Gay Erotic Stories

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Meglio Soldato

by Aramis


Mi chiamo Giacomo e sono uno studente di 22 anni. Quanto sto per raccontare riguarda una mia recente scappatella omosessuale che non dimenticherò mai, mi hanno sempre eccitato gli uomini di bell'aspetto ma più degli altri quelli in uniforme. Questa storia comincia in un locale dove mi ero recato per una festa di universitari, mi piace partecipare a queste feste perché sono circondato da fusti caldi ed eccitanti. La maggior parte di loro non sono gay ma la loro sessualità è così prorompente che spesso posso assistere a scene arrapanti; mi fa impazzire guardare dei giovani stalloni eccitati spingere le loro verghe palpitanti nella fica di qualche cagna, circondati dagli altri compagni. Mentre li guardo fottere e sogno che mi fottano il culo, talvolta sono costretto ad andare in bagno a masturbarmi perché ci sono individui che riescono a resistere per un'ora e quando la loro sborra cremosa esce dalla loro asta e copre le loro palle, comincio ad avere un'incontrollabile bisogno di abbassarmi e leccargli le noci cremose. La festa di quella sera era realmente scatenata, la musica era grandiosa e tutti ballavano e si divertivano; c'era un barilotto di birra e varie bottiglie di whisky ed altri tipi di alcol. Ero davanti al tavolo dei rinfreschi a prendere un drink quando ho adocchiato un gruppo di 3 giovani militari. A momenti sputavo la mia birra quando li ho visti, erano fottutamente belli! Dovevano essere tutti tra i 18 ed i 19 anni, con i capelli cortissimi, uniformi verdi e luccicanti stivali neri. I primi due stavano portando una grossa ciotola di punch ed il terzo (e più attraente) camminava dietro a loro. I due hanno deposto la ciotola ed uno di loro ha gridato, "Ehi Paolo, io e Riccardo andiamo a vedere se riusciamo a trovare qualche ragazza, ci vediamo poi..." Poiché sono una persona socievole e quel soldato era veramente un bel fusto, ho deciso di avvicinarmi e presentarmi. Non avevo molte speranze che quello stallone fosse omosessuale ma era così eccitante che mi sentivo morire al pensiero di non poterlo avere. Ho preso un bicchiere di punch, ho guardato la targhetta del soldato su cui era scritto "Venini" e ho detto, "Ciao, mi chiamo Giacomo, e tu?" "Paolo" Ho cominciato innocentemente ad assumere informazioni. "Dov'è la tua ragazza?" "Ha! Non ho la ragazza, sono arrivato ieri sera, tre miei amici ed io abbiamo appena finito l'addestramento e siamo stati assegnati a questa città. I miei amici sono di qui e mi hanno portato a questa festa. Io abito al sud." Mi ha subito intrigato quel soldato, aveva un magnifico aspetto ed una bella voce profonda, pensavo che gli urli che fanno loro fare durante l'addestramento danno delle voci profonde e sexy a questi adolescenti. Cominciavo a pensare se era il caso di osare domandargli se era gay ma sono rimasto deluso rapidamente quando ha continuato parlare... "Ho una ragazza al mio paese, vorrei che fosse qui ora." Così era etero, d'altra parte non vedeva la sua ragazza da settimane, era solo, era nuovo in città, e mi faceva dolorare il cazzo solo a guardarlo. "Hai provato il punch?" Ho detto. "No, ho visto cosa ci hanno versato dentro i miei amici, io sono abituato alla birra e non penso mi piaccia quel punch." "Oh, suvvia, provalo, è grandioso ed è meno forte della birra" Ho mentito. "Va bene, provo" e gli ho dato un grande bicchiere di punch; era così forte che per fortuna non c'era alcuna fiamma vicino alla ciotola. "Whoaaa!" ha ululato Paolo, "E questa roba non sarebbe molto forte!" "Nah, si vede che non hai mai assaggiato alcol distillato prima d'ora". Ha bevuto tutto il bicchiere di punch e poi ha detto "Sai che questa roba è abbastanza buona... Ne prenderò un altro." Ne abbiamo versato ancora e l'ha bevuto mentre chiacchieravamo, ma io non vuotavo il mio bicchiere, ne bevevo un po' e poi, chiedevo scusa ed andavo in bagno a vuotarlo. Intorno all'una e mezza, e dopo aver bevuto quattro bicchieri pieni di punch, ha cominciato a inclinarsi sempre più, fino a sdraiarsi contro me sulla panca dove stavamo seduti. A quel punto ha detto, "Penso di aver bevuto troppo punch, vorrei che i miei amici tornassero per poter tornare a casa." Non aspettavo altro, il fusto era maturo per essere colto ed io lo stavo cogliendo. Gli ho offerto di portarlo a casa e lui ha accettato volentieri, ha cercato di stare in piedi ma è ricaduto a sedere. L'ho aiutato e barcollando l'ho portato alla mia macchina. Tempo di girare intorno all'auto per raggiungere il posto di guida e Paolo era come svenuto e russava. Tutto andava esattamente come avevo progettato, mi sono fermato a casa mia dove ho preso la borsa di articoli speciali e poi siamo andati al casino di pesca di mio zio sul lago. Paolo ha russato angelicamente per tutta la strada, una volta arrivati ho portato dentro la borsa e poi sono uscito a prenderlo. È tornato cosciente a sufficienza per camminare ma era totalmente fuori di se; ha domandato dove eravamo e gli ho detto lo che l'avevo portato a casa mia perché non era in condizione di guidare, ha borbottato 'ok' o qualche cosa del genere e poi, tempo di attraversare la stanza e depositarlo sul letto, ed era ancora addormentato. L'ho fatto sedere sul letto, gli ho sbottonato la camicia, gliel'ho tolta e l'ho fatto sdraiare. Sotto la camicia indossava una di quelle T-shirt verdi che aderiva strettamente al suo corpo accentuando tutti i muscoli ed i due punti duri dei suoi capezzoli che erano stati stimolati dall'aria fredda della notte. Gli ho aperto la fibbia ed ho allentato la cintura, ho sbottonato i pantaloni e ho fatto scivolare la chiusura lampo sui suoi genitali gonfi; i pantaloni si sono aperti immediatamente per dare più spazio al suo grande cazzo imprigionato in un paio di strette mutande di cotone verde. Ho slacciato gli stivali luccicanti, glieli ho tirati via e li ho gettati sul pavimento, ho abbassato i pantaloni dell'uniforme verde sulle gambe e li ho fatti cadere anche loro sul pavimento. Ho preso nella borsa quattro corde di seta e ho allacciato le braccia e le gambe di Paolo ai sostegni del letto mentre lui si svegliava e borbottava mentre lavoravo. Quando ho finito Paolo era sdraiato come un piatto in attesa della cena. Ha dormito serenamente nella sua T-shirt e nelle mutande verdi tese al limite per la sua grande verga. Aveva il torace come un'asse da lavare con ogni muscolo deliziosamente definito attraverso la stretta T-shirt di cotone, le braccia massicce erano come quelle di un lanciatore di pesi, gli avambracci sono coperti densamente di peli di seta marroni al punto che sembrava avesse gli avambracci marrone, le forti gambe muscolose evidenziavano i rigidi allenamenti che aveva fatto durante l'addestramento. Ho messo una mano sulla sua caviglia, le gambe da stallone erano fittamente coperte di peli neri, ho fatto correre la mano salendo lungo la gamba, la morbida pelliccia dei suoi peli passava tra le punte delle mie dita distese. La mia mano si è fermata sulle sue mutande, ho soppesato il cazzo e le palle nella mano. Avrei voluto strappare quella copertura ed impazzire, ma volevo aspettare fino al giorno dopo quando Paolo sarebbe stato sveglio e sobrio. Mentre dormiva si erano formate due macchie d'umidità sulla maglietta all'altezza delle ascelle, mi piace l'odore d'uomo; al liceo stavo il più possibile nello spogliatoio perché mi piaceva quando la quadra entrava dopo un allenamento di pallacanestro e gettavano per terra le divise ed i sospensori molli di sudore. Giravano nudi parlando dei pompini che avevano ricevuto dalle loro ragazze o dei loro errori durante il gioco. Lo spogliatoio era pieno dell'odore penetrante del sudore che gocciolava dai peli sotto le braccia ed intorno al cazzo ed alle palle. In ogni caso ho pigiato il viso sull'ascella di Paolo e ho inalato profondamente, mio Dio, aveva lo stesso odore delle magliette dopo l'allenamento. Ero contento che non usasse deodorante che avrebbe potuto nascondere il suo meraviglioso profumo muschiato d'uomo che mi eccitava tanto. Ho spinto il naso sulle mutande vicino al suo scroto e ne ho aspirato l'odore muschiato; mi ricordava Marco; era la stella della mia squadra di calcio del liceo. Dopo un allenamento, sono andato nello spogliatoio dopo che la squadra di calcio era tornata da cinque chilometri di corsa ed un allenamento agli attrezzi e ho finto di cercare un libro che avevo perso. Tutti quegli stalloni madidi di sudore hanno gettato le loro uniformi ed i sospensori e si sono gettati sotto le docce. Quando sono stato sicuro che non ci fosse nessuno in giro, ho afferrato i sospensori di Marco, li ho messi in tasca e sono corso a casa. Al sicuro nella mia camera da letto li ho esaminati, erano fradici di sudore ed avevano molti peli pubici di Marco conficcati nella stoffa. Li ho portati al naso per sentire l'odore del suo cazzo; ho dormito molte volte indossandoli pensando a lui e masturbandomi. Mi sono spogliato liberando il mio cazzo, dolorosamente eretto, dai confini dei jeans e degli slip. Ho spento le luci e mi sono arrampicato sull'altro letto, il mio cazzo implorava di scaricarsi ma ho rifiutato di toccarlo per paura che una volta cominciato non avrei più potuto evitare di sborrare nel letto. No, dovevo aspettare fino alla mattina per avere il mio piacere, volevo il soldato Paolo sveglio e vigile quando avrei fatto l'amore con lui, e con questi pensieri mi sono addormentato. La mattina seguente sono stato svegliato dalle grida di Paolo. "Ehi... Giacomo... Cosa cazzo sta succedendo!? Mi stai giocando uno scherzo con Gianni e Riccardo? Molto divertente! Ora slegami e lasciami alzare." Ho tirato indietro le coperte, sono uscito dal letto e sono rimasto vicino al suo letto completamente nudo. Paolo ha gettato uno sguardo al mio grande cazzo ed alle palle pelose, poi ne ha distolto lo sguardo come se non li avesse visti e mi ha guardato in viso; suppongo che i soldati girino normalmente nudi nelle docce ed in caserma per la maggior parte del tempo e che tale comportamento sia normale. "Dai! Lo scherzo è finito. Slegami e fammi uscire da questo letto, oggi è il mio ultimo giorno di libertà e voglio iniziarlo presto." "Anch'io," ho detto sedendomi sul bordo del letto e guardandolo profondamente negli occhi blu. "Gianni! Riccardo!!" ha gridato utilizzando al massimo la sua voce di soldato. "Non sono qui." Ho detto. Paolo ha cominciato a gridare aiuto a pieni polmoni. "Puoi gridare quanto vuoi, mi piace sentire la tua voce profonda, nessuno può sentirti, siamo nei boschi a molti chilometri dalla casa più vicina." "Cosa vuoi da me?" "Voglio fare l'amore con te" ho detto mettendo la mano sinistra sui suoi sospensori ed afferrando il suo scroto. "Oh merda"!, ha gridato e ha cominciato ad agitarsi su e giù sul materasso cercando di sciogliersi. "Ora... calmati, non voglio farti male; voglio che tu sperimenti il piacere oltre i tuoi sogni più selvaggi. Posso darti un piacere che la tua ragazza non potrà mai darti." Ho cominciato lentamente ad accarezzargli il pene flaccido ed a strofinargli le palle. Paolo ha gridato, "Lasciami andare fottuto pervertito! Non chiavo con gli uomini! Non puoi farmi godere così!" Ho cominciato a accarezzargli su e giù le gambe scure pelose con l'altra mano. Paolo ha continuato ad agitarsi e dimenarsi tentando senza successo di liberarsi. Finalmente si è fermato comprendendo che non poteva sciogliersi. L'ho guardato dalla testa alla punta dei piedi; la stanza era fredda, i suoi capezzoli erano abbastanza duri da poterci appendere un portachiavi e le loro punte dure si vedevano attraverso la stretta maglietta verde. "I tuoi capezzoli mi dicono che fa freddo, accenderò il fuoco." L'ho acceso nel camino e sono tornato di fianco a lui. Ho fatto correre la punta di un dito di sopra la punta dura dei suoi capezzoli sopra la maglietta mentre osservavo che l'agitazione l'aveva fatto sudare e c'era di nuovo del sudore sotto le ascelle. "Hai sotto le ascelle il più dolce odore di sudore che abbia mai sentito," ho detto; lui è rimasto zitto. Mi sono avvicinato alla mia borsa e sono tornato con un piccolo paio di forbici con cui gli ho tagliato le maniche della maglietta rivelando uno spesso ciuffo di ricciuti peli castani sotto ogni ascella; ho schiacciato il viso nella sua umidità muschiata e ho fatto correre la lingua per tutta la sua lunghezza. Ha cominciato a sgroppare e dimenarsi di nuovo su e giù gridando "No! No!!!"!. Il suo sudore era deliziosamente salato e faceva tutt'uno col suo odore che è impossibile descrivere, ma quanto piacevole! Ma ahimè il sapore durava poco. "Paolo, ti insegnerò la disciplina, essendo un soldato la disciplina ti dovrebbe essere familiare." Ho preso le forbici e ho iniziato dalla vita a tagliare sui lati la maglietta liberando il suo corpo. Il mio cazzo ha cominciato a pulsare in un'erezione completa quando ho visto quel torace; era quasi completamente coperto di una spessa pelliccia ricciuta e castana come un orsacchiotto. Lui continuava a gridare e tirare i lacci per tentare di liberarsi mentre io passavo le mani sopra la morbida pelliccia. I peli coprivano tutta la parte superiore del torace, scendevano intorno all'ombelico e poi scendevano nei sospensori. Sono ritornato alla mia borsa e ne ho tirato fuori un trasformatore che ho collegato ad una presa di corrente; sul trasformatore c'erano tre morsetti ai quali ho collegato due lunghi fili che avevano un morsetto a coccodrillo al termine, ed un terzo filo lungo che finiva con un piccolo bottone. Ho acceso il trasformatore che ha emesso un piccolo ronzio. Paolo a questo punto ha cominciato ad agitarsi, tirava i lacci con tutte le sue forze ed i muscoli possenti del suo corpo si erano inarcati per la paura al punto che ho pensato che il letto non potesse resistere a quella belva scatenata. "Non voglio farti male, non era piacevole quando ho leccato la tua ascella?" Paolo tirava le corde e gridava aiuto. "Paolo, ti punirò perché non mi lasci fare l'amore con te, tuttavia la mia punizione non è così dolorosa, a qualcuno piace quando glielo faccio". Mi sono avvicinato al letto e mi sono chinato su di lui. Ho fatto correre le mani attraverso i suoi peli, avanti ed indietro sui capezzoli, ne ho afferrato uno in ogni mano e li ho tirati; hanno cominciato a indurirsi e divenire eretti. Ho messo la bocca su di uno e vi ho passato intorno la lingua, l'ho succhiato e morso. Paolo sgroppava con tanta forza che a momenti mi feriva il labbro; ho ripetuto l'operazione sull'altro capezzolo fino a che non sono stati tutti e due duri e rossi. Ho spostato i peli dal capezzolo destro e l'ho attaccato ad uno dei fili; poi ho liberato il sinistro e ho arpionato con l'altro filo la protuberanza. Mi sono alzato e ho detto "Ora imparerai come comportarti." Ho spinto il bottone e la sua schiena si è arcuata sul letto e ha gridato "Aaaaahh! Oooowwwwww!" finché non ho spento. Paolo era ancora sdraiato sul letto, completamente sudato per lo sforzo, gocce di sudore punteggiavano il suo torace e c'era una striscia di peli bagnati al centro del torace proprio sopra la pancia, le ascelle erano fradice e potevo sentirne l'odore da dove stavo. Mi sono chinato su di lui ed ho passato la lingua sopra una di quelle grotte calde. Ha ricominciato a scuotersi gridando "Ti ucciderò quando mi sarò liberato." Ho spinto il bottone dell'interruttore e l'ho tenuto in mano per un secondo mentre guardavo i suoi muscoli contrarsi mentre l'elettricità solleticava i suoi rossi capezzoli palpitanti. Ho schiacciato il viso nella morbida pelliccia della sua ascella e ho inspirato profondamente il suo profumo muschiato nei polmoni; ho succhiato, ho leccato e ho fatto passare la lingua attraverso i peli morbidi. Ho spedito l'elettricità nei suoi capezzoli ogni volta che mi resisteva, quindi gli ho succhiato e leccato l'altra ascella senza che opponesse resistenza, di tanto in tanto frignava come un bambino. Sono passato ad accarezzargli gli splendidi peli delle sue gambe muscolose, gli ho dato un piccolo bacio sul polpaccio dove era più peloso; mi sono messo sul letto a cavalcioni sopra la sua vita. Sentivo i suoi peli contro il mio culo e solleticarmi le palle quando mi sono appoggiato. Ha ricominciato ad imprecare ed io gli ho solleticato leggermente i capezzoli e li ho fatti pulsare con l'elettricità. Ho fatto passare un dito tra i peli bagnati al centro del torace e l'ho portato alla bocca per gustarne il sapore salino. Mi sono sdraiato su di lui in maniera che il mio cazzo pigiasse contro una delle sue forti gambe pelose; ho messo la lingua nel suo ombelico e ho leccato il sudore salendo lentamente ai peli umidi al centro del torace. Ho sganciato uno dei fili dal suo capezzolo e ho mordicchiato la gonfia protuberanza rossa, Paolo si è arcuato sul letto come se fosse stato attraversato dall'elettricità, era come se il nostro contatto fosse elettrico. Mentre ero sul suo capezzolo, ho schiacciato il morsetto contro la sua ascella e ho schiacciato il bottone. Ha gemuto profondamente con la sua voce sexy; ho attaccato i fili alle due ascelle. Il suo torace peloso solleticava i miei capezzoli quando sono scivolato su lui e ho posato la testa sul suo torace morbido per i peli. "Dimmi di succhiarti i capezzoli" ho detto. "Fottiti!" ha urlato. Ho pigiato il bottone molte volte rapidamente ed ho sentito lo spasimo del corpo di Paolo sotto il mio. "Dimmi di succhiarti i capezzoli" ho ripetuto. Paolo respirava pesantemente "Succhia... Aahhh!" Ho pigiato di nuovo il bottone. "Succhiami... Noooo! Aaaahh!" ha gemuto quando ho schiacciato di nuovo il bottone. "Per favore succhiami i capezzoli!" ha gridato Paolo. Ho aderito volentieri alla richiesta e ho cominciato a succhiare i duri punti rossi seppelliti profondamente fra i peli castani. Ho messo le mani sulle sue forti spalle massaggiandole, succhiavo i suoi capezzoli e solleticavo i peli bagnati delle sue ascelle con colpi di elettricità ogni qualvolta disubbidiva o resisteva. Il viso di Paolo era bello, ho fatto passare una mano attraverso i suoi capelli corti e poi giù alla guancia; la barba cominciava a mostrarsi, una peluria era cresciuta durante la notte rendendo il viso ruvido ma sexy. Il labbro superiore era coperto di spessi baffi castani. Ho cominciato a mettere le dita sui suoi baffi ma ha girato la testa; la corrente è passata tra le sue ascelle e gli ho detto "Paolo, domandami di toccarti i baffi." "Per favore toccami i baffi" ha detto. Ho fatto passare di nuovo la corrente. "Devi dire 'Per favore mi tocchi i baffi signore'" ho detto. "Per favore mi tocchi i baffi, signore" ha gemuto. Ho passato la mano sulla peluria della guancia e sui baffi; il suo viso era così bello che mi è venuto il desiderio di baciarlo. "Domandami di baciarti" ho comandato e ho spedito l'elettricità attraverso le sue ascelle. Lui ha spasimato ed ha arcuato i muscoli del braccio peloso. "Per favore mi baci, signore" ha risposto. "Così va molto meglio, impara la disciplina, soldato. Ora ti bacerò, voglio che tu mi ritorni il bacio e che la cosa ti piaccia" ho detto enfatizzando la parola 'piaccia' con un breve colpo di elettricità. L'ho baciato aprendogli le labbra con la lingua e senza che lui facesse resistenza. I suoi occhi erano ermeticamente chiusi e la sua bocca è rimasta immobile. Il suo braccio si è contorto sotto una scarica ed ha cominciato a muovere la lingua e leccarmi mentre gli sondavo la bocca. Era bello sentire le sue gambe pelose contro di me, come sdraiarsi sul suo torace morbido ed i suoi baffi spessi hanno fatto il solletico al mio labbro superiore quando mi ha baciato. Poi il bacio è terminato e mi sono tolto dal letto. Ho stretto leggermente le sue palle dentro gli slip verdi causandogli un gemito basso e profondo nel torace, ho passato una mano sulla striscia di peli che partiva dall'ombelico e si infilava nella cintura dei sospensori. Ho preso le forbici e ho tagliato la cintura scendendo poi su ciascuna gamba sui due lati mentre Paolo cominciava a strillare "Nooo"! Ho spedito un colpo elettrico alle sue ascelle e ho tirato via gli slip dal suo corpo liberando le gonadi del soldato. Le grandi palle pelose di Paolo delle dimensioni di due prugne, sono rotolate fuori liberamente dentro lo scroto e si sono appoggiate al letto. La maggior parte degli uomini non hanno molto peli sulle palle ma Paolo era diverso. Le sue palle erano coperte di molti morbidi peli castani, i peli che scendevano dal torace all'ombelico gradualmente diminuivano fino alla regione pubica e poi ritornavano con un denso cespuglio marrone scuro, quasi nero, di gruppi di densi anellini; Il cazzo molle era disteso tra le palle separate. Ho spostato il morsetto dalle sue ascelle ai capezzoli, senza poter far niente ha sospirato "No!" Sono andato alla mia borsa e sono tornato con un tubo lubrificante ed un piccolo realistico dildo di gomma. Quando Paolo ha visto il dildo ha cominciato ad agitarsi e ha ricominciato a cerca di liberarsi. Ho spedito molte piccole scosse di elettricità ai capezzoli ed ho osservato il suo corpo sportivo flettersi ad ogni pressione del pulsante, l'elettricità ha fatto contrarre il suo scroto stringendo le sue grandi palle pelose contro il corpo. Ho afferrato Paolo per la vita e l'ho fatto scivolare sul letto fino a che le corde che gli stringevano i polsi non sono state tirate (tutte le corde erano abbastanza lunghe da permettergli un po' di libertà di movimento ma non lungo abbastanza da permettergli di scappare). Mi sono seduto alla fine del letto tra le sue gambe, gliele ho alzate fino a fargli piegare le ginocchia leggermente. Ho messo un grumo di lubrificante sulla punta del dildo, dopo di che gli ho fatto attraversare i capezzoli da una lunga scarica elettrica e gli ho domandato cosa dovevo fare. "Lasciami andare!" ha gridato. L'elettricità ancora una volta ha fatto tendere tutti i muscoli del torace. "Voglio mostrarti com'è bello il sesso anale, hai mai fatto del sesso anale?" "No!" ha gemuto. Avevo davanti l'immagine più sexy che si possa immaginare: uno stallone sdraiato sulla schiena con le mani e le gambe legate, le scure gambe pelose piegate ed aperte che mi permettevano di vedere il suo cazzo, le palle e la fessura del culo, il suo torace coperto da folti peli, le ascelle scure di riccioli bruni ed il viso baffuto. Ho portato l'indice a toccare la fessura del culo, mi piacciono gli uomini pelosi e dio questo era veramente peloso, aveva più peli sul torace che la maggior parte degli uomini su tutto il corpo. Il culo era quasi peloso come le gambe e molti corti peli neri uscivano dalla fessura. Ha cominciato a cercare di allontanarsi da me, ho punito i suoi capezzoli e si è fermato. L'ho riportato in basso sul letto, a ginocchia piegate e gli ho aperto la fessura con la sinistra; ho preso il dildo con la destra e con la punta ho toccato il buco roseo. Il suo sfintere corrugato si è chiuso ancor più ermeticamente; gli ho elettrizzato i capezzoli e gli ho ordinato di aprire il buco del culo; ha gemuto e l'ha rilassato leggermente. L'ho toccato con l'indice, si è contratto ermeticamente di nuovo ed io gli ho martoriato di nuovo i capezzoli. Abbiamo continuato molte volte finché non è riuscito a non contrarsi quando lo toccavo col dito. Ho messo un po' di lubrificante sul buco rosa. "Il tuo buco non è pronto a farmi fare sesso anale con te, temo che se ti fotto, potrei farti male; devo fare in modo che si abitui ad essere penetrato". Ho appoggiato il piccolo dildo al buco e ho cominciato a massaggiarlo avanti ed indietro perché si abituasse alla sensazione, poi, lentamente, ho cominciato a spingere un po' più forte; finalmente il dildo si è sistemato nel suo piccolo buco rosa. Ho cominciato delicatamente a spingere, il mio cazzo era divenuto dolorosamente eretto mentre lo facevo perché avrei voluto fare io il lavoro invece del piccolo dildo. "Soldato Venini, rilassati, e questo è un ordine soldato!" Ho gridato. Un lamento profondo è emanato dal profondo del suo torace quando ho spinto il dildo con sempre maggior forza contro il buco del culo. Il mio ordine non ha avuto successo, ma non mi sembrava che mi stesse resistendo, piuttosto non era abituato a rilassare i muscoli dello sfintere. "Fai come se tu stessi cacando e sarà tutto più facile". Ha preso un respiro profondo, ha grugnito, le chiappe si sono aperte leggermente e lo sfintere si è rilassato un po'. Immediatamente ho spinto il dildo con forza e velocemente dentro il culo semi rilassato e quasi sono riuscito a passare lo sfintere; lui si è lamentato e ha cercato di chiudere le gambe, gli ho elettrizzato i capezzoli e ho sentito il suo culo afferrare il dildo quando ho pigiato il bottone. Ho cominciato a spingere con sempre maggior forza, il dildo ha cominciato a muoversi, finalmente l'ho sentito andare e ho capito che il bordo della cappella gli aveva passato lo sfintere. Lentamente l'ho spinto nel culo per due centimetri e poi l'ho fatto retrocedere, la sua testa si spostava da un lato all'altro e si è lamentato dicendomi di fermarmi. Ho cominciato lentamente a fottergli il culo col dildo sempre più profondamente e ha cominciato a lamentarsi ad ogni spinta "Ohhh Ohhh Ohhh Ohhh" si lamentava di piacere quando il dildo è stato inserito a sufficienza per cominciare a massaggiargli la prostata. Ogni volta che la testa del cazzo di gomma gliela toccava, spostava la testa di fianco e si lamentava di piacere. Gli ho leccato le palle pelose e continuavo spingere il dildo nel buco del culo. La sacca delle palle ha cominciato a rilassarsi mentre continuavo a far correre la lingua tutto intorno alle sue grandi noci, ho succhiato in bocca prima una e poi l'altra, il dildo era inserito al massimo contro la prostata e lui ha cominciato a dimenarsi lentamente mentre lo succhiavo. Ha continuato a lamentarsi e girare la testa da una parte all'altra quando il suo cazzo molle ha cominciato a pulsare verso un'erezione ad ogni battito di cuore. Dapprima si lamentato "Ohhh... ohhh... ohhh..." poi "Aaaeeeeeee!" quando ho pigiato il bottone inviando una scossa elettrica ai suoi gonfi capezzoli rossi facendo stringere il culo sul dildo, flettere i muscoli del torace e farlo impennare sul letto per un secondo. Il suo piacere era troppo grande e dovevo annacquarlo con un po' di dolore... il suo cazzo è appassito alla scossa e lui ha cominciato a implorarmi di continuare "Era così bello, non sapevo che un uomo potesse fare una cosa del genere ad un altro uomo, per favore fallo di nuovo. Mi piace il sesso anale." "Vuoi che lo faccia di nuovo?" "Sì... oh sì, per favore fottimi il culo". "No! Mi hai resistito e non mi hai creduto quando ti ho detto che ti avrei mostrato un piacere oltre i tuoi sogni più selvaggi. Ci penserò se sarà il caso di farlo di nuovo ma prima tu mi devi dare piacere" ho detto. "Sì, voglio darti piacere! Che cosa vuoi che faccia? Farò qualunque cosa". "Allora, prima di tutto soldato Venini, lasciami vedere quanto diventerà duro la tua "candela". Ho cominciato a massaggiargli le palle pelose, le accarezzavo e le alzavo delicatamente. Il suo scroto si è rilassato e riuscivo a tenere ogni palla separatamente e farla rotolare nelle mani. Paolo si è lamentato di piacere, il suo cazzo ha cominciato a saltare mentre cominciava ad indurirsi, ad ogni battito di cuore si allungava sempre di più, poi ha cominciato ad alzarsi sullo stomaco mentre si riempiva di sangue. Ho dimenato il dildo bloccato profondamente nel suo culo, il suo cazzo di è scosso completamente eretto e si è lamentato "Sì! Oh sì!" Ho lasciato il dildo nel culo e ho esaminato il cazzo del giovane soldato. Si ergeva gloriosamente fuori dal cespuglio di peli pubici per almeno venticinque centimetri. "Oh Dio, com'è grande e grosso. "Succhiami per favore" ha detto Paolo. Ho fatto scivolare una mano tra i morbidi peli pubici e ho afferrato la sua calda verga palpitante mentre continuavo a massaggiargli le palle con l'altra mano. Ho afferrato il cazzo proprio sotto la testa e ho abbassato la mano per tirare indietro il prepuzio rivelando la cappella rossa del cazzo tumefatto. Ho messo la lingua contro la sua carne e l'ho fatta correre intorno alla testa e sulla fessura. Lentamente ho messo le labbra intorno al suo caldo cazzo rosso e l'ho succhiato profondamente nella mia bocca. "Ohhh Sì... Succhiami!!" si è lamentato. Ho cominciato a muovere la testa su e giù, i suoi lamenti sono aumentati e le sue anche hanno cominciato a spingere il cazzo duro contro la mia bocca. Capito che non era lontano dall'arrivo, ho avvolto la mano intorno alle sue palle e ho tirato il suo scroto peloso fino al massimo della tensione. Continuava a spingere per alzarsi dal letto ed io ho cominciato a schiacciare e tirare con più forza lo scroto ad ogni spinta. "Ohh... Ahi... Oohh... Ahi..." Paolo gridava ma continuava ad impennarsi sul letto. Ho tirato ancora di più lo scroto ed ho fatto uscire il cazzo dalla mia bocca lasciandolo spingere impotente contro il nulla e facendolo urlare di dolore per lo strappo che ho dato alle palle. "Molto bene, soldato Venini!" Ho detto lasciando cadere le sue palle martoriate sull'estremità del dildo bloccato profondamente nel suo culo. "Ohh Giacomo, perché mi schiacci così le palle!? Fa un male bestia!! Oh merda... il mio cazzo è così duro e le mie palle sembra che stiano salendo... per favore fammi venire... fai che le mie palle smettano di palpitare... mi fanno troppo male!!" Ha dato uno strattone alle corde, "Succhiami dannazione!" Ho schiacciato il pulsante per una piccola scossa ai suoi capezzoli formicolanti, tutti i suoi muscoli si sono mossi e le sue palle si sono contratte e gli si sono avvicinate al corpo. "È ora che tu mi dia piacere, soldato" ho detto; ho afferrato il suo caldo cazzo palpitante e ho cominciato a strofinarlo avanti ed indietro su uno di miei capezzoli e con l'altra mano mi masturbavo il cazzo. Poi ho strofinato il mio cazzo eretto contro le sue gambe pelose godendo alla sensazione dei molti piccoli peli bruni. Mi sono alzato dal letto e ho leccato le piccole goccioline di sudore sul torace del mio soldato, ho spinto il viso nei ricci peli bagnati della sua ascella, ne ho inalato profondamente il profumo muschiato e ho leccato il suo nettare salato-dolce di virilità. "Ti piace?" Ho domandato. "Sì... oh sì" ha risposto. Ho strofinato il mio cazzo sopra i peli bagnati dell'altra ascella e l'ho spinto nella sua bocca. "Sa di buono il mio cazzo?" Ho detto. "Sì, te lo voglio succhiare". "Succhiami prima l'ascella". Mi sono chinato fino a sfiorargli il naso con i peli neri della mia ascella. Il suo torace peloso si è alzato pesantemente quando ha inalato il mio odore muschiato nei suoi polmoni. La sua lingua ha raggiunto la grotta della mia ascella ed io mi sono sdraiato sul suo torace mettendo l'ascella sulla sua bocca. Ho sentito del solletico quando con grande appetito ha leccato e succhiato i miei peli. Mi sono alzato sul letto, sconnesso i morsetti dai capezzoli di Paolo e mi sono messo a cavalcioni sul suo torace, ho strofinato la cappella sui suoi morbidi baffi, folti e bruni mentre la sua lingua leccava avidamente la parte inferiore. Gli ho detto di aprire la bocca e ho spinto il cazzo nella sua gola. Dapprima è rimasto soffocato ma presto ha imparato l'arte di succhiare il cazzo. Gli ho fottuto la bocca come se non avrei mai più fatto sesso; quando ho smesso di pompare, il mio soldato ha fatto correre la lingua tutto intorno alla mia cappella. Ha cominciato a succhiala ed io ho pompato con più forza e più velocemente, le mie palle schiaffeggiavano il suo mento non rasato, finché non ho potuto resistere più a lungo alla pressione. Ho tirato fuori il mio rosso attrezzo palpitante dalla sua bocca e furiosamente ho strofinato la punta della mia asta dolente contro i suoi morbidi baffi; ho gemuto, ha preso un profondo respiro (più di uno), e ho sparato la mia sborra sul viso del soldato. Fiotti lunghi e spessi di sperma bianco uscivano dal mio cazzo pulsante conficcandosi sui baffi di Paolo. Ha aperto la bocca ed io ho sparato ancora 5 o 6 volte pompando il mio cazzo con la mano. Gocce di sborra sono entrate nella sua bocca, sulle sue labbra e sopra il mento mal rasato. L'odore dello sperma caldo e dei nostri corpi hanno riempito l'aria. "Mmmmmmm," si è lamentato di piacere e ha leccato le goccioline cremose di sperma sulle labbra mentre mi guardava profondamente negli occhi. Ho schiacciato le mie labbra sulle sue e l'ho baciato profondamente, ho fatto scivolare la mia bocca sui suoi baffi morbidi e ho leccato i grandi grumi bianchi del mio sperma che aderiva ai peli. La mia crema era salata e ha rivestito la superficie della mia lingua. L'ho baciato di nuovo e di nuovo ha infilato la sua lingua ad esplorare la mia mentre assaggiavamo la mia sborra. "Succhiami il cazzo, per favore!" ha implorato il soldato. "Le palle pulsano, per favore fammi sborrare!!" ha implorato. Ho guardato il suo cazzo, stava in piedi eretto e letteralmente palpitante. Mi sono alzato e mi sono messo tra le sue gambe. Ho afferrato il dildo nel suo culo e l'ho strofinato avanti ed indietro contro la prostata; il culo del soldato ha spinto contro l'aggeggio mentre lui gemeva di piacere. Ho spinto il dildo dentro e fuori molte volte, lo tiravo fuori fino alla testa e poi lo spingevo profondamente dentro. Il suo culo galoppava avanti ed indietro al ritmo delle spinte del dildo. Alla fine l'ho tirato fuori, si è lamentato e ha fatto impennare nell'aria il suo cazzo palpitante implorandomi di succhiarlo. Ho spremuto del lubrificante sul mio medio e gli ho solleticato il buco del culo; il soldato si è lamentato "Fottimi." Lentamente ho inserito il dito profondamente nel culo e poi ho cominciato a farlo scivolare rapidamente dentro e fuori... dentro e fuori... su e giù; il cazzo del soldato aveva pulsato duramente per almeno un'ora e sapevo che doveva avere un terribile mal di palle così ho afferrato le sue noci pelose con la mano libera. "Aahhhh Ohhhh Ouuuchh!" ha gridato. L'avevo tenuto tanto duro ed eccitato per tanto tempo che le sue palle cominciavano a fremere. Se solo avesse saputo quante volte avevo visto degli stalloni caldi come lui e li avessi desiderati senza poterli avere, e le mie palle mi facevano così male per l'erezione e non potevo scaricarle. Ho inserito il dito nel suo culo il più profondamente possibile finché non ho trovato la prostata, ho cominciato a curvare il dito e strofinare la ghiandola; questo ha fatto impazzire il soldato di dolore e piacere. Ho massaggiato le sue palle dolenti e gli ho toccato la prostata mentre lui agitava in aria il cazzo dolente. Una goccia chiara di pre eiaculazione è apparsa sulla punta della cappella ed è corsa giù lungo la sua calda verga. Mi sono alzato dal letto e ho tirato fuori un altro articolo dalla mia borsa. Sono ritornato al letto e mi sono messo tra le sue gambe con un attrezzo speciale per il culo. Ha gridato come in agonia quando ho alzato le sue palle dolenti, ho spremuto del lubrificante sul buco del culo rovente e gli ho spinto dentro l'attrezzo. Era uno speciale apparecchio elettrico, aveva due contatti elettrici che terminavano con due morsetti a coccodrillo; ho girato una manopola sul trasformatore per aumentarne la tensione, quindi ho spremuto molto lubrificante sul palmo e mi sono sfregato le mani. "Dimmi quando stai per venire" ho detto. "Sì! oh sì!" si è lamentato. Ho preso il suo rosso attrezzo palpitante nella mia mano e ho cominciato ad accarezzarne su e giù l'asta, dopo di che ho cominciato a succhiare la punta gonfia del cazzo e le palle frementi. Grugniva e gemeva come un animale, ho continuato a pompargli il cazzo ed a strofinargli le palle, lui scuoteva la testa leccandosi le labbra ed i baffi. Ho cominciato a fargli un pompino, la mia testa si muoveva su e giù come impazzita. Lui agitava le anche su e giù furiosamente per fottermi la bocca, si lamentava con tanta forza che avrebbero potuto sentirlo per chilometri intorno. "Oh si! Penso di stare per sborrare!" ha gridato. "Dimmi esattamente quando stai per cominciare a venire!" Ho detto togliendomi il cazzo dalla bocca e cominciando a pomparlo su e giù con la mano lubrificata. Ho preso il pulsante e ho cominciato a masturbargli il cazzo sempre più velocemente. "oh... Oh... Oh!... Ahh... Ahh... Ahh..." Cercava di resistere... aspettava fino a che il suo sperma non poteva essere contenuto un momento di più. Ho continuato a fargli la sega, lo spremevo con sempre maggior forza per dargli più piacere. "Oh... Ahh... Ahh... Sto venendo!" ha gridato. A quel punto, il punto di non ritorno, ho spostato il suo cazzo a 45 gradi verso il suo viso e ha pigiato il bottone per attivare l'attrezzo elettrico che aveva in culo. Ha mandato un grido di piacere e dolore come un puma. Il suo culo si è impennato sul letto, lo scroto si è contratto ed il cazzo si è contorto potentemente nella mia mano. Uno spesso ruscello bianco di sperma è stato vomitato dalla rossa punta gonfia del cazzo atterrando in bianchi fiotti brillanti sui folti peli del suo torace e sul suo viso. La crema ha continuato ad essere spruzzata fuori per molti secondi come se il giovane soldato stesse orinando sperma, quando alla fine il ruscello si è interrotto, ho abbandonato il pulsante, mi sono messo in bocca il cazzo elettricamente palpitante e ho succhiato le restanti goccioline della sua crema. Il torso del soldato era coperto di grosse macchie bianche di sperma; si è leccato le goccioline della sua sborra dalle labbra e ha assaporato il gusto della sua eiaculazione. Ho messo la mia lingua nel suo ombelico e ho cominciato a leccare le goccioline di sudore e sperma salendo lungo il suo torace, ho preso un grande grumo di sborra, l'ho spalmato sul mio capezzolo e mi sono curvato su Paolo. Lui ha preso il mio capezzolo in bocca, l'ha leccato pulendolo dello sperma e ha fatto turbinare intorno la lingua al capezzolo facendolo diventare duro. Ho preso un altro grosso pezzo di sperma che aveva al centro del torace e gliel'ho strofinato sui peli dell'ascella, ero in paradiso mentre lo leccavo, il gusto pungente della sua sborra cremosa, del sudore e l'odore muschiato dei suoi peli mi facevano impazzire. Ho guardato in su verso Paolo, era svenuto per il piacere. Ho rimosso tutte le corde e ho deciso di svegliarlo. I casi erano due, o era il più convinto eterosessuale che fosse mai esistito, ed in questo caso mi avrebbe ucciso, o mi avrebbe amato per sempre. L'ho schiaffeggiato leggermente sulla guancia e l'ho svegliato, ha aperto gli occhi e ha detto "È stato il sesso più fantastico che abbia mai fatto. Ti amo." Dentro di me sapevo che avrebbe detto così. Mi ha coccolato contro il suo torace peloso e ha avvolto le sue forti gambe pelose intorno a me, il mio cazzo spingeva contro il suo. Abbiamo dormito tutto il giorno... e molti altri giorni e notti dopo di quello, siamo divenuti i migliori amici del mondo.


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19 Gay Erotic Stories from Aramis

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Chris era il mio migliore amico ed in quella primavera del 1992 passavamo insieme quasi tutto il nostro tempo libero, a casa sua o mia, o gironzolavamo per la città. Ero nuovo della scuola e per qualche ragione avevamo subito simpatizzato; eravamo all'ultimo anno del liceo e facevamo i compiti a casa insieme, frequentavamo insieme gli stessi amici, giocavamo ai videogiochi insieme.

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Non ho mai pensato che ci fosse qualcosa di meglio del ritorno a casa. All'arrivo in stazione c'erano a salutarmi amici e parenti, tutti contenti di vedermi. Siamo saliti in macchina e siamo partiti, avevo un sacco di cose da raccontare, il viaggio era un po' più lungo di quanto mi ricordassi e quando finalmente siamo arrivati a casa mi sono reso conto di quanto desiderassi quel

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