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Questo ê il paradiso? (1¯parte)

by Lukaa73


La pelle del suo petto liscio e abbronzato stava grondando di sudore mentre le sue potenti gambe lo spingevano in avanti e lo elevavano in aria. Le sue mani strette attorno alla palla e ripiombô al suolo con un sibilo mentre tutto il suo corpo sobbalzô ed ogni muscolo di quell'atletico figo guizzô. Ero in uno stato di completa meraviglia mentre guardavo Tim giocare una partita sui campi da rugby con gli altri ragazzi del mio anno. Tim era stato l'oggetto segreto dei miei desideri da quando avevo cominciato la scuola due anni prima. E perché non dovrebbe esserlo? Era un tipico ragazzo Australiano da scuola privata al suo ultimo anno di scuola. Aveva 17 anni, era un atleta nato, appena sopra il metro e ottantadue, con capelli scuri che gli cadevano molto seducentemente sopra gli occhi e occhi castani che sembravano fissarti dritto nell'anima. Il suo petto era glabro e increspato da muscoli che, lo posso dire, si formarono grazie agli sport che amava praticare ed era coronato da piccoli capezzoli scuri che erano come piccole gomme da matita. Il suo addome increspato appariva come se si potessero lavare panni su di esso, con muscoli che io volevo scorrere con la mia lingua. Ma la cosa che mi faceva annodare lo stomaco in un misto di paura e desiderio era il suo volto; era il volto di un ragazzo che stava diventando un uomo, levigato e continuamente eccitato dall'ardore della giovinezza. Volevo disperatamente scorrere le mie dita sugli zigomi di Tim, che sembravano accentuare la sua faccia virile da ragazzo. Ero in completa concupiscenza di quel ragazzo, ma non pensavo nemmeno che sapesse che io ero vivo, lasciavo stare sapendo che avrei strisciato sopra vetri rotti per una singola opportunità con l'eroe della scuola. Sî, era il ragazzo piû conosciuto della scuola, aveva tutto. Sedevo là, con le gambe incrociate, sulle panchine che davano sui campi sportivi e provavo un misto di desiderio, paura e depressione mentre guardavo quel giovane dio mettersi in mostra, totalmente ignaro della tormenta di emozioni che mi metteva addosso. Non era come se io fossi brutto, bastardo o qualcosa di simile, ero solo nella media, o almeno cosî pensavo. Suppongo che debba presentarmi a questo punto. Sono un ragazzo di 18 anni, con capelli biondi e occhi azzurri, ma sembro un quindicenne o poco piû. Sono alto poco meno di 1,80 m snello ma non pelle e ossa come quando ero un ragazzino. Mentre stavo crescendo ero sempre il ragazzo piû piccolo della classe e cosî mi maltrattavano tutti, specialmente i ragazzi piû abili negli sport. Per questo motivo, mi concentrai sulla musica piuttosto e rimasi principalmente da solo a scuola. Non ero esattamente timido, ero solo tranquillo attorno alle persone con cui non mi trovavo a mio agio e avevo difficoltà ad iniziare una conversazione con ragazzi della mia età. Oh, quasi dimenticavo, il mio nome ê Josh, a proposito, c'ê un'altra cosa, mi dimentico sempre di alcune cose e spesso mi perdo nei miei pensieri. Quindi mi trovavo in quest'elegante scuola privata sulla spiaggia nord di Sydney circondato da ragazzi pieni di soldi. I miei genitori avevano sempre voluto che io andassi in un'ottima scuola, ma non essendo molto ricchi andavo in una scuola pubblica fino ad un paio di anni prima. La mia vecchia scuola mi fece partecipare ad un concorso per una borsa di studio e a dire il vero mi ê stata offerta una borsa di studio per gli ultimi due anni del mio corso di studi. Ora mi sentivo davvero come se dovessi cavarmela davvero bene a scuola, cosî lavorai sodo e i miei voti erano molto buoni e i miei genitori erano davvero orgogliosi di me. L'unico problema era che non mi ero inserito per niente nella scuola, semplicemente non indossavo i vestiti giusti, o dicevo le cose giuste, o facevo vacanze costose come tutti gli altri ragazzi. Mi sentivo come se fossi un caso caritatevole per tutto il tempo e come se non dovessi incrociare la strada di nessuno. Rimanevo da solo per la maggior parte del tempo e non ero troppo coinvolto in nessuna delle attività extracurricolari della scuola. Il solo e unico sport che mi piaceva davvero era il nuoto, principalmente perché era uno sport solitario ed ero solo io contro me stesso. Mi allenavo cinque mattine alla settimana nella piscina della scuola, ed ero persino stato accettato nella squadra di nuoto della scuola. Come conseguenza di tutto quel nuoto, il mio corpo era abbastanza ok e mi ero occupato a dargli una certa definizione e stavo sviluppando un tipo di look da ragazzo della porta accanto. Nonostante sapessi che ero gay e avessi accettato il fatto che ero diverso da tutti gli altri attorno a me, continuai a mantenerlo nascosto e pretesi di essere interessato alle ragazze, e mai rivelai a nessuno che desideravo i duri cazzi di ragazzi e i loro corpi atletici e glabri. La prima volta che vidi Tim fu alla fine della prima settimana nella mia nuova scuola, oltre due anni fa. Stavo entrando nello spogliatoio dopo gli allenamenti della squadra di nuoto e lui aveva appena finito le prove per la squadra di rugby della scuola. Si era tolto il suo giubbotto da rugby e si stava distrattamente grattando la spalla che era un po' gonfia. Mi piegai per raccogliere il mio asciugamano che mi era scivolato dalle mani e quando guardai in alto ebbi una visione di bellezza maschile che fece saltare battiti al mio cuore e la mia testa cominciô a pulsare. Non so perché ma svenni proprio lî, nel mezzo dello spogliatoio. Mentre lentamente rinvenivo, non avevo idea di dove mi trovassi o di cosa stessi facendo. Non appena i miei occhi iniziarono a mettere a fuoco stavo fissando dritto in quegli occhi castani in cui volevo solo sciogliermi. Appena la nebbia cominciô ad alzarsi dalla mia mente stanca mi resi conto che ero sdraiato con i miei Speedos sul freddo pavimento dello spogliatoio e la mia testa era sostenuta nelle braccia di quell'angelo. Sentii la mia faccia che iniziava a bruciare mentre arrossivo e guardai in basso per vedere che tutto quello che avevo addosso erano i miei Speedos. Le sue labbra si stavano muovendo e ci misi un po' a capire che mi stava chiedendo se stavo bene, vidi lo sguardo preoccupato sulla sua faccia e quella di circa cinque altri ragazzi che stavano tutti fissando me. Ero cosî imbarazzato che volevo solo chiudere gli occhi e morire. Il Sig. Richard, l'istruttore di nuoto, entrô, si abbassô e mi chiese cos'era successo. Ero ancora totalmente intontito e potevo solo fissare gli occhi in alto. Non potevo credere che ero svenuto e che quel figone mi stava reggendo nelle sue braccia. Ero cosî vicino ai suoi capezzoli che avrei potuto alzarmi e leccarglieli. Potevo sentire i battiti del suo cuore contro le mie guance e sentire il profumo della sua calda essenza muschiata, mista di sudore e muschio. Chiusi gli occhi e mi sentii cosî al riparo e cosî al sicuro. Fui portato dall'infermiera della scuola che mi guardô e propose che io dovessi andare a casa si organizzô con i miei genitori per venire a prendermi. L'infermiera della scuola sapeva che soffrivo di diabete e suppose che fossi in una sorta di shock ipoglicemico; in realtà ero in una sorta di shock, ma non a causa del diabete, nonostante il livello di zucchero nel mio sangue fosse a posto. Ero in concupiscenza di quel ragazzo che avevo visto solo per la prima volta meno di un'ora prima. Uscendo dal mio sogno ad occhi aperti di quel giorno di due anni prima riacquistai il controllo di me stesso e segnai una meta (o era un goal, di certo non so), stavo nuotando e la sola ragione per cui stavo guardando quella partita era perché stavo aspettando che iniziassero le prove del musical scolastico alle 5 p.m., poiché io ero nell'orchestra, come violinista. La sola ragione per cui ero in quello stupido musical era perché.indovinate.anche Tim era nell'orchestra. Per tutti gli altri il musical era l'evento sociale dell'anno scolastico con l'unica cosa che mancava a quasi tutti i ragazzi per tutto il giorno: le ragazze. Potreste pensare che io stessi inseguendo furtivamente quel povero ragazzo, invece non era cosî, nei due anni dopo il mio imbarazzante episodio nello spogliatoio ebbi a malapena una dozzina di conversazioni con l'oggetto delle mie fantasie masturbatorie notturne. Tutte le volte che mi vedeva arrossivo e mi giravo, con la paura che pensasse che ero una sorta di scherzo della natura e ridesse di me. Si, so cosa state pensando di me, che sono uno stupido scemo in concupiscenza dietro il figo della scuola, ed era come mi sentivo, in realtà. Finalmente mi trascinai via dal campo e misi le mani in tasca per risistemare il mio cazzo duro che stava spingendo per essere lasciato uscire. Leggermente massaggiai la testa dei miei diciotto centimetri attraverso il sottile tessuto dei pantaloni e fremetti sentendo un brivido attraverso tutto il mio corpo e i miei capezzoli s'indurirono e sfregarono contro il morbido tessuto della mia camicia. Dio, ero eccitato e frustrato come in un putiferio. Contemplai mentre mi dirigevo verso i bagni del centro di musica, sparandomi una sega, ma decisi di risparmiarmi e aspettare di essere a casa e potermi rilassare sul mio letto e rivedere ogni momento del superbo corpo di Tim mentre lentamente mi segavo immaginando cosa avrei potuto fare con lui. Sospirai e lentamente camminai verso la sala dove si teneva la prova. Dovevo solo trovare un modo per conoscerlo ma non avrei mai trovato il coraggio per iniziare a parlargli. Dopo la prova, sistemai il mio violino e mi diressi verso la porta, salutando le persone lungo la strada. Ero pressoché fuori dalla porta quando qualcuno chiamô il mio nome. Tim stava lî, con i suoi soffici capelli scuri che gli cadevano sopra gli occhi. Arrossii intensamente e iniziai a sudare, ero preoccupato che mi avesse visto guardarlo attentamente mentre era senza camicia e stesse per dirmi su. Invece disse: ªEhi Josh, uhm pensi di potermi dare un passaggio a casa, la mia macchina ha uno pneumatico sgonfio e uhm, uhm ti andrebbe bene?» Non potevo crederci, mi stava chiedendo qualcosa, annuii stupidamente e gracchiai un ok. Mio padre mi aveva prestato la macchina cosî che potessi raggiungere casa senza dover camminare per tre quarti d'ora dalla stazione. Sapevo che Tim viveva da qualche parte vicino a me, perché l'ho visto spesso sul treno, ma non immaginavo che sapesse che vivevo nella stessa direzione, pensai che questa notte era una notte di sorprese e non ci ragionai troppo. Non mi veniva in mente niente di intelligente da dirgli e continuai ad essere d'accordo con tutto quello che diceva. Mentre ci stavamo avvicinando alla mia macchina gli chiesi finalmente perché non ha chiesto ad una delle ragazze con cui ha parlato tutta la notte di dargli un passaggio a casa. Scrollô le spalle e disse che la sua ex ragazza gli aveva offerto un passaggio ma voleva in cambio qualcosa che lui non voleva darle. Capii quello che voleva dire, quando arrivammo alla macchina e spensi l'allarme. Appena saltammo in macchina colsi di lato un'occhiata mentre mi diede uno sguardo strano e per un momento i nostri occhi si incontrarono ed entrambi immediatamente guardammo altrove. Arrossii e sperai che non potesse vedere il desiderio stampato su tutto la mia faccia. La radio si accese e per radio misero la mia canzone preferita, "Fantasy by Black Box", 'tutti gli uomini hanno un sogno, tutti'. Tim gridô e iniziô a ballare il be-bop a ritmo di musica, io continuai a ripensare a qual era la mia fantasia, e a quanto fosse vicino a me ora il fico dei miei sogni. La canzone finî e Tim abbassô il volume della radio cosî che potessimo parlare. Iniziô a chiedermi come stava andando il nuoto e io rimasi scioccato che ricordasse ancora che ero nella squadra della scuola. Improvvisamente mi ritrovai a parlare con lui come se l'avessi conosciuto da anni e anni, come se fossimo i migliori amici. Abbiamo moltissimo in comune, ci piace lo stesso genere di musica ed entrambi abbiamo lo stesso gusto in fatto di moda, nonostante possa solo sognare di comprarne anche solo alcuni. Stavo ridendo a crepapelle a qualcosa di divertente che ha detto che quasi stavo per perdere l'uscita dell'autostrada. Guardai nello specchietto e colsi lo sguardo di Tim mentre mi stava guardando ancora in quel modo divertente. Infine mi chiese perché svenni quella volta nello spogliatoio. Fino a quel momento non avevo mai detto a nessuno a scuola che soffrivo di diabete e arrossii leggermente e le mie mani iniziarono a sudare sul volante della macchina. Avevo appena deciso di dirglielo, pensai che diavolo, ho detto che sono un diabetico insulino-dipendente e che non avevo mangiato abbastanza quel giorno ed era tutto, tralasciando la parte che riguardava l'essere totalmente stordito dalla sua vista, dopo tutto non ero omosessuale dichiarato e non volevo assolutamente che sapesse che bramavo il suo eccitante corpo. Ci pensô per un attimo, poi disse che gli dispiaceva. Era la reazione comune della gente e gli dissi che era figo, era solo qualcosa con cui convivevo, ma preferivo che la notizia non si diffondesse nella scuola perché mi sentivo già abbastanza uno scherzo della natura. Tim ascoltô attentamente quando dissi che mi sentivo una sorta di scherzo della natura e si morse il labbro inferiore in un modo molto sexy e disse: ªNon penso che tu sia uno scherzo della natura, sei un tipo tosto, un po' timido, ma ciô ê figo». Eravamo fermi ad un semaforo e mi girai verso di lui con gli occhi pieni di lacrime, e iniziai a dirgli come mi sentivo fuori posto a scuola, in mezzo a tutti gli altri ragazzi i cui genitori avevano tonnellate di danaro ed erano cosî fighi. I suoi meravigliosi occhi marroni mi fissarono e dolcemente mi strinse la gamba mentre una lacrima solitaria cadde proprio sulla sua mano. Tutti queste emozioni iniziarono ad uscire con lui. Mi stavo lasciando andare completamente davanti al ragazzo che io desideravo ardentemente e mi sentivo cosî imbarazzato. Mi tolse la mano dalla gamba e continuai a guidare totalmente inebetito. Mi indicô la direzione verso casa sua senza parlare molto dato che io preferii concentrarmi sulla strada, ma per tutto il tempo potevo sentire i suoi occhi che mi stavano guardando e riuscivo a vederlo mordersi il labbro inferiore come se stesse pensando intensamente. Appena ci fermammo davanti a casa sua prese la sua borsa e tirô fuori un pezzo di carta ed una penna e scarabocchiô il suo nome e numero su di esso e poi me lo diede. Dopodiché scese dalla macchina senza dire una parola, si avvicinô alla porta d'ingresso e mi chiese se volevo entrare per un drink per ringraziarlo per il passaggio. Desideravo fortemente di accettare, ma mi sentivo confuso e dissi che ero stanco e avevo davvero bisogno di andare a casa. I suoi genitori erano partiti e disse che non gli sarebbe dispiaciuta un po' di compagnia per un po' di tempo. Dato che era venerdî sera e non dovevo andare all'allenamento di nuoto la mattina dopo, cosî sapevo che non dovevo svegliarmi presto. Il mio cervello mi stava dicendo di non restare per paura di perdere la testa davanti a lui e fare qualcosa di cui mi sarei poi pentito, ma i miei giovani ormoni avevano già avuto il sopravvento e il mio cazzo stava cominciando a rispondere alle possibilità, ma mi ricordai velocemente che era etero e che aveva appena rotto con la sua ragazza e non c'era alcuna possibilità che fosse come me. Gli chiesi se era opportuno chiamare i miei genitori e dirgli che sarei arrivato a casa tardi e mi propose di trattenermi perché aveva delle birre in frigo e non gli piaceva affatto l'idea di rimanere da solo a casa mentre i suoi genitori e sorelle erano via. Cominciavo a non credere piû alle mie orecchie, che mi stesse pregando di rimanere da lui, proprio a me. L'oggetto di tutte le mie fantasie e seghe notturne mi stava invitando a trascorrere del tempo con lui. Ero in paradiso e dovetti scuotermi la testa per controllare che fossi sveglio e non stessi sognando. Sapevo solo che dovevo accettare, dopo tutto stare un po' con lui era quello che stavo sperando e sognando da quando lo vidi per la prima volta nello spogliatoio. E sapevo che potevo controllarmi e non fare la figura del frocio.

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9 Gay Erotic Stories from Lukaa73

Questo ê il paradiso? 4¯ parte

I miei occhi lentamente si spalancavano mentre stavo lî, fermo immobile, sulla porta d'ingresso fissando il volto di Tim mentre le lacrime gli scendevano silenziosamente dalle sue guance perfette sul portico. Ero completamente scioccato e la paura e lo shock dovevano essere ben stampati sulla mia faccia e sul mio corpo che diventô rigido e pesante come un peso di piombo. Tim iniziô a

Questo ê il paradiso? 5¯ parte

Stavo scappando via da un gruppo di ragazzi che mi stavano inseguendo e il mio cuore batteva piû forte rispetto alla velocità delle mie gambe. Continuavo a correre ma non mi stavo allontanando e loro erano sempre piû vicini. Iniziai ad urlare ma dalla mia bocca non usciva un suono, tutto quello che potevo fare era gracchiare un piccolo piagnisteo. Non riuscivo ad allontanarmi di piû ed

Questo ê il paradiso? 6¯ parte

Il giorno successivo il telefono squillô alle 8 am e io scattai verso il telefono e alzai la cornetta con il fiato sospeso sperando che fosse Tim. Ma era qualcuno della chiesa dei miei genitori e chiamai mia madre al telefono. Ciondolai per la casa tutto il giorno aspettando lo squillo del telefono e tutte le volte che lo fece risposi dopo il primo squillo, nella speranza che fosse lui.

Questo ê il paradiso? 7¯ parte

Rimasi seduto fissando il vuoto finché non mi ricordai che ero a scuola e che dovevo andare alla prossima lezione. Il resto del giorno passô e io rimasi in uno stato di panico e paura. Ero davvero eccitato al pensiero di stare con Tim questo pomeriggio ma ero anche spaventato che qualcun altro mi avesse scoperto gay. Finalmente la campanella suonô la fine dell'ultima ora e io potevo

Questo ê il paradiso? 8¯ parte

Le settimane seguenti passarono velocemente e Tim ed io cademmo in una strana routine. Io l'avrei evitato a scuola e se ci fossimo visti avremmo fatto finta di non conoscerci. Fa molto male non poter parlargli o mostrargli i miei sentimenti in pubblico. Accettai tutto ciô perché ero cosî innamorato di lui e non ci pensai molto finché Ms Summers, ehm voglio dire Cass mi chiese come mai

Questo ê il paradiso? 9¯ parte

Tim rimase da me solo una notte e ritornô a casa sua il giorno seguente dopo la scuola. La settimana praticamente volô, nonostante una bella chiacchierata con Nick sull'essere gay e riguardo la sua relazione con Dan. Lui e Dan si vedevano già da un bel po', avevano scoperto di essere entrambi gay quando finirono ubriachi a letto insieme dopo una festa. Stavano insieme un sacco di tempo

Questo ê il paradiso? (1¯parte)

La pelle del suo petto liscio e abbronzato stava grondando di sudore mentre le sue potenti gambe lo spingevano in avanti e lo elevavano in aria. Le sue mani strette attorno alla palla e ripiombô al suolo con un sibilo mentre tutto il suo corpo sobbalzô ed ogni muscolo di quell'atletico figo guizzô. Ero in uno stato di completa meraviglia mentre guardavo Tim giocare una partita sui campi

Questo ê il paradiso? (2¯ parte)

Tim aprî la porta d'ingresso della sua casa e io entrai con il cuore che batteva all'impazzata nel mio petto facendomi sentire la testa come se non fosse attaccata al mio corpo. Si girô, mi sorrise e si tolse i capelli dagli occhi. Io distolsi lo sguardo rapidamente e detti un'occhiata rapida all'ingresso della sua casa e rimasi a bocca aperta, guardandolo mi rendevo conto che l'atrio era

Questo ê il paradiso? (3¯ parte)

All'inizio tutto quello che potevo sentire era la mia testa pulsare e mi sentivo come se il mio intero corpo fosse stato scosso da un bulldozer. La mia bocca era secca e morivo dalla voglia di bere qualcosa per fermare l'insistente bruciore della mia lingua e gola. Aprii gli occhi con cautela e provai a capire dove fossi e perché la sveglia non mi avesse svegliato. Fui salutato dalla vista di una

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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