La cosa mi inorgogliva. ‹ Voglio sapere tutto. ‹ Dissi. ‹ Abbiamo cominciato con la storia se ci facevamo le seghe e cose simili. Poi sono stato a casa sua quando i genitori non c'erano e lui mi ha chiesto se mi andava di vedere un video porno di suo padre , io ho detto di sì. Poi mentre guardavamo il film lui ha cominciato ad accarezzarsi... Lo invitai a raggiungermi sul divano dove lo aspettava il mio arnese di nuovo dritto. ‹ Continua. ‹ Dissi guidando la sua mano sul mio scroto. ‹ Anche a me quelle immagini l'avevano fatto diventare duro, così cominciai anch'io ad accarezzarmi. A un certo punto ... lui si è abbassato i calzoni e l'ha tirato fuori... ‹ E come ce l'aveva? ‹ Ansimai invitandolo ad afferrarmi l'asta durissima. ‹ Era lungo e sottile, ma aveva una cappella enorme, rosata come la sua, non scura e piccola come la mia. Insomma mi dice che se non sborra impazzisce. Mi chiede di menarglielo. Gli dico di sì solo a patto che lo faccia anche lui a me. Poi lui mi chiede di prenderlo in bocca. Allora si spoglia completamente, io faccio lo stesso. Ci distendiamo sul tappeto, mentre il film continua ad andare, e cominciamo a spompinarci a vicenda. Sono venuto subito. Ero troppo eccitato. Così lui mi ha detto che voleva sborrarmi nel culo. Ha preso dell'olio d'oliva mi ha lubrificato l'ano. Mi ha fatto un male boia, poi il male è passato, così ha sborrato nel mio culo... La sua stretta sul mio cazzo si faceva sempre più tremenda. Il suo andirivieni mi provocava una specie di languore adolescenziale. Da quanto tempo non mi facevo una sega? Erano anni ormai. Ed ora mi piaceva, mi piaceva immensamente. Sentì la sborra montarmi dalle palle all'asta. Sentii un cazzo enorme che agiva per conto proprio che era fuori da mio controllo. ‹ Più in fretta. ‹ Implorai. ‹ Ora vai più in fretta! Così! Così! Sì! SIIIIIIIIIIIII! COOOSSIIIIIIIIIII! DAI!DAAAIIIIIIIIII! ‹ Urlai sborrando. Lo spruzzo mi arrivò al mento poi si riversò sul petto e sulla pancia. Guidai la mano di Riccardo verso gli spruzzi di sperma sul torace e sul ventre. ‹ Usalo per lubrificarmi l'ano. ‹ Dissi riconoscente. Lo fece. Si imbrattò le dita della mano destra col mio sperma cremoso. Mi perforò l'ano lubrificandolo col dito medio viscoso: era una sensazione strana, fastidiosa e piacevole. Sentivo il muscolo contrarsi e cedere contemporaneamente. Sollevai le gambe portandomi le ginocchia all'altezza delle spalle. ‹ Ora leccami il buco del culo. ‹ Dissi. Lo fece. E al contatto della sua lingua il mio ano sembrava allargarsi sempre di più. Mi piaceva immensamente. Mi piaceva quella intrusione morbida. ‹ Ora, ora è pronto! ‹ Dissi, puntandoci il suo cazzo. Riccardo diede una spinta lievissima. La cappella si assestò quasi subito. Stringendo i denti accolsi una buona metà del suo cazzo. Sentivo la pelle come strapparsi. ‹ Piano. ‹ Implorai. Riccardo si fermò. Aveva il volto di chi sta in paradiso. Mi sorrise senza osare fare gesti certi e definitivi. Restò ancora un po' ad esplorarmi ma senza avanzare di un centimetro. Di questo passo avremmo impiegato troppo tempo. Così gli afferrai entrambe le natiche costringendolo a penetrarmi con un colpo secco. Sbarrò gli occhi. Al dolore si stava sostituendo una sensazione del tutto nuova per me. Sentivo il cazzo di Riccardo che mi vellicava la prostata. Era bello. Lo invitai a non avere tentennamenti. Ora il mio ano si allargava come un guanto e accoglieva la carne durissima del suo cazzo come se fosse fatto apposta. La cappella di Riccardo sembrava sbattermi sulla bocca dello stomaco. ‹ Tutto, faccio tutto... Sono disposto a tutto... È meraviglioso... ‹ Mugolava. Le mie natiche sode avvolgevano il suo cazzo accarezzate dalle sue palle durissime. Mi stavo indurendo di nuovo. Riccardo mi afferrò il cazzo come se volesse staccarmelo, rovesciò lo sguardo all'indietro sconvolto da un'orgasmo totale. Il suo cazzo cominciò a pulsare paurosamente dentro di me. Lo sentii sborrare a spruzzi caldissimi. ‹ OHHHH!!!SIIIIII, ECCOMMMIIIIIII, ÈÈÈ MERAVIGLIOSOOOOOOOOOO!!! SENTE COME SBORRRROOOOOO!!! ‹ Cominciò a urlare senza controllo. Si sfilava da me per una buona metà del cazzo, riscivolandomi dentro con un colpo secco. La sua asta umorosa faceva uno schiocco tra le mie natiche. Ad ogni ondata di sborra pareva indurirsi ancora. E ancora. E ancora. Ora ero io ad urlare in preda ad un fremito che mi faceva scattare in avanti, per pretendere la pienezza di quel cazzo dentro di me. ‹ Ancora! ANCORAAAA!!! ‹ Ordinai come in trance. Sentivo la la mano di Riccardo afferrare il mio cazzo con una presa allucinata. Nel suo viso non c'era niente di umano. ‹ Ancora! ‹ Implorai questa volta perché non si fermasse. E lui non si fermò. Si sfilò ancora una volta. Poi affondò di nuovo. Poi si sfilò. Poi affondò. Fino a quando le sue palle non ebbero strizzato anche la più infinitesimale goccia di sborra. Aveva una resistenza notevole per essere un ragazzino di sedici anni. Perdendo la saliva dalla bocca semiaperta, si sfilò definitivamente. Il suo cazzo aveva raggiunto un tono fra il violaceo e il cacao, appariva unto, unto di sborra, di sangue, di merda. Era ancora duro. Mi commosse il suo sguardo che era di felicità e perdizione insieme. La sua mano era rimasta stretta al mio cazzo. Ora pareva disposto veramente a tutto. Con la lingua ripulì i rivoli di sperma che colavano dal mio ano fra le pieghe dell'inguine e tra le cosce. Poi passò ad onorare le mie palle liscie di rasoio, prendendole in bocca per intero. Intanto il mio sfintere liberato scolava altro sperma. La lingua di Riccardo ora si dilungava alla base del mio cazzo, fra i peli del pube, per salire lungo il canale orinatorio e fermarsi al frenulo teso per l'erezione. La mia cappella si gonfiò all'inverosimile a quel tocco come una morbida pesca sciroppata. Sentendomi vicino all'orgasmo lo invitai, afferrandogli la testa, ad imboccarla. Riccardo la risucchiò come se da quel contatto dipendesse la sua vita stessa. Allargando le labbra ingollò l'asta fino a quando non gli vellicò la gola. Poi strinse le labbra e cominciò un andirivieni lentissimo.Potevo vedere il mio cazzo, diventato di dimensioni paurose, scivolare traslucido da quella bocca. Non provavo niente di simile dai quando avevo vent'anni, da quando Augusta mi sbottonava la patta in macchina e mi spompinava con gusto. Quasi in ipnosi cercai dei seni sul torace di Riccardo. Incontrai i suoi capezzoli eretti nella semisfera compatta dei pettorali. Ma non c'era più tempo di pensare. La sborra mi correva delle palle all'asta come lava caldissima. Volli sorprenderlo, mi morsicai il labbro per non avvertirlo, ma lui dovette accorgersene, perché il mio cazzo per un istante sembrò un pezzo di marmo. Mi sforzai di non urlare finché il primo fiotto non gli riempì la bocca. Poi altri ancora. Come fosse la prima sborrata della mia vita. Mi sentivo svuotato, molle come se non avessi scheletro. Riccardo, da parte sua non sembrava in migliori condizioni. Si sollevò a fatica, lasciandomi esausto, semisvenuto, sul divano. ‹ Si è fatto tardi. ‹ Dissi piano. ‹ È meglio che torni a casa, non vorrei che i tuoi si preoccupassero. Era passata, d'improvviso. Si era impadronita di me una specie di angoscia, come se solo in quel preciso istante mi fossi reso conto di quello che avevo fatto. Non l'avevo costretto, questo era chiaro, ma questo non mi faceva stare meglio. Avevo come bisogno di una donna, accanto a me, che mi stringesse, che mi sorridesse, che mi facesse sentire i suoi seni caldi, i suoi capezzoli morbidi, le sue natiche come pani fragranti. Intanto Riccardo si rivestiva, senza togliermi gli occhi di dosso. ‹ Domani? ‹ Chiese con un filo di voce. Lo guardai come se lo vedessi per la prima volta. ‹ Domani? ‹ Gli feci quella domanda come se si trattasse di qualcosa di assurdo. ‹ Ascolta...‹ Cominciai. Non mi lasciò andare avanti. ‹ Non dirò niente, da me non avrà mai il minimo problema, anche se mi dirà di non tornare... Mi fece tenerezza. ‹ Vieni qua. ‹ Dissi tentando di mettermi seduto. ‹ Voglio che tu sappia che è stato davvero speciale, davvero, ma deve restare così. Io tornerò alla mia vita di sempre e tu alla tua, magari incontrerai una ragazzina che ti piace e con la quale potrai divertirti. ‹ Io ho già la ragazza!‹ Mi sorprese. ‹ Certo che ce l'ho! A domani allora? Mi scappò da ridere. Rise anche lui. ‹ Devo incontrarla tra mezz'ora. ‹ Aggiunse. ‹ Ma magari stasera non ci faccio niente... Chissà... Magari se mangio qualcosa... le dispiace se mi faccio un panino? ‹ Prego...serviti pure... ‹ Dissi cercando qualcosa da mettermi addosso. ‹ Senta... ‹ disse dalla cucina prima che potessi afferrare un paio di boxer‹ Posso chiederle un favore? ‹ Dimmi... ‹ Dissi perplesso. ‹ Non si metta niente addosso... Non prima che io sia andato via... Quella notte dormii come un bambino, avevo mangiato come un bufalo e mi sentivo straordinariamente stanco e febbrile. Mi assopii durante le News, pieno di una calma torbida. Poi mi trascinai verso il letto, assaporai il profumo leggero sul cuscino di Augusta e mi addormentai...