L’indomani Giovanni venne portato in infermeria. Pensavo che sarebbe tornato dopo poco, invece niente. Cominciai a preoccuparmi. A sera non c’era ancora, e nessuno ci disse niente su di lui. Mi coricai e sentii profondamente la sua mancanza. Dopo poco mi venne un sospetto. Mi alzai e mi diressi furtivamente verso l’infermeria. La porta era chiusa, ma si sentivano dei rumori e la
Arrivai nella Casa di Correzione una sera tardi, trasportato da un furgoncino dei Carabinieri. Pensavo che mi avrebbero subito messo a dormire, ma mi sbagliai. Venni subito messo al corrente, in modo diretto, di come andavano le cose lì dentro. Affidato al caporeparto, questi per prima cosa mi portò in una stanza e mi fece spogliare, completamente nudo. Pensavo si trattasse di
Mi svegliai perché qualcosa di turgido e liscio si stava strofinando sulle mie labbra. Aprii gli occhi e vidi che si trattava di un glande lucido e ovale, che sormontava un fallo tozzo e nodoso. Alzando la testa vidi che era il più grande dei miei compagni. Sorridendo disse: «Io sono Giovanni, e fra di noi comando io. I miei protetti sono Alfredo, Nicola e Piero» (e me li presentava
Il mattino successivo notai che Alfredo e Nicola avevano delle facce contrariate, musi lunghi. Rispondevano a monosillabi qualsiasi cosa gli si chiedesse. Giovanni non sembrava dargli molto peso. Liberato dal laccio di cuoio, assaporai con più gusto il piacere della doccia, e contemplai in particolare il cazzo di Piero, che si accorse di come lo guardavo. Mentre ci recavamo
Mi aveva detto di averlo “bene addestrato”, ma non pensavo si potesse arrivare a tanto. “Senti, facciamo così.” mi aveva detto “Io te lo presto per una giornata. Ti lascio le chiavi di casa mia e ci vai da solo martedì, quando io devo andare alla riunione della ditta in Giappone. Vedrai che ti piacerà. Non ti spiego nulla perché lui è già abituato ad avere a che fare con i miei
Ero stato invitato ad un congresso di programmatori a Palo Alto. Avrei dovuto passarci tre giorni, quindi decisi di trattarmi bene e provai a cercare una stanza all’Hotel Executive, il più caro. L’atrio era estremamente lussuoso e spazioso. Numerosi camerieri stavano allineati alle pareti, impettiti nella loro divisa bordot. Il pavimento lucido come uno specchio. Alla reception un
Il coraggio di provare, acquistandone uno, mi venne un giorno che passeggiavo per Porta Ticinese, ma non mi sarei mai immaginato le conseguenze di questa iniziativa un po’ spavalda. Era da qualche mese che avevo notato un nuovo negozietto dall’eufemistico nome LOVE CITY. In pratica un porno shop, ma più “presentabile”, nel quale uno non dovrebbe (secondo i gestori) vergognarsi ad
Errore! Imperdonabile errore! Tutta la mia vita poteva ora essere trasformata in una valanga fangosa. Tutta la mia rispettabilità vanificata in un secondo. Da prete rispettato e ammirato in tutta la città, impegnato nell’assistenza ai malati e agli anziani, a immondo corruttore di chierichetti, gettato nello scandalo, fatto a pezzi dalla stampa… Una vita intera pefettamente condotta
Mattina estiva. Jumbo-tram affollato. Io porto gli occhiali a specchio, perché così posso guardare quanto mi pare, e soprattutto dove mia pare. Mantenendo la testa abbastanza eretta, riesco a guardare giù, fra le gambe degli uomini, senza che nessuno veda dove sto guardando. E certe volte capitano delle vere scoperte. Per esempio questa. Quando l’ho incrociato con lo sguardo, per
Matteo era stato assunto da poco in una grande azienda di elettrodomestici. Tutto filava liscio, con un unico problema. Era un periodo, per Matteo, di voglie irrefrenabili; si potrebbe dire che era “in calore”, e completamente all’asciutto quanto a ragazze con cui scopare. Non era brutto, ma proprio non ci sapeva fare. Così andava a finire che doveva masturbarsi almeno cinque volte al
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