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L'amico di Enrico

by Aramis


Capitolo 1: Enrico Quando ho visto che avrei dovuto essere con Piero sono quasi morto. Piero non è esattamente il miglior individuo che conosca, ha questo problema chiamato retenzione anale, ma poi guardando più sotto nell'elenco ho visto anche il nome di Alessandro. Un sorriso mi è comparso sulle labbra come se sapessi che ci saremmo divertiti. Alex era un individuo grandioso con cui era bello stare, impeccabilmente vestito e con un aspetto perfetto. Era alto un metro ed ottantaquattro e pesava settantacinque chili, capelli neri corti e splendidi occhi marroni, non era il tipico ragazzo da spiaggia perché c'era in lui un misto di asiatico, ma era devastantemente attraente. Era un piccolo campione a tennis ed inoltre il profitto all'università era molto alto; il viaggio sarebbe stato divertente. " Sì." Ho mormorato fra di me mentre le immagini del viaggio mi passavano per la mente. Proprio allora qualcuno mi ha toccato il braccio. "Cosa c'è?" mi ha chiesto una voce profonda. Quando mi sono girato ero viso a viso con Alex e mi sono sentito come se stessi annegando. "Oh devo andare a chiedere una cosa al Professor Maioni" ho inventato sul momento coprendomi il membro che cresceva velocemente. Indossava dei pantaloni con bottoni ai lati, conoscete il tipo,; e, osservando l'ombra di boxer rigati che si vedevano nell'apertura tra i bottoni, l'erezione è stata immediata. Sono corso alla scrivania dell'insegnante e ho cercato di essere il più noncurante possibile, mantenendo un atteggiamento calmo mentre guardavo quello splendido individuo dall'altra parte dell'aula. Capitolo 2: Alex: Mentre Enrico percorreva i gradini della classe, non potevo fare a meno di osservarne il comportamento goffo. In più Enrico peggiorava le cose indossando jeans larghi da cui spuntava l'elastico bianco delle mutande. Enrico era un ragazzo divertente, sveglio ed incredibilmente spontaneo, per non parlare del suo aspetto piacevole. Era alto un metro ed ottanta, su per giù la mia altezza ed era ben proporzionato, probabilmente pesava 75 – 80 chili. Aveva capelli castani spettinati che in alcuni punti erano più chiari per la continua esposizione al sole. Benché fosse disordinato aveva uno stile che gli dava un aspetto decisamente casual. A parte questo il ragazzo era ben fatto, ma due cose mi avevano sempre eccitato. La prima erano i suoi occhi, come complemento agli attraenti capelli disordinati aveva due penetranti occhi blu. Non erano solo cristallo ma avevano anche sfumature gialle. Per seconda cosa aveva quelle belle gambe pelose ben fatte. Essendo un giocatore di pallavolo aveva bisogno di quelle gambe, le allenava alla perfezione e quando indossava i pantaloncini da allenamento non potevo fare a meno di osservarle per cinque secondi più del normale. Ho guardato l'elenco delle camere per il viaggio che c'era in programma e ho pensato che sarebbe stato divertente alloggiare con Enrico, tuttavia ci sarebbero stati due inconvenienti. Uno era Piero e l'altro proprio Enrico. Il viaggio sarebbe durato una settimana, sei notti nella stessa stanza con Enrico, questi pensieri mi riempivano la testa quando mi sono seduto nel mio banco. Capitolo 3: Enrico Mentre aspettavo di salire sull'autobus che ci avrebbe portati all'aeroporto, ho rallentato per aspettare Alex, per essere sicuro che prendesse il bus in tempo. Nessuna sorpresa fosse un po' in ritardo, ma la cosa era perdonabile perché avremmo dovuto partire alle 6,30 di mattina. Sono salito e ho preso un posto vicino al finestrino. Mentre tutti salivano pregavo dentro di me che nessuno si sedesse vicino a me, perché saremmo rimasti sul bus per un'ora e stare seduto per un'ora vicino ad un secchione non è quello che chiamo un gran divertimento. Alex alla fine è salito, il mio cuore martellava ed il mio viso è diventato rosso. Ho girato la testa verso il finestrino e ho fissato fuori senza vedere. "Ti dispiace se mi siedo qui." ha detto... alla sua ragazza. Il mio cuore ha sobbalzato pensando che si sarebbe seduto vicino a lei per tutto il viaggio, per non parlare dell'aeroplano e di tutto il resto. Voglio dire, cos'ha questa ragazza che io non ho? Dunque, un paio di seni ed una vagina è stata la risposta che mi sono dato subito. Mentre si rannicchiavano vicini io continuavo a guardare fuori sperando che nessuno si sedesse vicino a me. "Enrico! Posso sedermi?" La voce di Maria aveva un suono armonioso. "Sicuro, purché non ti addormenti contro di me. Ok?" Ho detto scherzando. "Voglio il finestrino, ok? Sloggia!" "Ok, mi muovo" ho risposto mentre ci scambiavamo i sedili. Mi piaceva stare vicino al corridoio, potevo stare più vicino a Alex che era solo ad un metro da me. Mi sono sprofondato nella poltrona e ho pensato che avrei potuto essere io vicino ad Alex, invece di lei, Marzia. Ho tirato fuori il mio lettore di CD, ho inserito la cuffia e mi sono messo ad ascoltare quietamente mentre navigavo verso il sonno. Capitolo 4: Alex Dio, l'amo. Marzia, come parla, come sta accoccolata, come profuma, quasi tutto amo. Quando mi sono seduto vicino a lei, ho osservato Enrico, non era in uno dei suoi momenti spensierati e fissava fuori dalla finestra. Mentre davo a Marzia un rapido bacio sulle labbra ho dato un'occhiata ad Enrico che mi stava guardando e la cosa mi ha mandato in confusione. Mi sono tolto i guanti pensando cosa c'era che non andava con lui. Gosh, ho pensato tra di me, mi stupisco di essermi tanto preoccupato di Enrico. Il viaggio in autobus proseguiva, mi sentivo giù e mi domandavo le ragioni della depressione. "Dannazione! Siamo bloccati nel traffico. Non preoccupatevi ragazzi, ci sarà solo un piccolo ritardo" ho sentito dire all'insegnante mentre l'autobus ha cominciato a rallentare. Non è sicuramente rilassato il verbo adatto alla guida alle 7 di mattina. Fortunatamente mancano due ore al ritiro della carta d'imbarco e l'aereo parte solo alle 10. Allora mi sono messo comodo a pensare a cosa non andava. Non potevo togliermelo dalla mente, vederlo addolorato mi rendeva infelice, ma perché mi preoccupavo tanto? Marzia aveva trovato il posto giusto sulla mia spalla e si era addormentata, mi sembrava di essere l'unico sveglio sull'autobus. Ho fatto correre una mano tra i capelli di Marzia e poi le ho dato un bacio sulla testa. Ho cercato di addormentarmi, ma non potevo fare a meno di pensare a lui. Mi sono svegliato quando l'insegnante ha cominciato a gridare delle istruzioni da seguire; mi sono strofinato gli occhi mentre i primi pochi raggi di sole me li baciavano. Mi sono alzato dal mio sedile e mi sono diretto verso l'uscita tenendo per mano Marzia. Ho dato una strofinata alla testa di Enrico per svegliarlo. Capitolo 5: Enrico Svegliato dai capelli che mi venivano scompigliati, ho raccolto il lettore di CD e sono corso verso l'uscita, erano già scesi tutti ed i ragazzi stavano recuperando i bagagli. "Buon lavoro Enrico, guarda chi sta prendendo le borse, che uomo virile sei!" Ha detto sarcasticamente Maria sorridendomi. Ho visto Alex prendere una borsa enorme quanto solo una ragazza può riempire. La sua felpa col cappuccio gli stava perfettamente. La stoffa grigia finiva proprio dove cominciavano i pantaloni. Quando si è piegato ho avuto una visione splendida del suo culo ed un pezzo dei suoi boxer facevano capolino oltre l'orlo dei jeans. Che colpo! "Enrico, non sei una donna, prendi le borse culo di pietra!" ha gridato Sara mentre io prendevo il bagaglio più vicino per coprire la mia rigidità. Oltre a tutto era la sola cosa da gentiluomo da fare. Ho cominciato a caricare il bagaglio sul carrello e rapidamente il cumulo di valige è poi partito. Ci siamo messi comodi e sia Alex che Marzia si sono messi vicini. Mi sono diretto verso di loro alla ricerca di un po' di caffè che mi tenesse sveglio e passando davanti a loro li ho visti abbracciati; le sue mani la tenevano per la vita e le dita erano inserite nella cintura. Avrei voluto vomitare. Mi sono diretto al cancello d'imbarco, Alex si è avvicinato con Marzia al fianco, ci hanno dato le carte d'imbarco. Il professore ha gridato "Andiamo, ma sfortunatamente, Marzia, Maria, Piero e Samuele, non saranno con noi sull'aereo, devono andare in Prima Classe!" Recitando come se fosse un addio drammatico, Alex ha detto che avrebbe sofferto per quattro ore. Ci siamo seduti preparandoci al viaggio. Alex si è messo vicino ad un finestrino ed io mi sono seduto nella fila dietro a lui, ancora una volta diviso da lui. Alex si è messo gli occhiali da sole argento, erano cerchiati d'argento ma le bacchette erano nere. Le lenti erano leggermente tinte tanto da nascondere appena ma permettere di vedere i suoi begli occhi. Ha cominciato a venire verso di me e più si avvicinava più il mio cuore martellava con forza. Capitolo 6: Alex "Ehi Enrico, c'è posto per me?" Ho domandato cercando di consolare il mio amico. "Non so, col culo che mi ritrovo potrei occupare due sedili!" ha risposto. "Cosa c'è, qualcosa che non va?" Ho domandato, sapendo che nessuna risposta sarebbe uscita dalle sue labbra. Ma ho provato a fare del mio meglio per consolarlo. "Uhh. Niente, cosa vuoi dire? Sto benone. Non preoccuparti." Ho capito che non mi avrebbe detto quello che gli frullava per la testa. Volavamo in alto sopra le nubi, ammutoliti, un silenzio completo, cominciava ad essere imbarazzante. Ho cercato di fare un po' di conversazione. "Che ne dici del Milan?" Ho detto in maniera faceta. "Dunque... Penso che tu sia uno a cui si deve dare una controllata alla testa se mi chiedi del Milan!" Ha risposto. Questo era l'Enrico che conoscevo, mi sono sentito sollevato sentire che era tornato alla normalità. In quel momento, però , un altro pensiero mi ha fatto torcere le budella, perché mi preoccupavo tanto? Hmmm... ho ricominciato a pensare, fissavo le nubi e pensavo se realmente mi piaceva Enrico. Non riuscivo a mettere in parole quello che sentivo per il ragazzo, ma d'altra parte io amavo la mia ragazza. Improvvisamente ho sentito un colpo sulla gamba che mi ha dato i brividi, ma mi ha fatto uscire dallo stato di dormiveglia. "Hei Alex! È il momento del film, c'è Armageddon! Yipii! Come se non fosse vecchio abbastanza ce lo fanno vedere di nuovo!" Enrico continuava a chiacchierare. Dovevo prestare attenzione ma i pensieri hanno ripreso ad affluire nella mia testa. Capitolo 7: Enrico Alex fissava Liv Tyler e Bruce Willis sullo schermo, ho guardato nei suoi occhi e mi è sembrato che qualche cosa stava accadendo nel suo cervello. Non poteva essere la mancanza della ragazza, dopo tutto si trattava solo di qualche ora. Mi sono guardato intorno, le luci si erano affievolite, con un individuo splendido vicino a me, sarei stato un'eternità su quel volo, e sarebbe stata spesa bene. Era da baciare, proprio in quel momento e là, avrei voluto baciarlo su quelle labbra morbide, ma non potevo. Ha tirato fuori uno stick per le labbra e le ha rivestite con un sottile strato. "Ne vuoi un po'? Fa freddo e le labbra stanno congelando." Ho accettato volentieri e ho assaporato ogni momento di quell'atto. Sembrava che lo stessi baciando per mezzo di quello stick. Ma non era la stessa cosa. Maria, stanca della prima classe è venuta a trovarci e ha chiesto di parlare con Alex per un po'. "Al, possiamo parlare? Enrico, possiamo scambiarci i posti per un minuto. Grazie." "Sicuro." Mi sono spostato dal mio sedile e sono andato su quello vicino. Capitolo 8: Alex "Cosa c'è?" Ho domandato, sperando di ottenere una risposta diversa. Le lacrime hanno cominciato a bruciarmi gli occhi e nella mia gola sembrava ci fossero milioni di rane. "Mi dispiace. Stavamo parlando e lei me l'ha detto. Mi sono detta che tu dovevi saperlo. Mi dispiace molto." Ha detto Maria ed ho scoperto che Marzia mi ingannava. "Puoi lasciarmi solo ora?" l'ho pregata, e Maria si è alzata e se n'è andata. Sono rimasto seduto nella mia poltrona e mi sentivo molto triste. Il mio cuore era rotto, fracassato in pezzi. Ero stato con quella ragazza per quasi 2 anni. Il dolore era come quello di una lama di coltello e mi faceva male a respirare. Sono rimasto seduto a pensare ai tempi felici, i giorni d'amore e quanto l'avevo amata. La felpa ben presto è diventata il mio fazzoletto, le lacrime che non riuscivo a fermare mi rigavano il viso e si fermavano sulle mie labbra. Quando siamo atterrati ho chiamato a raccolta un viso solenne e quindi sono sceso dall'aereo. Un milioni di emozioni mi passavano per la testa e finivano in un culmine di rabbia e delusione. Non ho fatto parola con altri di quanto era successo finché non siamo saliti sull'autobus che ci avrebbe portati in albergo. Avevo bisogno di stare solo. Ci sono momenti che è meglio non dire nulla e questo era uno di quelli. Il programma era andare in albergo e poi scendere a mangiare. In albergo siamo saliti alla stanza 501 e stranamente, contrariamente all'usuale, abbiamo visto che c'era un letto matrimoniale ed un letto ad una piazza. Questo voleva dire che due di noi avrebbero condiviso un letto... hmmmm... che bella sorpresa. Ho cominciato ad aprire la mia borsa, ho afferrato i guanti e me ne sono andato sperando di trovare un po' di quiete e serenità. Capitolo 9: Enrico Non potevo credere alla mia fortuna, Alex e Marzia hanno rotto; raccolto il succoso pettegolezzo sono corso fino alla mia stanza e ho visto Alex camminare velocemente verso di me. Aveva uno sguardo di dolore e dispiacere ma ha cercato di coprirlo facendo un viso solenne. Sono corso verso la stanza sperando di raggiungerlo prima che uscisse. Ho lasciato cadere le mie borse e ho visto il letto matrimoniale su cui c'era un biglietto. Ragazzi: Voi due dovete dividervi il letto matrimoniale. Sfortunatamente ce n'è uno solo singolo e quello è per me. Come potete vedere ho già disposto ordinatamente la mia roba in tre cassetti, voi potete usare l'altro. Distinti saluti, Piero Dapprima la nota mi ha fatto arrabbiare. Quel buco di culo avrebbe avuto un letto tutto per lui per 6 notti e ci portava via anche lo spazio nei cassetti. Ma, d'altra parte avrei condiviso il letto con Alex e la cosa era eccezionale per me. Rapidamente ho appeso tutto e ho rincorso Al. C'era un via vai di gente e mi sono imbattuto in Marzia. "Senti, dai questo a Alex." Mi ha detto Marzia; i suoi occhi erano rossi ed aveva un accenno di rimorso per il suo comportamento. Ho preso il biglietto con la punta delle dita e sono corso via per trovare Alex. Mi è sembrato che fossero passati milioni di anni prima di riuscire a trovarlo, la testa tra le mani, piangente su una panca. "Hai preso stanza sulla panca, o è il tuo grosso culo che l'ha fatto?" Ho domandato cercando di migliorare l'umore e di fargli spuntare il suo splendido sorriso. "Sì, per essere sicuro che il tuo culo lardoso non occupasse tutto lo spazio" ha risposto con voce debole. "Ragazzo, cosa c'è? Vuoi parlarne?" "Veramente non vorrei, non penso di riuscire a parlare di questo genere di cose." "Allora prendi questo, Marzia mi ha detto di dartelo." "Grazie" ha risposto prendendo il biglietto e c'è stato un piccolo contatto; la sua mano ha sfiorato la mia, una scossa mi ha attraversato il braccio ed è salita al cervello. "Ehi Enrico, le tue mani sono fredde, mettiti questi, ti terranno caldo." Così dicendo mi ha dato i guanti caldi e se n'è andato col biglietto in mano. Capitolo: 10 Alex Caro Alex: Per favore non essere arrabbiato con me. Se avessi saputo cosa stavano scatenando le mie azioni, non avrei mai fatto quell'atto stupido. Per favore perdonami perché ti amo tanto, e le parole mai, mai potranno spiegare l'amore che ho per te. Per favore dammi un'altra chance. Con amore, Marzia Cosa dovevo fare? Ho deciso di tornare all'albergo e vedere se era possibile parlare con lei. Nell'atrio non c'era e dovevano essere le 11 e 30 quando finalmente sono andato nella mia stanza e l'ho trovata singhiozzante sul mio letto. "Non so perché l'ho fatto. Azioni stupide" ha detto. Ho fatto del mio meglio per non farmi trasportare ma le ho dato un piccolo bacio sulla guancia e le ho carezzato i capelli con le dita, come se fosse la maniera di dire che la perdonavo, poi l'ho riportata nella sua stanza senza dire nulla. "Troppa carne al fuoco" ho pensato, innamorarmi ancora di questa ragazza, mentre continuavo a pensare ad un mio amico. Poteva essere? Cosa c'era di sbagliato? Mi sono fatto una rapida doccia cercando di dimenticare gli avvenimenti del giorno, quindi ho scelto il lato più vicino a me del letto. Seduto ho aspettato Enrico e nel frattempo cercavo di immaginare le mie relazioni con ambedue. Fissando il soffitto pensavo agli eventi e quale freno sarebbe stato alla mia amicizia con Enrico se avesse scoperto cosa provavo per lui. Aggiungere Marzia alla miscela avrebbe peggiorato la cosa. Ho aspettato a lungo che i miei due compagni di stanza rientrassero. Hanno bussato alla porta! "Alex, sei lì?" la voce del mio insegnante è echeggiata attraverso la porta. "Sì, che c'è?" Ho aperto la porta ed ho visto un Piero molto abbattuto appoggiato all'insegnante. "Non sta bene, sarà meglio che dorma in un'altra stanza." "Sicuro nessun problema." Ho dato a Piero il pigiama ed i suoi articoli da toeletta poi sono tornato a sdraiarmi sul letto. Ho aspettato 10 o 20 minuti e poi ho tentato di dormire; proprio mentre cercavo di raggiungere lo stato di sonno che cercavo, Enrico è entrato. Ho fatto del mio meglio per fingere di dormire e ho sperato che non fosse troppo forzata la finzione. Ma quello che mi interessava era vederlo camminare in punta di piedi per la stanza, era divertente vederlo fare di tutto per non svegliarmi. Capitolo 11: Enrico Sono stato sotto la doccia pensando se era il caso di fare la mossa. Inzuppare il viso nell'acqua bollente per lavare via il puzzo degli eventi del giorno mi faceva sentire meravigliosamente. Mi sentivo come uno a cui era stata negata una doccia per quasi un giorno e questo le dava maggior valore. Sono uscito e mi sono strofinato per asciugarmi prima di entrare in camera. Mi sono messo i pantaloni del pigiama ed ho acceso la TV mantenendo basso il volume, forse sarei riuscito a vedere qualche programma della notte. Ho visto Alex pacificamente addormentato, ma io lo volevo intensamente. Indossava i boxer, senza maglietta e stava in un letto matrimoniale, cos'altro potevo domandare? Mi sono dimenato accanto a lui pensando a cosa stesse sognando e se fosse il caso di fare la mossa che meditavo. "Alex, ti amo." Gli ho bisbigliato nell'orecchio, delicatamente e rapidamente ho tirato le lenzuola su di lui coprendo il suo corpo semi nudo. Mi sono messo nel letto vicino a lui e ho spento le luci. Gli ero così vicino, udivo ogni suo respiro e sentivo il calore che trasudava dal suo corpo eccitante. Lentamente gli ho messo una mano sulla gamba e l'ho mossa alla parte interna della coscia, strofinandola lentamente e sensualmente. Avevo un'erezione e la cosa era piuttosto ovvia. Capitolo 12: Alex Mi sono svegliato per un bisbiglio nel mio orecchio e mi sono sentito un piacere provenire dalla gamba. Se non mi sbagliavo la mano calda di Enrico era sulla mia gamba, ma io volevo di più, mi sono messo su di un fianco, invitandolo a continuare, ma fingendo di essere addormentato. Mi sono messo sulla schiena e ho aperto le gambe, invitandolo ad esplorare di più. Mi sono sentito estremamente gay a quello punto, ma mi piaceva essere toccato dalla mano di un uomo. Mi sono avvicinato e mi sono girato verso di lui, sentivo il suo fiato sul mio viso. Lo sentivo respirare pesantemente, come se dubitasse delle sue azioni. La sua mano si muoveva su e giù desiderosa di toccare il mio cazzo, ma la sua paura lo faceva allontanare da quella parte del mio corpo. La sua mano pelosa andava su e giù lungo la mia gamba, prendendo coraggio ha posizionato una delle sue ben fatte gambe pelose su di me. A quel punto eravamo viso a viso, il suo cazzo toccava la parte esterna della mia gamba mentre il mio strofinava contro l'esterno della sua. Capitolo 13: Enrico Mentre mi avvicinavo sempre più, dubbioso di ogni mio movimento, cercavo di pensare a quale scusa avrei potuto portare per giustificare il fatto di essere sopra questo splendido individuo. Ho deciso di togliere il mio corpo dal suo e lasciarlo stare. Non volevo rischiare la nostra amicizia per un atto egoista di desiderio. "Non fermarti Enrico." ha detto Alex con un tono intontito non appena ho spostato il mio corpo dal suo. "Cosa c'è? Non pensavo di farlo. Giuro che sono..." Proprio in quel momento Alex mi ha dato il bacio più caldo della mia vita, probabilmente per farmi chiudere la bocca; la sua lingua ha ballato con la mia mentre io esploravo la sua bocca con la mia lingua ed il suo corpo con le mie mani. "Vuoi stare zitto? Non c'è bisogno che ti giustifichi." mi ha rassicurato Alex mentre riprendevo il mio lavoro. Ho ripreso il lento e costante strofinio su e giù lungo il suo torace sodo, ai pettorali ed alla fine al suo culo liscio. Vedevo la gioia che gli davo semplicemente guardandolo negli occhi. "Penso che sia il momento di un piccolo castigo. Voglio che tu sia il mio ragazzo. Il mio ragazzo per la notte" "Fammi essere il tuo ragazzo, Enrico." Capitolo 14- Alex Mi sono fatto strada verso la bocca di Enrico e gli ho dato un bacio grandioso. Ho fatto del mio meglio fingendo di baciare Marzia, ma questo era tanto meglio. Ho lasciato che lui invadesse la mia bocca con la sua lingua, mi è sembrato di capire che quel ragazzo mi desiderava da molto tempo. Dalla bocca ho leccato e baciato scendendo alle ascelle, poi ai capezzoli, quindi allo stomaco ed alla fine giù per quella discesa felice che terminava al suo cazzo peloso ed alle palle. "Siii." Ha detto guidando la mia testa sulla sua erezione. Non lo avevo mai fatto prima ed ero un po' esitante a succhiare il cazzo di un altro. Gli ho leccato la coscia su e giù, era così peloso, molto più peloso di Marzia. Finalmente sono arrivato alle palle, che erano grandi e succose, pronte ad eiaculare. Le ho succhiate una dopo l'altra mentre osservavo la sua reazione, i suoi occhi blu mi fissavano pieni d'amore e di piacere, una mano è andata dietro la mia testa e l'altro braccio si è sistemato dietro al suo collo. I suoi capelli erano bagnati per la doccia e per il sudore, il piacere che provava doveva essere grandissimo. Mi ha messo le dita in bocca e mi ha detto di succhiarle, cosa che ho fatto amorevolmente. Dopo aver tolto le dita dalla mia bocca calda, la sua altra mano è andata dietro alla mia testa e mi ha guidato a prendere il suo cazzo in bocca. La prima reazione è stata di esitazione, ho leccato molte ragazze, ma non avevo mai succhiato il cazzo di un uomo; ha spinto la mia testa sopra il suo grande membro. "È troppo bello Alex." Mentre lo diceva ha inserito il medio, lubrificato con la mia saliva, nel mio buco del culo, spingendolo dentro e fuori, sembrava non avere ostacoli. In tutta mia vita non ero mai stati penetrato da un dito di un uomo, ma mi piaceva dannatamente. Ha spinto dentro e fuori, lentamente poi più velocemente, non potevo credere che stesse succedendo; poi le dita sono diventate due, il mio culo si tendeva quando allargava le dita e poi le riuniva. Nel frattempo ho preso il suo cazzo nella mia bocca, assaporandone il profumo e gli umori virili. Io continuavo il mio pompino e sapevo esattamente quello che voleva. Sono sceso su di lui, ansioso di assaggiarlo, ed era così buono. La sua mano guidava la mia testa dove andare mentre lui continuava col mio culo. Ha spinto sulla mia testa facendomi mangiare ancora di più del suo cazzo, fino a che il mio naso non è stato sul suo pube. Sono risalito per riprendere fiato ma lui, istintivamente mi ha spinto giù il capo. "Così... Buon lavoro... Lo so che ti piace Al... Mostrami quanto ti piace il mio cazzo." Ha detto in un fiato. Capitolo 15: Enrico Dopo alcuni minuti di intenso sesso orale, ho deciso di insegnare al mio amico come prenderlo nel culo. Amavo troppo quel ragazzo, ed ora che l'avevo, gli avrei fatto passare una notte da ricordare. L'ho tirato via dal mio cazzo e l'ho messo sulla schiena. Il suo culo era ben dilatato e pronto per qualche giochetto. "Enrico, cosa fai?" Ha domandato con un po' di curiosità nella voce. "Forza, ti piacerà." Ancora una volta ho usato il medio per penetrare il suo buco in attesa. Era così stretto, ma cosa ci si può aspettare da un culo vergine? Il suo culo implorava qualcosa di più ed io glielo stavo dando. Leccando su e giù la sua liscia fessura, ho goduto per come si dimenava e si lamentava a ogni mossa che facevo. Ho conficcato la lingua nel buco e ho spinto profondamente facendolo rabbrividire. Mi ha sorriso e guardandomi negli occhi ha chiesto ancora di più. Il mio cazzo, bagnato per la sua saliva era nelle condizioni ideali per entrare nel suo caldo stretto, vergine buco. L’ho fatto sdraiare sullo stomaco ed ho spinto il cazzo nella sua micia. "Vuoi il mio cazzo nella tua micia, non è vero Alex?" "Sì, fottimi Enrico" Era tutto quello di cui avevo bisogno prima di spingere attraverso i muscoli del suo culo e mentre lo guardavo rilassarsi nel piacere. I suoi grugniti si accoppiavano con i miei portandomi al punto di piacere. Ad ogni colpo spingevo nel suo corpo, lasciandolo spesso senza fiato. Capitolo 16 Alex: Enrico spingeva e spingeva, sentivo le sue mani sulle mie anche, mi guidava sopra il suo membro completamente eretto. Sentendomi quasi una sgualdrina volevo fare in modo che Enrico avesse la migliore chiavata della sua vita. Ho spinto con forza sul suo cazzo e ho sentito i suoi peli pubici farmi il solletico alle chiappe mentre le sue mani tiravano il mio corpo. Si è piegato in avanti ansimandomi nell'orecchio ed a ogni colpo entrava sempre più profondamente. "Sii il mio ragazzo Alex. So che mi vuoi ed io ti voglio. Mostrami quanto ti piace." Era la motivazione di cui avevo bisogno. Ho usato i muscoli del culo per mungergli il cazzo pieno di sborra, sentivo che era pronto a scoppiare, si è tolto e mi ha detto di girarmi. "Vieni qui Alex. Voglio che tu ingoi tutto." Capitolo 16: Enrico Ho tirato Al più vicino a me e lui ha portato il viso al mio cazzo, sapevo che lo voleva. Le sue succhiate mi hanno portato oltre l'orlo di esplosione, io mi sono scaricato nella sua bocca e lui ha preso tutto, l'ha ingoiata e si è leccato lo sperma dalle labbra. Allora gli ho dato un bacio caldo e ho assaggiato la mia dolce eiaculazione. Ho deciso di rendergli il favore e di succhiargli il cazzo. Il suo cazzo desiderava le mie attenzioni, aveva bisogno di rilassarsi. Stava ad occhi chiusi e con la testa abbandonata indietro, gli ho leccato lo stomaco, gustandolo ed assaporando il momento. Poi ho bevuto dal suo cazzo e ho assaggiato la sua essenza; il suo corpo sudato trasudava un odore muschiato che mi eccitava ancora di più. Il ragazzo stava per esplodere, con un grugnito finale mi ha sparato in bocca, mi ha dato il suo prezioso succo d'amore. Lo sperma era caldo ed appiccicoso, ma era più di quanto mi aspettassi, era una cosa fuori dal mondo, era sborra vergine, la qualità migliore. Mi sono alzato e mi sono sdraiato accanto al mio ragazzo. "Ti amo Alex." Gli ho detto e gli ho dato un bacio finale mentre mettevo la mano sul suo cazzo. "Anch'io ti amo Enrico." Così dicendo si è girato posizionando il culo sul mio cazzo, quindi si è addormentato.

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Mi chiamo Giacomo e sono uno studente di 22 anni. Quanto sto per raccontare riguarda una mia recente scappatella omosessuale che non dimenticherò mai, mi hanno sempre eccitato gli uomini di bell'aspetto ma più degli altri quelli in uniforme. Questa storia comincia in un locale dove mi ero recato per una festa di universitari, mi piace partecipare a queste feste perché sono circondato da

Non avrei mai pensato!

Ero seduto al mio posto a finire il compito, quando l'ho visto. Era entrato silenziosamente e si era seduto proprio vicino a me. Quando il professore ha fatto l'appello ho saputo il suo nome, Alessandro. Era alto un metro e settantacinque, forse ottanta; aveva capelli castani chiari a spazzola. Sembrava molto solo come stesse quasi in un mondo tutto suo. Quando si è chinato verso lo

Ritorno a casa

Non ho mai pensato che ci fosse qualcosa di meglio del ritorno a casa. All'arrivo in stazione c'erano a salutarmi amici e parenti, tutti contenti di vedermi. Siamo saliti in macchina e siamo partiti, avevo un sacco di cose da raccontare, il viaggio era un po' più lungo di quanto mi ricordassi e quando finalmente siamo arrivati a casa mi sono reso conto di quanto desiderassi quel

Servizio in camera

"Sono trentamila lire, paga in contanti o preferisce mettere sul conto?" Ho firmato come meglio potevo: mi era difficile togliergli gli occhi di dosso. Ha studiato per un attimo la firma e poi ha sfoderato un sorriso abbagliante. "Grazie, uh. Cristiano," ha detto. Sono arrossito, prima che potessi rispondere è scomparso nell'atrio e la porta dell'albergo si è chiusa dietro di lui.

Sorpresa di Carnevale

Carnevale era ritornato! Non sarebbe stato un problema per la maggioranza delle persone ma sapevo che per me sarebbe stata una dura prova. Avevo 19 anni e frequentavo l'ultimo anno di liceo; il preside mi aveva domandato ancora una volta di provvedere alla sicurezza della scuola per quella notte, avrei dovuto stare là dalle 18, ora di chiusura, fino alle 2, quando avrebbe dovuto

Spogliato per Gian

Questa storia dovrebbe essere intitolata spogliato per o da Gian! Stavo facendo l'autostop sulla superstrada che va verso la costa, è più facile essere raccolti che non sulle strade secondarie di campagna. Erano le vacanze estive (frequentavo l'ultimo anno di liceo) e l'estate era calda ed asciutta, così ero vestito leggermente, giusto un paio di jeans corti ed una T-shirt e,

Telefonata

Vivevo in una casa grande di due piani con sopra un grande solaio ed un piccolo giardino. Era la fine di novembre quando ho scoperto la migliore caratteristica della casa. Avevo deciso andare nel solaio a cercare le decorazioni di Natale degli anni precedenti; sapevo che erano lassù con le scatole di vecchi vestiti ed altre memorie. Sono salito brancolando per i gradini cigolanti e

Tonno di mare

Due to international translation technology this story may contain spelling or grammatical errors. To the best of our knowledge it meets our guidelines. If there are any concerns please e-mail us at: CustomerService@MenontheNet. Era nuovo sul sottomarino, si chiamava Mark, aveva solo diciannove anni, era alto un metro e settantadue, capelli castani scuri, penetranti occhi verdi e

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Web-02: vampire_2.0.3.07
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