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Controllo Totale

by Apollodoro


Mi aveva detto di averlo “bene addestrato”, ma non pensavo si potesse arrivare a tanto. “Senti, facciamo così.” mi aveva detto “Io te lo presto per una giornata. Ti lascio le chiavi di casa mia e ci vai da solo martedì, quando io devo andare alla riunione della ditta in Giappone. Vedrai che ti piacerà. Non ti spiego nulla perché lui è già abituato ad avere a che fare con i miei amici. Poi casomai ti spiego come ho fatto a portarlo a quello stadio.” Molto incuriosito, martedì mi recai a casa di Stefano. Atrio solenne, senza portineria. Piante lucidissime, colonne di marmo. Non ci ero mai stato prima. Stefano lo vedevo sempre fuori, in centro, a mangiare un pizza e scambiarci confidenze nell’intervallo del pranzo o prima di un film. Introdotta la chiave nella serratura, girai le otto mandate che Stefano mi aveva preannunciato e aprii la pesante porta blindata dell’appartamento. “Ah, tieni presente che non lo faccio venire da una settimana e quindi sarà piuttosto agitato. Lascio a te la decisione se farlo venire alla fine: lui da solo ha il divieto assoluto di masturbarsi, e ti posso assicurare che lo rispetta: ho telecamere nascoste piazzate ovunque, quindi so perfettamente cosa fa mentre io sono fuori” mi aveva detto ancora Stefano “Ma allora registrerai anche quello che farò io?” “Beh, sì, caro. Mi sembra il minimo prezzo, data l’occasione che ti offro” E avevo accettato. Lo trovai piazzato al centro del soggiorno, su un tappeto di gomma, e rimasi conquistato al primo sguardo. Era inginocchiato a gambe larghe, con la testa chinata verso il pavimento e le braccia incrociate dietro la schiena. Completamente nudo, indossava solo polsiere, cavigliere, collare e un cockring di pelle nera stretto alla base di cazzo e palle. Notai subito le spalle muscolose e il cazzo potente in semierezione, circonciso, palle grosse e rasatissime, quasi lucide. Il suo corpo era percorso da un leggerissimo tremito. Aveva paura? Era teso, emozionato? Notai anche che la punta del glande era bagnata, e vidi sul tappeto, in corrispondenza, una grande macchia di liquido trasparente. Capii al volo, da quell’indizio, che si era macerato nell’attesa, fantasticando e lasciando che il suo cazzo si indurisse a più riprese, finendo per produrre una notevole quantità di pre-sperma. Come feci qualche passo verso di lui, il suo cazzo cominciò a sollevarsi, e quando gli fui di fronte era completamente eretto. Mi piaceva quel suo restare a testa bassa senza osare guardarmi in attesa di ordini, ma constatai che il suo fremito era aumentato. Cominciai a capire: era preda di una voglia difficilmente dominabile, ma era anche completamente sottomesso al suo padrone, e di conseguenza agli amici del suo padrone. Rismasi apposta, per un lungo minuto vicinissimo a lui, con la patta che sfiorava la sua testa reclinata, spiando il suo cazzo. Constatai con gioia che un altro piccolo getto di pre-sperma gli usciva dalla punta del cazzo e colava sul tappeto. Stava già per venire? Eiaculatio precox? Impossibile, perché Stefano mi aveva assicurato che controllava perfettamente gli orgasmi e veniva solo se autorizzato. Ma insomma non ne poteva più ed evidentemente contemplare le mie scarpe lo eccitava maggiormente. – Su, datti da fare, ma usa solo la bocca – dissi infine. Immediatamente, espertissimo, iniziò a sbottonarmi i pantaloni con i denti, abbassò la lampo, e diede un primo affondo caldo sulle mie mutande piene e pulsanti. Vidi che andava in estasi indugiando a bocca spalancata, sbavando letteralmente e impregnando il cotone bianco delle mie Calvin Klein. Mugolava di piacere, annusava, grufolava, la lingua aperta a sostenere le mie palle e infine ciucciando a piena bocca tutto il mio pacco, che si faceva sempre più incontenibile. Quando il mio glande irruppe fuori dall’elastico lo vidi sussultare. Restò per qualche secondo in contemplazione, poi con i denti mi abbassò le mutande. Di fronte al mio cazzo svettante si piegò a terra tenendomi le caviglie, in evidente stato di adorazione. Capii che per accedere al cazzo aveva bisogno di un altro ordine specifico. Il cazzo del padrone, evidentemente, non era così facilmente raggiungibile come io ora glielo stavo porgendo. Capii quindi che ero andato troppo velocemente al sodo. Volli divertirmi a metterlo in difficoltà con la sua voglia accumulata, giocando sul divieto a venire senza permesso. – Sdariati supino. Si sdraiò a occhi chiusi. Il cazzo era turgido e la cappella arrossata. Cominciai lentissimamente e leccarglielo. Ebbe una scossa. Capii che questa per lui era una vera novità. Lo vidi infatti sollevare la testa strabuzzando gli occhi per vedere se era vero quello che sentiva. Sì, caro, il master te lo sta leccando, pensavo. Sorpreso? Qualcosa non va? Sentii che cominciava ad ansimare e lo bloccai subito: – Non devi assolutamente venire, chiaro? – Sì, padrone – rispose diligente. Andai avanti a leccarglielo, assistendo divertito ai suoi fremiti da cagna in calore. Guaiva, col cazzo sempre più gonfio. Ogni tanto mi fermavo per dargli il tempo di riprendersi e ogni volta buttava fuori liquido pre-spermatico. Mai vista una produzione così abbondante. A un certo punto disse: – Padrone, la prego, non ce la faccio più. Posso venire? Oppure, se non posso, la supplico di smettere di leccarmelo. Volevo proprio divertirmi. – Come osi interloquire? Ti ho chiesto il tuo parere? – E gli mollai due ceffoni. Atterrito, lo vidi arrossire violentemente. Ci presi gusto e continuai a schiaffeggiarlo mentre lo insultavo. – Possibile che devi già venire? Sei già così arrapato, puttano? Cosa hai fatto mentre eri da solo? Ti sei fatto le seghe mentali, eh? Rispondi, bastardo! – Sì, padrone, ho pensato a tante cose zozze che me lo fanno venire duro. – Ah, te lo sei fatto venire duro, eh? Bravo! E così adesso non ce la fai più! Eh? Ma si può sapere cos’hai in testa, porco?! A cosa pensi in continuazione, eh? Animale, sei pieno di sborra e non ce la fai più! Quanta ne hai? – Tanta, proprio tanta, padrone. Giù altri ceffoni. – Ma sempre al cazzo devi pensare? – Non posso, non riesco a pensare ad altro. Ho sempre in testa quello del mio padrone... Qui gli mollai una sequenza di schiaffi violentissima, e ad un tratto gli scappò un grido. Mi voltai e vidi che stava eruttando uno schizzo alto un metro, che gli cadde sul petto con uno schiocco. Continuai a schiaffeggiarlo mentre godeva, e capii che erano proprio gli schiaffi ad averlo fatto venire. Feci la parte del disgustato. Richiusi a fatica il cazzo nei pantaloni e feci per andarmene. Attaccato ai miei piedi, rantolò: – La prego, non dica al mio padrone che ho disobbedito. Posso... – e allungava una mano sulla mia patta. – No, non puoi. – dissi glaciale Uscii sbattendo la porta, ma dentro di me ringraziavo e ammiravo l’opera straordinaria di Stefano. Dovevo assolutamente farmi spiegare come aveva fatto a ridurre così il suo ex-capufficio. apollodoro15@hotmail.com

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10 Gay Erotic Stories from Apollodoro

Casa di Correzione 4a e Ultima Parte

L’indomani Giovanni venne portato in infermeria. Pensavo che sarebbe tornato dopo poco, invece niente. Cominciai a preoccuparmi. A sera non c’era ancora, e nessuno ci disse niente su di lui. Mi coricai e sentii profondamente la sua mancanza. Dopo poco mi venne un sospetto. Mi alzai e mi diressi furtivamente verso l’infermeria. La porta era chiusa, ma si sentivano dei rumori e la

Casa di Correzione, Parte 1

Arrivai nella Casa di Correzione una sera tardi, trasportato da un furgoncino dei Carabinieri. Pensavo che mi avrebbero subito messo a dormire, ma mi sbagliai. Venni subito messo al corrente, in modo diretto, di come andavano le cose lì dentro. Affidato al caporeparto, questi per prima cosa mi portò in una stanza e mi fece spogliare, completamente nudo. Pensavo si trattasse di

Casa di Correzione, Parte 2

Mi svegliai perché qualcosa di turgido e liscio si stava strofinando sulle mie labbra. Aprii gli occhi e vidi che si trattava di un glande lucido e ovale, che sormontava un fallo tozzo e nodoso. Alzando la testa vidi che era il più grande dei miei compagni. Sorridendo disse: «Io sono Giovanni, e fra di noi comando io. I miei protetti sono Alfredo, Nicola e Piero» (e me li presentava

Casa di Correzione, Parte 3

Il mattino successivo notai che Alfredo e Nicola avevano delle facce contrariate, musi lunghi. Rispondevano a monosillabi qualsiasi cosa gli si chiedesse. Giovanni non sembrava dargli molto peso. Liberato dal laccio di cuoio, assaporai con più gusto il piacere della doccia, e contemplai in particolare il cazzo di Piero, che si accorse di come lo guardavo. Mentre ci recavamo

Controllo Totale

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Hotel Executive

Ero stato invitato ad un congresso di programmatori a Palo Alto. Avrei dovuto passarci tre giorni, quindi decisi di trattarmi bene e provai a cercare una stanza all’Hotel Executive, il più caro. L’atrio era estremamente lussuoso e spazioso. Numerosi camerieri stavano allineati alle pareti, impettiti nella loro divisa bordot. Il pavimento lucido come uno specchio. Alla reception un

Il cockring

Il coraggio di provare, acquistandone uno, mi venne un giorno che passeggiavo per Porta Ticinese, ma non mi sarei mai immaginato le conseguenze di questa iniziativa un po’ spavalda. Era da qualche mese che avevo notato un nuovo negozietto dall’eufemistico nome LOVE CITY. In pratica un porno shop, ma più “presentabile”, nel quale uno non dovrebbe (secondo i gestori) vergognarsi ad

Il Desiderio del Vescovo

Errore! Imperdonabile errore! Tutta la mia vita poteva ora essere trasformata in una valanga fangosa. Tutta la mia rispettabilità vanificata in un secondo. Da prete rispettato e ammirato in tutta la città, impegnato nell’assistenza ai malati e agli anziani, a immondo corruttore di chierichetti, gettato nello scandalo, fatto a pezzi dalla stampa… Una vita intera pefettamente condotta

Il Pacco Perfetto

Mattina estiva. Jumbo-tram affollato. Io porto gli occhiali a specchio, perché così posso guardare quanto mi pare, e soprattutto dove mia pare. Mantenendo la testa abbastanza eretta, riesco a guardare giù, fra le gambe degli uomini, senza che nessuno veda dove sto guardando. E certe volte capitano delle vere scoperte. Per esempio questa. Quando l’ho incrociato con lo sguardo, per

Rivelazione

Matteo era stato assunto da poco in una grande azienda di elettrodomestici. Tutto filava liscio, con un unico problema. Era un periodo, per Matteo, di voglie irrefrenabili; si potrebbe dire che era “in calore”, e completamente all’asciutto quanto a ragazze con cui scopare. Non era brutto, ma proprio non ci sapeva fare. Così andava a finire che doveva masturbarsi almeno cinque volte al

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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