femminile sculettavo sui miei tacchi a spillo con la gonna alzata fino a far vedere il bordo delle autoreggenti nere. Una sorta di entusiasmo mi pervase, era come aver finalmente realizzato un sogno. Usciti sul marciapiede trovammo gli altri tre uomini della comitiva che aspettavano. Erano tutti molto piû alti di me, non tutti belli ma molto robusti. Mi salutarono e si avvicinarono per accarezzarmi e palpeggiarmi. “ti facciamo la feste piccolino” disse uno “Spero che ti piaccia prenderlo nel culo tesorino perché stasera te lo apriamo per bene” disse un altro.

“andiamo nel parcheggio di xxxxxxxxx che io non ce la faccio piû”

Salimmo in macchina, tre si misero dietro, uno alla guida e Giulio sul sedile accanto al guidatore con me sulle ginocchia. Fu un tragitto breve. Dentro di me riposta in un angolo oscuro sapevo che avevo paura, che temevo per ciô che quegli uomini mi avrebbero fatto, ma nella parte che ormai mi dominava sentivo solo una gran voglia di cazzo una incontenibile voglia di sentirmi riempita di uccelli…di sentire su di me uomini a cui piacevo e che desideravano scoparmi come se fossi la donna ..la puttana che volevo essere.

La macchina si fermô in un desolato e poco illuminato parcheggio di periferia a ridosso di un boschetto. Mi fecero scendere e inginocchiare per terra. Estrassero i loto membri e mettendosi intorno a me in cerchio li puntarono verso la mia faccia. Prendendomi per i capelli si fecero spompinare uno a uno. Cercai d fare del mio meglio, adoravo succhiarli e volevo sentirli gemere . Mi allargarono la bocca con le dita e me ne infilarono dentro due contemporaneamente. Uno di loro non riuscî a trattenersi e mi sborrô copiosamente in faccia , che lussuria sentire il viso coperto di sperma…sentirne l’odore nelle narici…..bellissimo!

“Alzati frocetto” ordinarono

Lo feci ma non ebbi nemmeno il tempo di guardarmi intorno che il piû assatanato fra i tre uomini che avevano aspettato fuori dal cinema mi spinse contro il cofano della macchina e mi fece piegare a 90. alzô la gonna e strappo via le mutandine. “Te lo sfondo puttanella…” disse estraendo l’uccello “Ti prego ..non farmi male “ lo supplicai girando la testa verso di lui con voce innocente

Il tipo mi guardô e alle mie parole sembrô eccitarsi ancora di piû. Mi allargô i glutei e sputô ripetutamente sull’ano. Infilô selvaggiamente due dita e dopo un paio di movimenti le estrasse e punto la cappella del suo uccello sul mio buchino.

Stavo per venire sodomizzato... per la prima volta dopo averlo immaginato e averci fantasticato per anni stavo davvero per essere inculato da un vero cazzo. Il cuore pompava ad un regime spaventoso. Immaginai di guardarmi da fuori e vedermi piegata sul cofano di quella macchina… di vedere quella cappella che stava spingendo sul mio buchino. Sentii l’ano allargarsi e una sensazione di bruciore iniziare ad espandersi. “Ti sfondo bambina” ringhiô l’uomo spingendo con sempre piû forza

Sentii la cappella entrare. Era una sensazione incredibile. L’uomo si fermô un attimo poi riprese a spingere con forza. Aprii la bocca e inizia a frignare per il bruciore. Lo tolse e subito dopo sentii che mi sputava(no) nuovamente sull’ano Girai la testa e vidi l’uomo armeggiare con il suo membro, pensai che stesse infilandosi un preservativo. Tornô alla carica e grazie alla nuova lubrificazione sentii che scivolava con piû facilità. Fece scivolare dentro la cappella e poi spinse con forza. Mi sentii mancare il respiro, sembrava che mi avesse sfondato, aprii la bocca di riflesso come se questo potesse agevolare la penetrazione e mi concentrai sulla sensazione di pienezza che mi dava quel grosso uccello infilato nel sedere. Era una sensazione piacevole, paragonabile a quella di avere un cazzo in bocca ma molto piû intensa. Sentii le sue palle appoggiarsi alle mie chiappe e capii che lo aveva messo dentro tutto. Quel pensiero mi piacque, avevo un intero cazzo tutto dentro e godetti sbrodolando sul cofano della macchina. Il mio sodomizzatore iniziô un lento andirivieni, a cui due minuti dopo stavo rispondevo con gemiti e versi di puro godimento. “….mio dio mi sta inculando, …lo sta facendo per davvero…mio dio che bello…che bello” pensai

Giulio venne a mettermi il suo splendido uccello in bocca e io presi a succhiarlo con aviditàmentre iniziavi a muovere aritmicamente il bacino e il culo per agevolare la penetrazione. Uno in bocca e uno nel sedere…ero in estasi.

I 5 uomini cominciarono a darsi il cambio tenendomi infilata come uno spiedo. Uno di loro aveva un cazzo molto piû grosso degli altri e quando me lo sentii infilare dentro pensai che era una fortuna che non fosse stato lui il primo. . Gemevo come una cagna…ed era chiaro a tutti che stavo godendo come troia per quel trattamento e che mi piaceva da morire farmi inculare.

Ad ogni turno pompavano il mio culetto rotto con piû forza. La lussuria cresceva cosi come i miei gemiti sempre piû acuti

“Ti piace piccola….l’ho visto subito che eri in cerca di qualcuno che ti sfondasse il culo” mi disse Giulio sculacciandomi il sedere.

“hhhhaaaaaaa ssiiiiiii siiiiiiiiis ssssiiiiii ….sono la tua troiaaaaa, di piû….” Mi aveva fatto mettere a pecorina sul selciato e mi montava tenendomi le mani sul mio seno piatto…come se fossi una cagna Sentivo il peso del suo corpo sopra di me che mi sovrastava pompandomi il culo con furia finchê non lo sentii sborrarmi dentro….e godetti nuovamente .. sentivo lo sperma colare dal mio buchino violato… questo si che ti fa sentire una vera troia pensai…

Nel carosello di uomini che affondava i loro membri in me altri due riversarono il loro nettare nel mio buchino e un altro lo riversô nella mia bocca..

Si concessero alcuni minuti di pausa dove io mi dedicai a succhiare le palle a tutti poi l’uomo con il cazzo piû grosso si distese per terrra con l’uccello puntato verso l’alto. Mi ci fecero sedere sopra in modo che mi ci si impalassi. Iniziai a cavalcarlo gemendo senza ritegno. Due uomini si misero in piedi di fronte a me per farseli succhiare mentre gli altri due si impossessarono delle mie mani e le usarono per masturbarsi. Ricominciarono a scambiarsi i ruoli… …non so per quanto tempo durô ma il piacere non mi faceva pensare ad altro che alla incredibile sensazione di sentirmi donna e di star facendo godere quegli uomini. Ogni loro gemito era musica per le mie orecchie perché significava che stavo facendo bene il mio lavoro …..perché significava che stavo domando piacere.

Ad un certo punto mi fecero nuovamente mettere in ginocchio e si disposero in cerchio intorno a me. Rimasi li a guardarli dal basso in alto da dietro i miei occhialini sporchi di seme…estrassi la lingua e aspettai. Si masturbarono e uno dopo l’altro mi riversarono il loro ultimo carico il faccia, in bocca…nei capelli..

Il mio ano soddisfatto grondava sperma , il mio viso ne era pieno…..la mia lingua ne aveva assaporato un infinità e la mia gola ne aveva inghiottito moltissima….. mi avevano riempita tutta realizzando le mie piû oscure fantasie…

“che troietta assatanata che sei…” disse uno di loro guardandomi “…hai un culetto da favola puttanella” disse un altro

“…sei la miglior pompinara a cui abbia mai infilato il cazzo in bocca ….” Disse un altro ancora

…”come ti chiami ?” mi chiese Giulio lo guardai ancora incantata per l’intenso godimento “…Sabrina..” risposi “…beh ..Sabrina sei la ragazza che mi ha fatto godere di piû in tutta la mia vita..”

sentii un tuffo al cuore, le sue parole mi facevano sentire estasiata …non so se lo disse solo per farmi piacere perché aveva capito che desideravo essere donna, ma non mi importava in quel momento…..per quell’attimo lo amai e mi sentii completa.

lukexxx lukexxxypsylon@yahoo.it

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